L'estremo della Nazionale azzurra e delle Zebre
Però quel ragazzo ne ha fatta di strada, cantava Celentano. Da quei 260 chilometri circa da Treviso, dove era chiuso in quella Benetton, a Parma sponda Zebre per l’ultima parte di stagione 2021/22, a quella quarantina di metri di corsa verso la meta, votata la più bella del 6 Nazioni di quest’anno, contro il Galles, battuto per la prima volta nella storia a casa sua. Un’azione molto bella, in prima fase, veloce, con soli 5 passaggi per andare in meta partendo dalla linea dei dieci metri azzurri. Bravi i suoi compagni, ma bravo lui, Lorenzo Pani, con la sua velocità a eludere due gallesi alle calcagna, con la finta uno che prova a chiudere e l’ultimo, che lo placca quando ormai è troppo tardi. «C’è il mio nome sopra, ma è stata un’azione pazzesca della squadra, andrebbe messo il nome Italia; io mi sono trovato lì in quello spazio e ho sfruttato le mie qualità» commenta l’estremo dal Sudafrica dove domani le Zebre affronteranno gli Sharks per l’ottavo di finale di Challenge Cup. Con tanto di esultanza alla Cristiano Ronaldo «E’ il mio idolo. Per la sua mentalità, la sua cura di tutti i particolari, sia in campo che fuori».
Ha fatto dimenticare le prodezze di Capuozzo, che era diventato l’idolo azzurro, a mezzo servizio in questo 6 Nazioni causa infortuni. Sono entrambi estremi, qualche spezzone insieme lo hanno fatto ma uno dei due deve spostarsi all’ala: starà al ct azzurro Quesada. «Esatto. La competizione fa bene, vedremo. Io farò di tutto per il ruolo di estremo: a Parma gioco estremo, è un ruolo complesso in cui voglio specializzarmi e che voglio fare per il resto della carriera».
Treviso vince molto più delle Zebre, ma senza le Zebre il non ancora 22enne Pani, forse, non avrebbe fatto questo percorso. «Devo ringraziare le Zebre e Fabio Roselli: lui mi ha aiutato molto, mi ha seguito, dato fiducia e mi ha fatto giocare spesso, così da crescere. Per un giovane è importante. Senza di loro oggi non sarei qui. A Treviso arrivavo dall’Under 20, lì dal punto di vista mentale mi è servito molto. Sono due realtà che hanno progetti diversi». Crescita che ci si attende anche dalle Zebre che hanno fatto un percorso simile a quello dell’Italia, svecchiando, con tanti giovani che in questa stagione hanno fatto un piccolo passo in più. «Quando riparti quasi da zero è chiaro che ci vuole tempo. Quest’anno qualche frutto è stato raccolto e qualche partita l’abbiamo un po’ buttata; mi auguro andrà meglio la prossima stagione».
Paolo Mulazzi
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