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L'INTERVISTA

Il generale Vannacci nel Parmense: «Io candidato alle europee? Mi cercano anche dalla sinistra»

Il generale Vannacci nel Parmense: «Io candidato alle europee? Mi cercano anche dalla sinistra»

di Pierluigi Dallapina

19 Marzo 2024, 03:01

Il suo primo libro, «Il mondo al contrario», continua a far discutere, il ministero della Difesa lo ha sospeso per 11 mesi dall'esercito e poi c'è l'inchiesta sulle sue spese a Mosca. Ma Roberto Vannacci, generale scrittore ora in libreria con «Il coraggio vince» (Piemme), non è solo alle prese con la giustizia: la politica lo corteggia in vista delle europee. Ieri il generale era a Varano ospite di Norberto De Angelis, il campione di football americano suo amico d'infanzia, «ci conosciamo dal '70, i nostri padri erano colleghi in caserma», nonché fondatore del circolo culturale «Il mondo al contrario», dal titolo del libro. «Il comitato - garantisce - non fa propaganda politica. Ci ispiriamo alle idee contenute nel libro».

Generale Vannacci, lei è un personaggio molto divisivo, ma ciò nonostante la politica la corteggia. Si candiderà alle elezioni europee?

C'è grande interesse nei miei confronti da parte del mondo politico. Si vede che mi riconoscono delle qualità, ma al momento non ho ancora sciolto le riserve.

Quali partiti l'hanno cercata e quando scioglierà le riserve?
Le liste andranno presentate entro i primi di maggio. Prenderò una decisione in tempo utile. Nomi di partiti non ne faccio, ma il primo a cercarmi fu Roberto Fiore (leader di Forza Nuova, ndr) che mi offrì il seggio di Monza lasciato libero da Berlusconi. All'epoca declinai l'offerta. Ora ho ricevuto telefonate di vicinanza e solidarietà anche da personaggi che appartengono a una sinistra marcata. Ma nel mio futuro non è detto che ci sia solo la politica.

Se non si candiderà, cosa farà?
Potrei continuare nel mio lavoro, che mi piace, oppure fare lo scrittore, dato che mi riesce bene. Ho ricevuto anche offerte dal mondo imprenditoriale.

Il suo primo libro è razzista? La procura di Roma l'ha iscritta nel registro degli indagati per istigazione all'odio razziale.
Per me è un'accusa totalmente infondata. Non ho mai voluto suscitare odio verso qualcuno. Il mio primo libro, anzi, è un elogio della diversità. Chi lo interpreta diversamente è in malafede. Rispetto le diversità, ma non accetto che si dica che la diversità non esiste. Al contrario, esiste ed è un elemento positivo. Io per primo non accetterei di vivere in un mondo senza diversità. E sia chiaro, riconoscere le diversità non significa accettare o promuovere la discriminazione.

Lei dice di non discriminare nessuno, ma la pallavolista Paola Egonu, citata nel suo primo libro, l'ha denunciata per diffamazione.
Secondo me lo ha fatto perché è stata influenzata da quel pensiero unico che pensa che la diversità e la discriminazione siano la stessa cosa. Io considero le diversità una ricchezza. Ma è innegabile che le origini di Egonu, italiana per cittadinanza, siano africane.

Visto il polverone scatenato dalle frasi su Egonu, sui gay e la normalità, le riscriverebbe?
Sì, non le rinnego, perché non le ritengo offensive. Sono un provocatore, che però non discrimina nessuno. Ho scritto banalità non offensive che il pensiero unico dominante ha voluto trasformare in qualcosa di offensivo.

Quanto la preoccupano le inchieste della procura militare e di quella ordinaria sulle sue spese quando era a Mosca come addetto militare all'ambasciata?
Sono serenissimo. Fino ad oggi però ho letto le accuse sui giornali. Nessuno mi ha ancora chiamato di persona a rispondere di certe accuse.

Le cattive notizie per lei continuano con la sospensione di 11 mesi dall'esercito. Farà ricorso?
Le accuse alla base del provvedimento ritengo che siano infondate, tanto che sto preparando il ricorso. La mia colpa qual è? Aver pubblicato un libro in uno Stato libero, in cui dovrebbe essere garantita a tutti la libertà di espressione

Nonostante le polemiche scatenate dal primo libro, ne ha scritto un altro. Perché?
Sono recidivo. L'ho scritto con piacere ed è il frutto di una proposta che mi ha fatto la casa editrice visto il grande successo del primo libro, che ha venduto 100mila copie in una settimana. Non si era mai visto, nemmeno ai tempi di Harry Potter. Anche mia moglie mi ha spronato dicendomi di scrivere un libro sulla mia vita che è interessante e avvincente.

Qualcuno però ha stroncato il libro definendolo autocelebrativo.
In queste pagine mi limito a raccontare la mia vita, fatta anche di successi e di cose che in pochissimi hanno fatto. Io sono un incursore e credo che poche centinaia di uomini in Italia lo siano.

Le dà fastidio che il suo libro sia “nascosto” nelle librerie Feltrinelli?
Rispetto la loro decisione, però una libreria dovrebbe essere un luogo di cultura, di dibattito, dove le idee vengono argomentate, non nascoste. Noto una qualche forma di censura morale oltre che fisica.

Perché secondo lei viviamo in un mondo al contrario?
C'è una spinta antisistema da parte di molti movimenti, dall'ambientalismo radicale al femminismo estremo. Movimenti che, al pari del marxismo, puntano a distruggere il sistema che ci garantisce benessere, ricchezza e prosperità.

Qual è allora il suo mondo ideale?
Un Paese in cui ad ogni diritto corrisponde un dovere. Un mondo che si basa su tradizioni, valori e sul concetto di famiglia. Un mondo reale che poi è quello in cui vive il 90% degli italiani, che sono più tradizionalisti di quanto si pensi.

Pierluigi Dallapina

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