Pallavolo
Nei convulsi istanti che precedono l'inizio del tie break che assegnerà la Coppa Italia, il tecnico della Imoco Conegliano Daniele Santarelli sa già di avere un asso nella manica: Alessia Gennari. La schiacciatrice parmigiana lo ripaga con una prestazione davvero sontuosa. Difende e riceve che è una meraviglia, Alessia. E quando c'è da attaccare, non si tira indietro: è lei a mettere a terra il pallone che vale il 6-6, preludio ai due punti consecutivi di Haak che permettono alle venete di piazzare l'allungo decisivo. «Mai avrei pensato di partire dall'inizio nel tie break. Almeno fino a quando non mi è stato detto di tenermi pronta. Certo, ci vuole anche un bel po' di fortuna...» dice Gennari, che ha affidato alla «Gazzetta di Parma» le sensazioni scaturite dall'entusiasmante Final four di Trieste.
A cosa si riferisce quando parla di fortuna?
«Alla possibilità di far parte di una squadra fortissima, che mi rende fiera. La prova di forza in Turchia (3-1 martedì sera in casa del VakifBank, nell'andata dei quarti di Champions, ndr) è l'ennesima dimostrazione del valore di un gruppo formato da atlete fra le migliori al mondo, ma che sono prima di tutto belle persone. Questo fa la differenza. E io mi sento privilegiata nell'essere qui».
Un altro trofeo in cassaforte: Conegliano non è mai sazia.
«Di vincere non ci si stanca mai. Ogni trofeo è il frutto di un percorso diverso, sempre nuovo e pieno di stimoli, di emozioni forti. Per ognuno di quelli che ho avuto la fortuna di vincere, potrei raccontarle per filo e per segno tutti i retroscena e i significati particolari che coppe e scudetti hanno avuto».
Con la Coppa Italia, lei ha un feeling particolare: questa è la terza, giusto?
«È una cornice molto affascinante, un'atmosfera che mi esalta: le squadre alloggiano tutte nello stesso albergo, rivedi tante amiche, ex compagne di squadra, persone alle quali sei legata da un vissuto comune».
Vincere contro Milano, ancora una volta: che sapore ha avuto?
«Quest'anno, almeno secondo i pronostici degli addetti ai lavori, i ruoli si erano ribaltati: Milano favorita, grazie all'arrivo di Egonu, noi a dover dimostrare di essere le più forti. Per adesso siamo avanti come numero di vittorie e questo ci dà grande fiducia. Ma gli incontri importanti sono quelli che devono ancora arrivare».
Al termine della finale coach Santarelli l'ha elogiata pubblicamente. Che effetto le hanno fatto queste parole?
«Daniele è molto bravo nel capire il momento delle sue giocatrici. Avermi dato fiducia nel tie break della finale, nella sua testa non è stato casuale: nell'ultimo periodo avevo fatto diversi ingressi positivi, sia in allenamento che in partita. Sapeva cosa avrei potuto dare».
Nel bene e nel male, lei come si pone di fronte alle scelte dell'allenatore?
«Ci sono state volte nelle quali non mi sono fatta trovare pronta: non ero in forma e ho giocato meno. Giusto così. Certo, stare in panchina non piace a nessuno: ciascuna di noi vorrebbe essere sempre la versione migliore di se stessa. Servono però equilibrio e consapevolezza: io non mi definisco una macchina, mi rendo conto che ci sono giocatrici che hanno più continuità».
Cosa è cambiato in Alessia Gennari che, a un certo punto, sceglie Conegliano pur sapendo di non essere titolare?
«Qualche anno fa una scelta di questo tipo non avrei potuto farla: probabilmente non sarei stata neppure pronta. Venendo a Conegliano ho messo da parte il mio protagonismo, assecondando piuttosto il desiderio di raggiungere obiettivi importanti e di acquisire quella mentalità vincente che qui si respira a pieni polmoni. Da atleta uno step cruciale nel percorso di maturazione lo compi quando accetti il tuo ruolo. Quando comprendi, come nel mio caso, che per aiutare la tua squadra a vincere può bastare una buona difesa. Entrando in quest'ottica puoi raggiungere grandi risultati».
Guardando alla corsa scudetto, Milano rimane la vostra antagonista principale?
«È quella che sul piano del gioco può metterci più in difficoltà. Ma attenzione a Scandicci, che ha un roster di tutto rispetto, e a Novara, che ha appena inserito Markova. Sono tutte squadre di altissimo livello. Sarà fondamentale anche saper gestire a dovere le energie: andando avanti nei diversi fronti ci saranno sempre più impegni settimanali da affrontare».
La butto lì: ad assistere alla finale di Coppa Italia, a Trieste, c'era anche il c.t. azzurro Julio Velasco. Avrà visto anche lui una grande Alessia Gennari...
«Velasco è stato pure a Conegliano, ma non ho avuto nessun colloquio con lui: non credo di essere nei suoi piani. Però mi fa piacere se quello che ho fatto sul campo possa essere stato apprezzato. Il mio unico pensiero, per adesso, è contribuire affinché Conegliano possa arrivare più in alto possibile».
Vittorio Rotolo
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