DINNER AND DANCE
DALLA NOSTRA INVIATA
Katia Golini
Londra Una tradizione che si rinnova: lo stesso «clima» della prima edizione, nel 1975, lo stesso spirito di amicizia. La stessa emozione dei partecipanti, i valtaresi e i valcenesi rimasti sul nostro Appennino e quelli che sono venuti a Londra in cerca di fortuna. Ancora una volta, il «Dinner and Dance» è stato un grande successo, nel segno dell'attaccamento alle radici, che resta saldo di generazione in generazione. Ma anche nel segno della beneficenza, della solidarietà e dell’amicizia.
Per questa edizione c'erano ben 8 sindaci (di Pellegrino, Compiano, Fornovo, Varsi, Borgotaro, Bardi, Bedonia e Albareto), oltre al consigliere regionale Matteo Daffadà e al componente della Consulta emiliano romagnoli nel mondo Alessandro Cardinali, insieme a Mario Marini in rappresentanza del Comune di Parma, con una cinquantina di parmensi, come sempre arrivati con Franco Capitelli, organizzatore esperto della Taro Travel di Borgotaro. Sul fronte londinese altri 180 riuniti sotto l’ala di Roberto Cardinali nell’Associazione Parmense presieduta da Domenico Sidoli. C’era anche una delegazione piacentina, capitanata da Giovanni Piazza, imprenditore vulcanico e lungimirante aperto alla collaborazione interprovinciale.
Una festa, il «Dinner and Dance», che il prossimo anno compirà il suo mezzo secolo di vita (è saltata solo due volte a causa del Covid nel ‘21 e nel ‘22), ogni volta carica di emozioni e allegria. Il momento per rispolverare ricordi, fare bilanci, pensare progetti. All’Hilton Kensington l’appuntamento è per tutti nel tardo pomeriggio: deve esserci tempo per i saluti, gli abbracci, i brindisi prima della cena a base di prodotti «made in Parma».
Nel tavolo presidenziale, con Daffadà, Cardinali e Sidoli, ci sono gli 8 sindaci. Non tutti prendono la parola ma tutti quelli che lo fanno (Marco Moglia e Valentina Pontremoli, al suo primo «Dinner and Dance») pronunciano parole di soddisfazione e ringraziamento agli organizzatori, ai partecipanti, per la forza di questa tradizione che non deve andare perduta.
Anche Daffadà ringrazia e ricorda quanto bene abbia fatto la comunità britannica alla comunità parmense in tutti questi anni: «C’è stata sempre una collaborazione proficua che deve restare viva. Da qui molto è stato fatto e in tante occasioni avete sostenuto lo sviluppo delle nostre valli che sono riuscite a raggiungere risultati significativi. Negli anni avete investito tanto soprattutto nei servizi sanitari delle nostre valli e tanti obiettivi sono stati raggiunti. Tutti insieme stiamo lavorando affinché le carenze vengano colmate». Parla dell’importanza degli scambi reciproci e delle relazioni costanti Alessandro Cardinali che come gli altri sottolinea il fondamentale sostegno di Crédit Agricole (come sempre presente con una rappresentanza di alcuni direttori di filiale) che Con Barilla, Dallara e altri sponsor locali hanno voluto dare il proprio appoggio al successo dell’evento. Poi si sofferma sulla necessità di consolidare sempre più tanti preziosi rapporti di amicizia: «Puntiamo a rinnovare e a rafforzare questo legame, tutti insieme». La parola passa anche a Mario Marini, responsabile del Marketing territoriale e del city branding per il Comune di Parma, che presenta un pacchetto turistico incentrato sulla «Cena dei 1000» il prossimo settembre: originale spunto e pretesto per fare un salto in Italia alla ricerca delle origini. «400 metri di tavolata nel cuore del centro storico è l’evento che voi, eccezionali ambasciatori della food valley, non potete perdere». Saluti istituzionali fatti, la festa entra nel vivo. La cena può iniziare. Così come la musica e il canto di Marc Adams. Ai balli penserà più avanti Giacomo Maini con la sua orchestra (da Medesano).
Novità di quest’anno la riffa benefica (preferita alla tradizionale asta). Numerosi i premi in palio tra cui weekend sull’Appennino Parmense, cene romantiche nei locali del luogo, oggetti di valore messi a disposizione di negozi e ristoranti amministratori del territorio. Il «Dinner and Dance» come sempre rappresenta anche un’occasione per promuovere la bellezza del nostro territorio nei confronti di chi ancora non la conosce.
«Siamo orgogliosi di essere italiani. Orgogliosi delle nostre radici, delle nostre tradizioni e della nostra storia, felici di aver portato qui la nostra cultura».
Roberto Cardinali è arrivato a Londra quando non aveva ancora compiuto 14 anni, nel 1951. Anima dell’Associazione Parmense, proprio per rinsaldare il filo con le origini dei tanti emigrati, non ha mai fatto venir meno il suo impegno perché il tradizionale «Dinner and Dance» continui ad assere la festa dell’amicizia e della condivisione che è sempre stata.
«I nostri nipoti nati qui in Gran Bretagna si sentono italiani e anche questo ci riempie di orgoglio. Se non fossimo stati italiani non avremmo potuto avere il successo che abbiamo avuto. Ora l’obiettivo è lavorare affinché altri giovani entrino nell’associazione perché solo così potremo portare avanti questo appuntamento a cui noi teniamo tantissimo».
La forza della tradizione ha come sempre, anche quest’anno, una valenza benefica. Lo ricorda Domenico Sidoli, presidente dell’Associazione Parmense: «Questa festa sigla ancora una volta l’unione fortissima tra le nostre comunità.
La presenza di ben otto sindaci è un segnale importante, vederli qui tutti insieme rappresenta la solennità del momento. Fondamentale per noi è il tema della solidarietà. I fondi raccolti quest’anno saranno devoluti a servizi sanitari e di assistenza a enti delle nostre valli e per la sistemazione dell’organo della chiesa italiana di Saint Peter».
Beneficenza sempre a doppio senso. Con il progetto di finanziare in futuro la realizzazione di una sezione per neonati dell’asilo di Borgotaro.
Avanti così, quindi. Sempre più uniti, il proposito guardando ai prossimi anni.
© Riproduzione riservata
Contenuto sponsorizzato da BCC Rivarolo Mantovano
Gazzetta di Parma Srl - P.I. 02361510346 - Codice SDI: M5UXCR1
© Gazzetta di Parma - Riproduzione riservata