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RICICLAGGIO

Il business dei falsi veicoli d'epoca: 21 rinvii a giudizio e 6 patteggiamenti

Il business dei falsi veicoli d'epoca: 21 rinvii a giudizio e 6 patteggiamenti

01 Marzo 2024, 03:01

Il «business delle vespe», è stato ribattezzato. Ma non di soli scooter dal passato (falsamente) glorioso trattavano i protagonisti dell'indagine portata avanti dalla Polizia stradale e coordinata dal pm Umberto Ausiello, poi, dopo il suo trasferimento, passata alla collega Paola Dal Monte. Un mercato sempre più fiorente quello dei veicoli d'epoca e che continua a suscitare grande interesse. Con clienti disposti a spendere bene per riuscire ad avere un mezzo storico come investimento o bene rifugio e, dall'altra parte, rivenditori che si erano creati un'importante rete di collegamenti, pronti ad ottenere il maggior profitto possibile dalle richieste. Un'associazione a delinquere, secondo l'accusa, capeggiata dal titolare di un salone parmigiano specializzato in moto storiche. Ma davanti al giudice sono finite 33 persone. Le accuse contestate a vario titolo? Oltre all'associazione a delinquere, corruzione, riciclaggio, ricettazione, impiego di beni e utilità di provenienza illecita e vari reati di falso. E ieri il gup Sara Micucci ha rinviato a giudizio 21 persone e ha dato il via libera a 6 patteggiamenti con pene comprese tra 1 anno e 4 anni e 2 mesi. Un'assoluzione, inoltre, come chiesto dal pm, e quattro «non luogo a procedere». Infine, a un imputato è stata concessa la messa alla prova.

Da Parma ad altre province, perché l'associazione aveva ramificazioni in varie parti d'Italia. Nell'aprile del 2022, oltre al titolare del salone parmigiano, per cui scattarono i domiciliari, fu disposto l'obbligo di firma per il gestore di un'agenzia di pratiche automobilistiche di Como e per un collaboratore di Sportelli telematici dell'automobilista di Cagliari. Ma poi seguiva la lunga lista di indagati, molti dei quali finiti ieri davanti al giudice.

Una trama che, a partire dal 2014, si sarebbe sviluppata fino al 2022. Il risultato? A volte rottami trasformati in pezzi da collezione e molte vecchie vespe vendute come prestigiosi modelli d'epoca. Ma tutto sembrava assolutamente vero, perché persino i numeri di telaio dei mezzi venivano taroccati e poi c'era chi forniva targhe e documenti finti. Così i mezzi venivano nuovamente iscritti o immatricolati, mentre un esperto falsario provvedeva a fare il lavoro grosso: libretti di circolazione contraffatti, false denunce di smarrimento delle stesse carte, oltre a certificati di proprietà e documenti di identità taroccati.

Il processo per le 21 persone rinviate a giudizio comincerà l'11 dicembre, ma alcuni dei protagonisti hanno scelto di chiudere i loro conti con la giustizia patteggiando. Grazie anche alla connivenza di alcuni dipendenti pubblici, il gruppo aveva sfruttato un filone d'oro: la passione di amatori e collezionisti spesso pronti a investire anche cifre mirabolanti in moto e auto d'epoca. Peccato, però, che spesso di storico non avessero nulla.

Georgia Azzali

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