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Panocchia

Addio a Gianni Calestani, il barista che amava il suo paese

Addio a Gianni Calestani, il barista che amava il suo paese

di Paola Guatelli

25 Marzo 2024, 03:01

È stato per oltre trent'anni il barista di Panocchia, dal finire degli anni Cinquanta al 1988: dal bancone dell'unico bar del paese ha visto la piccola frazione a sud della città crescere, trasformarsi e cambiare. Non ha solo servito caffè e Campari, ma ha senz'altro contribuito a migliorare il tessuto umano di una comunità, quello che purtroppo si è inesorabilmente perso in questi ultimi tempi.

Gianni Calestani è stato una delle figure più amate del paese: si è spento nei giorni scorsi all'età di 96 anni, circondato dall'affetto dei suoi famigliari, la moglie Bruna e la figlia Francesca con Fabio, le nipoti Erika e Eleonora.

La storia di Gianni Calestani e del suo bar si è intrecciata nel tempo con quella della sua comunità: in quel locale al centro del paese su strada Val Parma è passata la vita di tante persone che lì si incontravano, giocavano a carte, si scambiavano opinioni e cementavano la loro amicizia.

Un tempo la vita semplice dei piccoli paesi era come quella di una grande famiglia, e Gianni, con i suoi occhi azzurri e il sorriso benevolo ne è stato testimone e partecipe.

Nato nel comune di Montechiarugolo il 12 maggio del 1927, Gianni ha sempre vissuto a Panocchia con i suoi genitori e la sorella Gina, una famiglia di agricoltori di cui ha seguito le orme negli anni della giovinezza. Poi l'incontro con Bruna, una ragazza del paese che diventa sua moglie nel 1954 ha cambiato le prospettive. Dai campi al sogno di aprire insieme un bar: inizia così un'avventura a dir poco pionieristica. Che parte nel 1956, nel locale di strada Val Parma. «All'inizio - ricorda Bruna che lo affiancherà dietro al bancone - non c'era neanche l'acqua, dovevamo andarla a prendere nella cooperativa del paese»: ma con tanta determinazione e voglia di fare, nel giro di pochi anni, il progetto si realizza appieno. Gianni e Bruna lavorano sodo, passano le giornate a dare concretezza alla loro attività e quel locale che si arricchisce sempre di più diventa a poco a poco il “centro” di Panocchia.

Gianni ci sapeva fare, un grande cuore sempre gentile e discreto a disposizione dei suoi clienti che erano anche amici. Li aspettava sorridente con gli aperitivi pronti la domenica al ritorno della messa, organizzava briscolate in estate e tante altre iniziative che erano il motore dell'aggregazione del paese. «Mio padre ha sempre detto che ha fatto il lavoro che gli piaceva - ricorda la figlia Francesca - . Nella sua vita ha fatto quello che voleva, sia quando lavorava che quando ha smesso. E' stato fortunato, ha avuto un'ottima salute ed è sempre stato soddisfatto delle sue scelte». Chiuso il lungo capitolo del bar, Gianni ha avuto modo di dimostrare anche da pensionato il suo amore per il paese e la sua generosità dedicandosi ogni mattina alla pulizia della piazza.

Paola Guatelli

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