INTERVISTA
I dati, purtroppo non certo consolanti, sono quelli pubblicati dal Censis nel suo ultimo «Rapporto sulla situazione sociale del Paese»: il 20,8% degli italiani si sente insicuro nella zona in cui vive ed il 33,6% di chi abita nelle città ritiene che, negli ultimi cinque anni, la propria zona di residenza sia diventata più pericolosa.
Insomma, quando si parla di sicurezza, la fiducia e l'ottimismo degli italiani vacillano e, purtroppo, anche a Parma la preoccupazione e il timore da parte di molti crescono.
Ecco perché, ad un anno dal suo insediamento, abbiamo chiesto al comandante della polizia locale, Enrico Usai di fare il punto sul lavoro svolto finora per la sicurezza nella nostra città. E, soprattutto, su quali sono le strategie e gli impegni per il futuro.
Comandante, quale è il suo bilancio dopo questi primi dodici mesi?
Si è trattato di un anno che giudico in maniera positiva e che è servito per fare una utile esperienza ed iniziare un indispensabile percorso di riorganizzazione. Occorre infatti ricordare che l'ultimo periodo è stato quello in cui il corpo ha raggiunto il minimo storico per quanto riguarda le risorse umane.
Molto lavoro da fare e pochi uomini a disposizione: si potrebbe dire che il suo insediamento non è certo coinciso con un contesto favorevole.
E' così e lo dicono i dati: secondo il modello stabilito dalla Regione, Parma dovrebbe avere 233 agenti in servizio. Attualmente, invece, sono 160. E' chiaro che con una simile carenza di personale è difficile coprire tutte le esigenze: per questo è stato fatto da parte dell'Amministrazione uno sforzo veramente straordinario per ottenere nuove risorse. E, possiamo dire, con soddisfazione, che tra poco le avremo. L'ultimo concorso regionale prevede che a Parma arriveranno quarantacinque agenti, già formati e immediatamente pronti per operare. E questo dettaglio, anche rispetto al passato, è un importante passo avanti. Noi prevediamo che si possano insediare entro la primavera e questo porterà la pianta organica a circa centonovanta uomini.
Un numero importante: ma sono ancora meno di quelli che servirebbero. E che arrivano in ritardo rispetto a quanto promesso.
E' vero ma si tratta di un incremento necessario che è stato fortemente voluto e che ha ottenuto risposte eccezionali: altre province otterranno, al massimo, una decina di agenti mentre Parma, come detto, ne otterrà 45 in più. Per quanto riguarda i tempi occorre ricordare che l'alluvione della Romagna ha costretto ad uno stop forzato delle assunzioni. Ma il problema è stato risolto e proprio in questi giorni si sta svolgendo il corso di preparazione degli agenti.
Avere più forza permetterà di lavorare meglio. Su cosa intendete concentrarvi in particolare?
Vogliamo attuare le strategie che abbiamo elaborato nei mesi scorsi: per prima cosa intendiamo puntare sulla sicurezza di prossimità ovvero costruire un rapporto con il cittadino che deve percepire con sempre maggiore chiarezza la nostra presenza e la nostra vicinanza.
In concreto questo cosa significa?
Vuol dire che la polizia locale non solo ci deve essere. Ma si deve anche vedere. Pensiamo agli agenti di prossimità che ora sono presenti a San Leonardo, in Oltretorrente e, da qualche giorno, nel quartiere Pablo oppure al nucleo commercio attivo in Ghiaia.
San Leonardo, Oltretorrente: sono quartieri considerati difficili. Come pensate di operare in queste zone?
Occorre analizzare la situazione nel dettaglio e agire in modo mirato. San Leonardo, ad esempio, ha un piccolo numero di strade dove le criticità sono più evidenti e su cui ci concentreremo. Penso, ad esempio, alle direttrici che portano verso la stazione. La situazione dell'Oltretorrente è diversa: è un quartiere più vivo che ha alcune zone che attraggono persone anche da altre zone che qui vengono per godere momenti di socialità. San Leonardo dopo una certa ora si svuota, l'Oltretorrente no e quindi le azioni devono tenerne conto. Perché il territorio della città deve essere vissuto e questo è già un presidio di sicurezza. Ci sono poi interventi che sono già stati svolti: penso, ad esempio, al progetto “Legalità e coesione” che per San Leonardo ha determinato importanti interventi e significativi investimenti per la riqualificazione di spazi verdi come il parco del Naviglio e non solo. E dopo un anno la presenza degli agenti di comunità sta facendo sentire il proprio benefico effetto.
Tuttavia ci sono zone dove i residenti segnalano degrado e peggioramento della qualità della vita. Oltre ad episodi di convivenza sempre meno facile.
Questo però dipende da molti fattori: la chiusura di molte attività commerciali porta a una progressiva desertificazione di alcune vie. E talvolta gli spazi vuoti vengono riempiti da realtà che possono creare problemi.
Questo è certo: ci sono strade dove i residenti presentano esposti e denunce a raffica. Cosa sta facendo la polizia locale?
Stiamo svolgendo il nostro compito con sempre maggiore impegno. Ad esempio, nel 2023, abbiamo realizzato 1370 controlli su esercizi commerciali erogando oltre 310 sanzioni. L'anno precedente i controlli erano stati 1058. Ma per arrivare ad una sanzione serve un lungo lavoro tecnico e burocratico e occorre rispettare la normativa vigente che non prevede i provvedimenti immediati e risolutivi che, spesso, i cittadini vorrebbero.
Poco fa ha citato la stazione. La situazione in quel quadrante da quando c'è la presenza fissa delle vostre pattuglie negli orari pomeridiani sembra essere migliorata. Cosa pensa del previsto arrivo dei militari dell'esercito?
Credo che sarà positivo perché ci permetterà di recuperare forze da destinare ad altre aree.
Altre zone della città dove si potrebbe duplicare il modello dell'agente di comunità?
Questa è una figura che è molto apprezzata perché è un riferimento diretto per la popolazione. Basta pensare a quello che facevano i vecchi vigili di quartiere che erano conosciuti dagli abitanti e che, nello stesso modo, conoscevano tutti gli aspetti della vita quotidiana della zona. Ora, sarebbe importante ricreare quelle relazioni e credo che sia possibile anche grazie ad agenti giovani e molto motivati che si stanno impegnando con passione e grande disponibilità. E' anche grazie a loro che abbiamo potuto affrontare questo periodo con personale sotto organico garantendo però anche supporti esterni: penso, ad esempio, agli agenti distaccati in Romagna per portare aiuto alle popolazioni colpite dalle alluvioni.
Da tempo si parla di allungare sulle intere 24 ore il servizio della polizia locale. L'inserimento di forze nuove ora permetterebbe questo aumento della vostra operatività?
Al momento non è una materia all'ordine del giorno. E' vero però che sarebbe molto auspicabile sia per migliorare il servizio al cittadino e per fornire un utile supporto alle altre forze di polizia che potremmo sgravare da compiti che sono nelle nostre competenze istituzionali. Anche questo è un modo di realizzare la nostra vocazione: ovvero svolgere un servizio di polizia di prossimità davvero efficace.
Luca Pelagatti
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