LA PIENA
Le piogge abbondanti degli ultimi giorni hanno portato il Grande fiume, cinque anni dopo, a superare la soglia dello zero idrometrico e ad allagare, anche nel Parmense, buona parte delle aree golenali aperte.
In seguito alle piogge che hanno interessato tutto il Nord Ovest, in particolare il Piemonte, da lunedì il Po è cresciuto sensibilmente. Un aumento continuato, nella Bassa Ovest del Parmense, fino al tardo pomeriggio di ieri, col fiume arrivato, a Cremona, riferimento anche per la nostra zona, ad un metro e mezzo sopra lo zero idrometrico. Una situazione che non si vedeva dal 2019. Da allora il Po aveva fatto parlare soprattutto per le sue magre. Ora si torna a parlare di piena; di carattere ordinario quella che si è verificata, dovuta soprattutto all’abbondante quantità di acqua proveniente dagli affluenti piemontesi. Allagate, ampiamente, le golene aperte un po’ in tutto il Parmense.
A Polesine Zibello ha parzialmente interessato anche la via Alzaia, vale a dire la primissima stradina sterrata prospiciente il fiume, ha allagato buona parte delle campagne sottostanti il ponte «Verdi», complice anche il fatto che il Po si è portato via una ampia fetta di via Alzaia nella zona di Pieveottoville ed ha lambito anche il parco delle «Scalette» a Stagno di Roccabianca. Come sottolineato da Aipo, a Piacenza il colmo è transitato ieri mattina, con valori al di sopra della soglia 1 di criticità con un livello di. 5.54 metri sullo zero idrometrico e nel pomeriggio ha appunto toccato il Cremonese ed il Parmense. Sempre Aipo stima che la criticità ordinaria (colore giallo) permarrà nel tratto tra Boretto e la foce, e quindi anche nel Delta, almeno fino a giovedì. E’ ovviamente richiesta prudenza nell’avvicinarsi alle zone interessate dall’evento, anche quando il Po inizierà a calare.
Il Servizio di piena centrale Aipo e gli uffici territoriali continuano ad essere attivi nelle operazioni di monitoraggio e controllo dei livelli e delle arginature al fine di prevenire eventuali criticità, in coordinamento co i sistemi locali e regionali di protezione civile. Nel frattempo iniziano anche i campionamenti di «AquaPo», la ricerca scientifica che monitorerà i contaminanti emergenti nel Po. Infatti l’acqua, risorsa essenziale per la salute umana e per l’ambiente è sempre più elemento imprescindibile anche nei delicati equilibri socio-economici del territorio e la sua gestione sostenibile è fondamentale per salvaguardare gli ecosistemi naturali, gli habitat, la biodiversità.
Difendere e migliorare la risorsa idrica, la sua qualità intrinseca e verificare periodicamente il rispetto dei parametri fissati della normativa vigente diventa dunque un elemento-guida nell’adozione delle più corrette politiche che mirano alla salvaguardia delle nostre acque e della nostra salute. Per queste ragioni l’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po ha deciso di avviare, insieme a partner d’eccellenza come Istituto Superiore di Sanità, Fondazione Lombardia per l’Ambiente e Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri una approfondita ricerca scientifica in grado di monitorare la presenza e le quantità dei contaminanti emergenti.
Paolo Panni
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