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PATTEGGIAMENTO

«Buffone, giochi come un bradipo»: dai colpi di biliardo al tribunale

«Buffone, giochi come un bradipo»: dai colpi di biliardo al tribunale

di Georgia Azzali

13 Febbraio 2024, 03:01

Dal tavolo verde a un'aula di giustizia. Una lunghissima partita di biliardo, cominciata nell'autunno del 2020 e finita in una sentenza di tribunale. Sui fronti opposti, però, non i contendenti di quella partita di poco più di tre anni fa, bensì uno degli sfidanti in gara quel giorno e un altro super appassionato della stecca. Nessuno scontro tra una buca e l'altra, ma offese a distanza lanciate sul gruppo WhatsApp dei giocatori di categoria C della Fibis (Federazione italiana biliardo sportivo): «tattica di gioco da bradipo», e ancora «buffone, ha 50 anni e ragiona come uno di 5». Insomma, altro che commenti, più o meno pungenti, sullo stile nel padroneggiare la stecca, ma diffamazione aggravata. Questo il reato che ha fatto finire a processo un 40enne parmigiano. Che, ieri, dopo l'accordo con il pm Lino Vicini, ha patteggiato 800 euro di multa.

Ma torniamo al 25 ottobre del 2020, cercando di incastrare i pezzi di questa storia più complicata - e sorprendente - di una partita di biliardo. Quel giorno Giorgio (lo chiameremo così) stava partecipando a una gara regionale di pool (il biliardo americano, per intenderci). Dopo un'ora e mezza la partita era stata dichiarata chiusa. Il motivo? Era stato superato il tempo massimo stabilito.

Questa era stata la giustificazione che Giorgio si era sentito dare per spiegare quell'improvviso stop. Una decisione inaspettata e sorprendente, o almeno così lui l'aveva vissuta. Tanto che aveva cominciato a chiedere lumi sull'interruzione della gara, a partire dal responsabile regionale della Federazione. Che gli aveva spiegato: «Era stato necessario accelerare i tempi di quella giornata di gara».

Non dimentichiamoci che siamo ancora in piena emergenza Covid. Poco più di un mese dopo, infatti, alla luce delle norme del governo, il numero uno regionale della Fibis fa sapere che è sua intenzione fissare in un'ora il tempo massimo di una partita. Ma Giorgio, convinto che si tratti di una violazione del regolamento di gioco, scala le gerarchie della Federazione e chiede chiarimenti direttamente al presidente nazionale (sezione pool). E si sente rispondere ciò che lui immaginava: per snellire le gare, l'unica soluzione, senza in frangere le regole, sarebbe quella di abbassare il punteggio.

Insomma, i tempi di una partita non possono essere imposti. Parola del presidente nazionale. Che Giorgio diffonde inviando un messaggio vocale ai gruppi WhatsApp dei due più importanti circoli di biliardo regionali.

Determinato, Giorgio. Al limite della pignoleria. Eppure, mai avrebbe immaginato, un paio di settimane dopo, di diventare lui il bersaglio, quando sulla chat WhatsApp dei giocatori di categoria C gli viene lanciato quell'attacco: «Un ringraziamento particolare a quel frignone di ... che è andato a piagnucolare per via del tempo di gioco». E subito dopo, oltre a «buffone» e «bradipo», ecco gli altri «apprezzamenti»: «Bravo, complimenti, pagliaccio! Spero glielo facciano leggere - si legge nel messaggio -. Non è riuscito a recuperare per sfinimento al regionale di palla 9, quindi è andato a piangere. Pensa che personaggio...».

Nessun giallo. Nome e cognome dell'autore sono sotto i suoi occhi, essendo uno degli iscritti al gruppo WhatsApp. Vent'anni in meno, ma un giocatore come lui, seppure di un'altra categoria. E dall'offesa facile.

Georgia Azzali

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