VIABILITA'
«Vogliamo raddoppiare le Zone 30 da qui a fine mandato». L'annuncio arriva per bocca del sindaco Michele Guerra, che sgombra subito il campo da equivoci: «Non chiederemo ai cittadini di andare a 30 all'ora nei viali e sulle strade di scorrimento, ritengo che la scelta di Bologna sia stata troppo drastica». «Gli ampliamenti - gli fa eco Gianluca Borghi, assessore alla Mobilità - riguarderanno i quartieri residenziali e le zone dove sono presenti scuole».
Una decina di nuove Zone
Sono in fase di studio una decina di Zone 30 da realizzare da qui a fine mandato. Nel frattempo, entro un paio di mesi verrà completato l'ampliamento della Zona 30 nel quartiere San Leonardo (zona piazzale Salsi) e, entro il 2025, dovrebbero vedere la luce una grande Zona 30 delimitata da via Europa, via Venezia, via Palermo e via Trieste; un'altra tra via Volturno e via Calatafimi, una terza che amplierà quella esistente nel quartiere Montanara e una quarta nella zona di via Traversetolo.
I tratti esistenti
Ad oggi le Zone 30 coprono 5,5 chilometri quadrati. La più vecchia è quella presente nel quartiere Lubiana, completata nel 2010. Nel 2012 invece è stata la volta di quella nel quartiere Molinetto (zona Orzi di Baganza); nel 2018 in una fetta del quartiere Pablo e in due piccole aree del quartiere San Leonardo (Prampolini, Corini); nel 2020 in parte del quartiere Cittadella ( Solferino, Berenini, Rustici, San Martino) e nel 2022 in una parte del quartiere Montanara.
Lo scorso anno invece sono nate tre Zona 30: quella che comprende tutto il centro storico e l'Oltretorrente, delimitata dai viali di circonvallazione, nel quartiere Cittadella (via Anna Frank) e a Vicofertile, attraverso la messa in sicurezza dell’incrocio tra via Roma e via Martiri della Liberazione.
«Chieste dai parmigiani»
«In un Paese in cui è presente una radicata cultura della velocità - spiega il sindaco, ricordando come questi interventi fossero presenti nel programma elettorale - parlare di Zone 30 o di lentezza può apparire come qualcosa di negativo. Invece le Zone 30 rappresentano un'azione positiva che innalza la qualità della vita, fortemente richieste dalla cittadinanza».
Ogni volta «che organizziamo degli incontri con i cittadini - prosegue Guerra - la richiesta più ricorrente è quella di abbassare la velocità delle auto. Si tratta quindi di un provvedimento che incontra una domanda crescente che arriva dalla città, ma che non deve essere drastica».
Benefici per l'ambiente
Il primo cittadino ricorda anche i benefici per l'ambiente legati a questa misura viabilistica. «Non è vero che andando piano si inquina di più - precisa -. Viaggiando ai trenta all'ora si rispetta maggiormente l'ambiente e, quanto al fattore tempo, sfido chiunque a calcolare quanto tempo si guadagna in termini di tempo attraversando Parma accelerando e frenando di continuo».
Campagna informativa
Multare i parmigiani non è la strada maestra, secondo l'Amministrazione, per fare rispettare le regole. «I limiti vanno rispettati - dichiara Borghi - e la Polizia locale effettua i controlli del caso. Stiamo pensando di accompagnare le Zone 30 con una campagna di comunicazione efficace e capillare, in grado di rendere ancora più chiara la finalità e la loro organizzazione».
Gli interventi
Quando si realizza una nuova Zona 30 vengono previste delle «porte di accesso» che la delimitano, oltre a restringimenti in corrispondenza degli attraversamenti pedonali, e incroci rialzati per proteggere i pedoni e fare in modo che non vengano parcheggiate auto nelle immediate vicinanze, garantendo così una maggiore visibilità e più sicurezza.
Completano le azioni l'installazione della segnaletica e le scritte a terra con il nuovo limite da osservare. «Le Zone 30 - osserva Borghi - oltre ad essere una misura che riguarda la viabilità, sono anche una grande occasione per riqualificare porzioni importanti di città».
Gli obiettivi
Più in generale, gli obiettivi di fondo sono «riqualificare la viabilità della zona rivedendo il sistema dei sensi di marcia e della sosta - continua Borghi -, moderare il traffico, mettere in sicurezza le strade adiacenti alle scuole, riordinare la segnaletica orizzontale e verticale, ma soprattutto aumentare la vivibilità e la sicurezza».
La prova
Tour al rallentatore tra centro e periferia
Parma ai 30 all'ora. Due ore in auto per le strade della città viaggiando al rallentatore, per capire cosa significhi veder scorrere più lentamente la città dal parabrezza.
Alcuni benefici sono innegabili: se si deve fare i conti con qualche ciclista indisciplinato o con manovre azzardate di altri automobilisti, si ha tutto il tempo per frenare ed evitare incidenti. Bisogna poi ammettere che, ad eccezione delle vie più trafficate o con lunghi rettilinei, viaggiare a trenta all'ora nei borghi o nelle laterali di periferia è praticamente automatico, o comunque inevitabile.
In realtà, non appena si entra in una «Zona 30», la prima scelta riguarda la marcia da tenere innestata: se si resta in seconda, l'auto ai 30 all'ora tende a salire di giri e quindi inquina maggiormente. Se invece si opta per la terza, non appena si tocca il freno, il motore «singhiozza» e rischia di spegnersi.
Il problema non sussiste per chi ha il cambio automatico, ma chi possiede auto con marce «lunghe», per restare sempre ai trenta all'ora deve usare spesso la frizione o viaggiare leggermente più veloce o più lentamente. Per carità, non si tratta di un problema particolarmente grave. Basta non avere fretta e tener presente che vige comunque un limite di tolleranza di cinque chilometri all'ora.
I problemi, se così li vogliamo chiamare, nascono quando si deve viaggiare a trenta all'ora pur avendo davanti una strada completamente dritta e sgombra dal traffico.
L'istinto di accelerare, in questi casi, è facile che prenda il sopravvento sui buoni propositi di andare piano. Colpa delle nostre abitudini, ma anche di una frenesia che ci pervade e ci si porta dietro per tutta la giornata.
Se invece si riesce, con tutta calma, a rispettare il limite imposto, può capitare di imbattersi in qualcuno che suona il clacson, scalpita, lampeggia coi fanali e tenta di sorpassare.
Non è sempre così, anzi, spesso ci sono automobilisti che rispettano i divieti, ma non si può certo dire che tutti siano ligi al limite dei 30 chilometri all'ora.
La «Zona 30» del quartiere San Lazzaro è quella storica, la prima che è stata realizzata in città ai tempi della giunta Vignali. In questa porzione di città, segnaletica, dossi e «porte» di ingresso sono presenti da lungo tempo, ma non sempre sono sufficienti per far rispettare il limite vigente.
La grande «Zona 30» è tagliata a metà da via Casa Bianca, dove sono presenti numerosi limitatori di velocità, indispensabili per non trasformare la strada in una sorta di pista. In realtà qualche macchina che sfreccia c'è anche nelle vie laterali più dritte che congiungono via Casa Bianca e via Sidoli.
In centro storico invece - interamente «Zona 30» assieme all'Oltretorrente - la questione velocità riguarda solo le strade più grandi come via Repubblica, via D'Azeglio e il Lungoparma.
Soprattutto l'ultimo tratto di via Repubblica, oltre ad essere molto trafficato, è privo di rallentatori e molto ampio: una serie di fattori che inducono gli automobilisti ad aumentare la velocità.
Quanto alle altre «Zone 30», essendo sparse a macchia di leopardo all'interno all'anello delle tangenziali e di dimensioni più contenute rispetto alle altre, si prestano meno a mugugni e infrazioni degli automobilisti.
Difficile trovare controlli da parte della Polizia Locale. In molti casi, il buonsenso sembra essere più che sufficiente a non sforare i limiti.
Se si percorre la recente «Zona 30» del quartiere Cittadella, è praticamente impossibile viaggiare oltre ai 30 all'ora perché ad eccezione di viale Conforti, si tratta tutte di strade molto corte o prive di rettilinei.
Più in generale, la sfida di viaggiare a 30 all'ora in città appare tutt'altro che impossibile, ma deve essere graduale, accompagnata da tanto buonsenso e da alcuni distinguo (vedi viali di circonvallazione e di accesso in città, dove è impossibile viaggiare a 30 all'ora). In tanti parlano del «lusso della lentezza», forse sarebbe meglio parlare di responsabile lentezza.
Luca Molinari
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