LAVORI
Ultimamente, del Ponte Nord se ne parla sempre male, perché da quasi 12 anni è un'incompiuta diventata, nel giro di pochi mesi, rifugio per un numero sempre maggiore di disperati. Basta fare due passi tra gli accampamenti di fortuna per rendersene conto. Ma il destino di questo ponte che collega via Europa a via Reggio doveva essere diverso.
Qui infatti, in base ad un accordo di collaborazione firmato il 22 aprile 2022 tra Regione, Provincia, Comune e Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, dovrebbe sorgere il Ponte delle Acque e ospitare i dipendenti dell'Autorità di bacino. Spazi espositivi al piano terra e poi laboratori, sale convegno, un auditorium quando il museo è chiuso al pubblico e soprattutto uffici. È tutto nero su bianco nello studio presentato a novembre 2020 dall'architetto parmigiano Pier Luigi Bontempi. Il lavoro era stato commissionato l'anno precedente dalla scorsa amministrazione comunale che, per essere precisi, parlava di «Incarico tecnico professionale per progetto esecutivo, predisposizione piano terra per manifestazioni e concept complessivo per utilizzo futuro». Da allora più niente. «Non capisco che fine abbia fatto il mio lavoro. Perché il Comune non ne parla?», si lamenta il progettista.
L'incarico
Nel disciplinare del Comune veniva stabilito che all'architetto, per progettare il nuovo Ponte delle Acque, venivano pagati 30.420 euro. «I contatti li avevo tenuti con l'ex assessore all'Urbanistica, Michele Alinovi», racconta Bontempi, ripercorrendo la genesi dell'incarico e del progetto.
«Non ci fu un bando, ma si trattò di un affidamento diretto», prosegue il progettista, noto per aver ideato la nuova sede del Consorzio di bonifica e anche per aver seguito la risistemazione degli attuali uffici dell'Autorità di bacino, a barriera Garibaldi.
Una nuova vita
Grazie ad un emendamento dell'ex parlamentare leghista Maurizio Campari, il Ponte Nord poteva diventare a tutti gli effetti il terzo ponte abitato d'Italia (dopo Rialto a Venezia e Ponte Vecchio a Firenze). Da qui l'idea di dare una vita all'opera trasformandola nel Ponte delle Acque, con spazi museali aperti alla città e con gli uffici dell'Autorità di bacino. L'accordo di collaborazione per rendere operativa l'idea, come detto, è di fine aprile 2022, mentre a metà novembre 2020 Bontempi aveva già consegnato il progetto.
«Al piano terra è prevista una reception, che dovrebbe rappresentare il cervello dell'intera struttura», racconta l'architetto, alludendo al fatto che proprio qui, alla reception, sarebbero stati smistati i vari dipendenti alle scrivanie. «Su un centinaio di dipendenti dell'Autorità di bacino, erano stati pensati spazi per una sessantina di lavoratori, con un sistema di rotazione nelle diverse scrivanie». La parte espositivo-museale, «quando non utilizzata può essere trasformata in auditorium». Al piano mezzanino «ci sono laboratori, spazi per incontri e conferenze», mentre al primo piano ci sarebbero stati gli uffici.
Stando ai dati del progetto, la superficie dei tre piani è di 3.907 metri quadri, «e all'epoca - puntualizza Bontempi - avevo calcolato che la sistemazione dell'infrastruttura sarebbe costata 4,5 milioni di euro».
Oltre a progettare gli spazi, l'architetto aveva anche depositato il progetto esecutivo delle uscite di sicurezza. Ma da allora, tutto è rimasto chiuso in un cassetto. Chissà se l'ordine del giorno depositato dai deputati Fabio Pietrella (FdI) e Paola De Micheli (Pd) potrà centrare l'obiettivo (assicurare sei milioni di finanziamento nel triennio 2024-2026) e far finalmente partire i lavori.
Chiuso in un cassetto
«Il mio obiettivo - racconta l'architetto - era quello di ridare una funzione a un'opera che era in stato di abbandono. Anche se nel 2019 la situazione di degrado non era come quella di oggi». Ora il ponte è un dormitorio e Bontempi torna alla carica. «Il mio è uno studio molto approfondito. Che fine ha fatto? È come se fosse stato dimenticato».
Pierluigi Dallapina
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