ALLARME
Domenica scorsa, a Manziana, vicino Roma, il trentanovenne Paolo Pasqualini è stato aggredito e ucciso da tre rottweiler mentre stava facendo jogging. Due giorni fa, una bambina di due anni e la sua nonna sono state aggredite dai due cani della donna, tra cui un pastore tedesco, ad Anguillara Sabazia, sempre vicino Roma. Non più tardi di ieri sera, un'altra bambina di 4 anni di San Cataldo (Caltanissetta) è arrivata in gravi condizioni all’ospedale Sant'Elia dopo essere stata azzannata da un pitbull (al momento è ricoverata in prognosi riservata). Episodi che si sono verificati anche a Parma, come, nel 2011, l'aggressione da parte di un rottweiler a un tecnico addetto alla manutenzione dei contatori, morsicato alla gola e azzannato alla testa, causando una ferita da 30 punti di sutura. Più recente, di qualche mese fa, è l'aggressione fatale del barboncino Koda di circa 5 mesi, sbranato al parco di via Bramante da un rottweiler nell’area cani. A Parma e provincia, nel 2023, sono state registrate 288 segnalazioni di aggressioni da parte di cani verso persone o altri cani, e di queste, 139 sono avvenute solo in città. «Sono numeri alti, ma sovrastimati perchè rientrano tutte le segnalazioni legate anche a comportamenti prevedibili - commenta Cosimo Paladini, direttore servizio sanità animale Ausl Parma -. Come, per esempio, lo stesso proprietario che, per sbaglio, pesta la coda al cane, il quale si gira e gli dà un morso». Secondo Paladini è necessario distinguere la morsicatura dall'aggressione: «L'aggressione prevede una serie di motivazioni non prevedibili - afferma -. È multifattoriale».
Come spiega l'esperto, l'aggressione può essere da paura, da conflitto, predatoria (che, probabilmente è quella che si è «attivata» nei rottweiler che a Roma hanno ucciso Paolo Pasqualini), ludica, di conflitto o indiretta. Poi, l'esito del morso o dell'aggressione dipende anche dalle caratteristiche fisiche del cane: «Tutti i cani possono avere potenzialmente comportamenti aggressivi - specifica Paladini -. Certo è che l'esito è ben diverso se si tratta di un volpino o di un rottweiler».
Si tratta di cani che «bisogna imparare a conoscere e gestire, entrando in contatto empaticamente con loro». Per questo, il Comune di Parma, in collaborazione con l'Ausl, nel 2022 ha avviato e reso obbligatorio il «Patentino cane speciale» per i proprietari di: American bulldog, cane da pastore di Charplanina, dell’Anatolia, dell’Asia Centrale, del Caucaso, Maremmano Abruzzese, cane da Serra da Estreilla, dogo argentino, Fila Brazileiro, perro da canapo majoero, perro da presa canarino, perro da presa Mallorquin, pit bull, pitt bull mastiff, pit bull terrier, Rafeiro do alentejo, rottweiler, rhodesian ridgeback, Tosa inu, American staffordshire Terrier, Bandog, più molossi di di grande taglia non iscritti ai libri genealogici Enci- Fci, Bull Terrier, Boerboel, Cane Corso, cane lupo cecoslovacco, cane lupo di Saarloos, cane Lupo Italiano e Dobermann (non si sa, nè tramite l'Ausl nè il Comune, il numero esatto di questi cani a Parma).
Un'iniziativa di formazione che, secondo Paladini, «dovrebbe essere preventiva ed estesa a tutti i proprietari di cani - dichiara -per una gestione consapevole e rispettosa dell'animale, al di là della razza del cane». Uno strumento in più per conoscere il proprio amico a quattro zampe e imparare ad «attuare una corretta gestione dell'animale - aggiunge Paladini - per evitare errori di comunicazione che possono sfociare in aggressioni». Ma, allora, in caso di morso o aggressione, quale procedura viene attivata? Lo spiegano Cosimo Paladini e Domenica Desiante, referente igiene urbana di Parma: dopo la segnalazione da parte del Pronto Soccorso o del medico che ha curato «l'aggredito», si attiva una procedura per cui il cane viene sottoposto ad una visita specialistica da parte di un veterinario, che accerta il grado di gravità dell'aggressione e valuta, sulla base di questo, i percorsi da attivare (seguendo quanto riporta l'ordinanza del 6 agosto 2013, prorogata l'ultima volta ad agosto del 2023).
Vengono distinte, quindi, come previsto dalla normativa regionale, due diversi tipi di aggressività: di grado 1 e grado 2. La prima tiene conto delle aggressioni più lievi e comporta misure di prevenzione come l'obbligo di portare l'animale con guinzaglio e museruola, di non lasciarlo libero in presenza di bambini ed estranei. Per il grado 2, invece, è prevista una visita del veterinario comportamentista, che deciderà se portare avanti o meno un percorso mirato di rieducazione comportamentale in accordo con il proprietario, grazie a figure competenti come istruttori o educatori cinofili, che lavoreranno proprio sulle dinamiche del rapporto tra il cane e il proprietario.
Un percorso di crescita, scoperta e conoscenza per entrambi che non è immediato, ma ha bisogno di tempo.
In ogni caso, per prevenire i comportamenti aggressivi da parte dell'amico a quattro zampe «è fondamentale lavorare sulla coppia cane-umano, affinché si crei un rapporto di rispetto - concludono Cosimo Paladini e Domenica Desiante dell'Ausl di Parma -. Un legame empatico e basato sulla fiducia reciproca».
Il «Patentino per i cani speciali» è un percorso utile? E soprattutto, funziona? «L'idea è davvero buona, perchè è utile a tutti sapere come comportarsi e rapportarsi con il proprio cane - afferma Lorenzo Barilla, un cittadino proprietario di Sewell, una dobermann di 8 anni -. Il problema è che ci sono alcuni limiti che andrebbero risolti».
Secondo Lorenzo, infatti, il corso, essendo solo online, mancherebbe della parte più importante e fondamentale: la pratica. «Le lezioni online sono sicuramente utili dal punto di vista teorico, ma bisogna capire, poi, se la persona riesce a mettere in pratica quanto appreso» ribadisce il cittadino, che da quando è piccolo ha avuto solo cani da guardia o «da difesa». Dalla sua esperienza «ho capito che i rottweiler o i dobermann non sono cani difficili - spiega - ma, anzi, avvertono molto l'empatia e la sensibilità del proprietario: è fondamentale il modo in cui, da subito, ci si approccia a loro».
Secondo Lorenzo Barilla, infatti, «siamo noi che dobbiamo andare in contro a loro, capirli e imparare a conoscerli: è nostro il primo passo - sottolinea -. Tutto dipende dal proprietario, che deve creare un rapporto equilibrato con il cane». Lo sa bene Fiorenza Fortunati, moglie di Lorenzo, che da sempre si confronta con istruttori cinofili ed educatori, si informa sulle caratteristiche delle diverse razze canine e cerca di tenersi aggiornata il più possibile su tutto ciò che riguarda il mondo dei cani. Perchè, prima di tutto, «deve esserci tanta consapevolezza e competenza, adesso i cani vengono comprati solo per moda: una cosa inconcepibile».
Le lezioni del percorso per ottenere il «patentino» prevedono anche moduli incentrati sulle buone prassi da attuare nel rispetto dei luoghi pubblici, della città e degli altri cittadini. «Informazioni sicuramente necessarie - ribadisce Lorenzo - dato che in pochi sanno come comportarsi in modo adeguato e nel rispetto di tutti». Ad esempio, sarebbe bene «ricordarsi di portare sempre con sé una bottiglietta d'acqua per pulire l'urina del proprio cane in strada», ovviamente «raccogliere e gettare sempre nei cestini le deiezioni del proprio animale» o «rispettare gli spazi delle aree verdi, che non sempre vengono rispettati, creando caos e disagi a chi le deve frequentare» ricorda ancora Lorenzo.
Poi ci sono altre «buone prassi» da mettere in pratica, che riguardano il rapporto con il cane e, più approfonditamente l'etologia (la disciplina che studia le abitudini degli animali). Ma concretamente questo come si traduce? Secondo Eugenio Catellani, addestratore e istruttore cinofilo, giudice per l'Emilia-Romagna per l'abilitazione dei cani da soccorso, è tutta una questione di comunicazione: «La capacità di comunicare con il proprio cane è lo strumento più importante e fondamentale - afferma l'esperto, anche gestore del gruppo cinofilo volontari protezione civile “ I Lupi”-. Tuttavia, la maggior parte si concentra su strumenti come clicker, dolcetti, collari a punta o collari elettrici, senza imparare prima a comunicare con il proprio animale domestico: gli strumenti possono facilitare la comunicazione, specialmente per fissare alcuni comportamenti, ma non ti permettono di provare e capire le emozioni del tuo animale». È fondamentale, per Catellani, «dare priorità alla sensibilità, all'empatia, all'intelligenza e alla comunicazione con il cane comprendendone i segnali e i suoi sensi, utilizzando la propria persona come strumento di comunicazione - sottolinea l'istruttore ed educatore cinofilo -. I test online - dice commentando il percorso del Patentino - servono a poco senza una parte pratica». Sempre riflettendo sul «Patentino per cani speciali», l'esperto ribadisce: «La parte pratica è necessaria e va affidata a chi ne sa davvero, ha esperienza e competenza - sottolinea -. Perché il cane è lì, da vedere, in parte anche "semplice " da capire». Un percorso di questo tipo, non va affrontato solo dal cane, ma dall'animale e il suo proprietario, insieme. Perchè «un cane educato è un cane felice - conclude Eugenio Catellani -. Ma solo se ha un leader che gli insegni ad esserlo, facendogli capire il perché».
Anna Pinazzi
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