San Leonardo e rigenerazione

Gentile direttore,
leggo sulla «Gazzetta» di domenica un servizio che registra lo scontento di un gruppo di commercianti del quartiere San Leonardo in relazione allo stato di sicurezza e di manutenzione del quartiere e denuncia una pretesa latitanza delle istituzioni. Non v'è dubbio che i problemi siano tanti e spesso gravi, ma sconforta il ricorso a luoghi comuni (un commerciante ha detto che «questo posto sembra il Bronx»). Questa narrazione negativa aiuta veramente il quartiere? Non sarebbe più efficace un lavoro di comunità che si rapporti in modo costruttivo, senza fare sconti a nessuno ma anche senza preconcetti, con le istituzioni disponibili al dialogo? Faccio un esempio per spiegarmi: esiste da quattro anni un “Tavolo cultura”, cui partecipano una trentina di realtà attive, che si riunisce periodicamente per discutere dei problemi più rilevanti e ricerca soluzioni condivise. Abbiamo dato, ad esempio, un forte contributo prima alla progettazione del Parco Nord e poi alla realizzazione della festa del Quartiere lo scorso settembre. Da novembre abbiamo concordato con l'assessore De Vanna (Opere pubbliche e Legalità) un calendario di incontri quadrimestrali per esercitare una sorta di “monitoraggio sociale” sull'andamento delle opere pubbliche. Il prossimo incontro è previsto per il 12 marzo alle ore 18.15 nella sala parrocchiale di via Micheli. Invito tutti i cittadini ed in particolare il gruppo di commercianti intervistati a partecipare: affronteremo insieme i nostri problemi comuni. Noi crediamo che San Leonardo abbia bisogno di un grande progetto di rigenerazione ad orizzonte 2050: non potremmo costruirlo insieme? Anche con l'aiuto del suo giornale.
Parma, 5 marzo