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Intervista

Michelangelo Turchi Sassi, 25enne talento della lirica: «Il mio modello è Bergonzi»

Michelangelo Turchi Sassi, 25enne talento della lirica: «Il mio modello è Bergonzi»

di Ilaria Notari

20 Marzo 2024, 03:01

Ispirandosi ad una leggenda della lirica come Carlo Bergonzi, il tenore parmigiano venticinquenne Michelangelo Turchi Sassi, studente dell’ultimo anno del triennio al Conservatorio «Boito», ha fatto il suo debutto fuori città esibendosi in un concerto a Codevigo, in provincia di Padova. Tra gli interpreti anche il mezzosoprano Adriana Cicogna già docente, ora in pensione, del Conservatorio di Parma e anche del giovane talento che, come è capitato a diversi grandi della lirica, ha iniziato gli studi come baritono prima di passare alla corda tenorile.

Accompagnato al pianoforte da Svetlana Makedon, Turchi Sassi è stato applaudito nella romanza «Di novel prodigio» da «Giovanna d’Arco» di Verdi e poi in brani di Puccini, Lehàr e in due arie da camera di Tosti.

Michelangelo come è stato salire sul palco, fuori dalle “mura amiche” di Parma e a raggiungimento di un traguardo, nel percorso di ricerca della tua identità vocale, che da baritono ti ha portato sulla strada tenorile?

«Una grande emozione perché il pubblico è il metro di giudizio migliore e in sala c’erano appassionati, abbbonati da anni alla Fenice di Venezia, dai quali ho avuto un buon riscontro. Poi è stata una preziosa opportunità che mi ha dato la maestra Adriana Cicogna perché per il tipo di repertorio che dovrei affrontare con la mia voce, che è da lirico pieno ma che con la maturazione arriverà ad essere da spinto, quindi difficile da approcciare, non ho ancora la tecnica che serve e quindi ho meno occasioni di esibirmi. Ho iniziato a diciannove anni e mentre mi sentivo tenore, tutti credevano che fossi un baritono quindi ho “perso” un po’ di tempo. Dopo la maestra Cicogna, ho studiato con Claudia Marchi e ora con Enrico Giuseppe Iori che mi sta avvicinando ad una tecnica più consona alle mia esigenza di trovare più spazio nella gola».

Qual è il tuo tenore preferito?

«Sono cresciuto ascoltando i dischi delle voci del passato e un nome su tutti è quello di Carlo Bergonzi. Prima di tutto perché Bergonzi è nato nella nostra adorata terra, poi perché il mio percorso è molto simile al suo. Anche lui aveva iniziato da baritono e poi, addirittura da solo, era passato alla corda tenorile. Questo mi ha aiutato nei momenti di sconforto, di delusione, quando non trovavo la mia strada e mi sentivo un po’ perso. Mi sono avvicinato a lui ancor più e, ascoltando i suoi dischi, sognavo e mi confortavo, pensando che anche lui aveva affrontato i miei stessi problemi ed era riuscito a risolverli. In ultimo, lo adoro per il gusto nel cantare, per il suo modo di porgere i suoni, la sua dolcezza, la sua delicatezza, il suo cantare sempre con il cuore e mai esagerato, mai fuori dallo stile del brano. Un esempio».

Sogno nel cassetto?

«Cantare il primo Verdi e Puccini, per me i due più grandi compositori».

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