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È di Fontanellato la ditta che ha posato la trave crollata

È di Fontanellato la ditta che ha posato la trave crollata

23 Febbraio 2024, 03:01

«Noi abbiamo la coscienza a posto, perché il nostro lavoro lo abbiamo fatto a dovere». Ettore Longinotti è uno dei tre soci fondatori della Mina srl di Fontanellato, la ditta che tra le altre cose ha posato quella maledetta trave che venerdì scorso, alle 8.52 si è spezzata e ha ucciso cinque operai (ferendone altri tre) che lavoravano nel cantiere per la costruzione di un nuovo supermercato Esselunga a Firenze.

«Per ora non abbiamo ricevuto alcun avviso di garanzia», assicura, prima di entrare nel dettaglio di cosa è stato fatto durante il cantiere. «Abbiamo posato i manufatti, compreso la trave incriminata, che è stata posata nel mese di novembre». Durante l'intervista al Tg1 di mercoledì sera Longinotti aveva parlato di dicembre, ma dopo un controllo la posa risalirebbe al mese precedente. «Poi abbiamo fatto altre lavorazioni, prima di posare altro materiale sopra la trave che ha ceduto, questo materiale lo abbiamo posato nel mese di gennaio».

Materiale che la ditta di Fontanellato non produce. «Noi siamo trasportatori e posatori», precisa Longinotti, che poi assicura che la trave incriminata non è stata portata in cantiere poco prima del crollo. «Assolutamente no».

Al momento del crollo, la ditta era in cantiere con due gruisti e tre montatori. «Io invece stavo portando la gru in un altro cantiere». Poi un'altra puntualizzazione. «L'Ausl, da quando siamo qui a Firenze, cioè da circa quattro mesi, è venuta almeno cinque volte e verso di noi non ha rilevato nessuna infrazione. Quindi noi come Mina eravamo a posto».

Nei giorni successivi alla tragedia c'è chi ha puntato il dito contro la posa del materiale. Ma su questo punto Longinotti è lapidario. «C'è chi dice che la trave incriminata non era fissata bene. Assolutamente no, perché è ancora là al suo posto. È fissata perfettamente. È l'ala della trave dove era appoggiato il peso che si è spezzata, non ha retto. Ma la trave è ancora al suo posto».

Allora cosa è andato storto? Il cantiere, in cui operavano almeno 60 ditte tra appalti e subappalti è sotto sequestro: resta da dare un perché alla morte di cinque persone.

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