Il caso
Roberto, Liliana, Luciano, Cesare Davide, Donato e Roberto. Erano sei bambini innocenti, appartenenti a tre famiglie parmigiane di religione ebraica, i Bachi, i Della Pergola e i Fano. Il dieci aprile 1944 vennero deportati ad Auschwitz, e lì furono uccisi. Ma Parma non dimentica e li ha voluti ricordare in una cerimonia di commemorazione, davanti alla targa in loro onore, collocata nel parco di via Bramante. Purtroppo la mattinata è stata caratterizzata anche da un pesante diverbio tra due rappresentanti delle autorità coinvolte.
«Oggi di questi innocenti rimangono solo le lapidi al cimitero della Villetta e questa targa. - ha sottolineato Giulio Guatelli, consigliere comunale. - Siamo qui per praticare un importante esercizio di memoria». L’iniziativa è stata promossa dall’amministrazione comunale, in collaborazione con la comunità ebraica cittadina. A seguire l’evento alcuni giovanissimi alunni di Parma: la classe terza D della scuola secondaria di primo grado Salvo D’Acquisto e le classi quinta A e B della scuola primaria Martiri di Cefalonia. «Ricordatevi sempre: la scuola è un luogo prezioso e fondamentale. - ha evidenziato Riccardo Joshua Moretti, presidente della comunità ebraica parmigiana, riferendosi al pubblico di studenti. - Chi non ha conoscenza non è una persona libera». «A Parma abbiamo deposto quarantanove pietre d’inciampo. Sono dei cubetti di porfido collocati davanti alle abitazioni degli ebrei deportati.- ha poi raccontato Ferdinando Sandroni, vice presidente vicario dell’istituto storico della resistenza e vice presidente nazionale dell’associazione partigiani cristiani. - In questa occasione mi sembra giusto ricordare anche Milena Melli e Giacomo Avenia, due giusti tra le nazioni di questa città. Parliamo di eroi non ebrei, che hanno rischiato la propria vit».
«Fa impressione pensare che ancora oggi milioni di bambini vengono uccisi dalle guerre. - ha infine commentato Paolo Bertoletti, in rappresentanza delle associazioni partigiane. - È un piacere vedere tanti giovanissimi che seguono attentamente questa cerimonia». L’iniziativa si è conclusa con un momento simbolico davvero toccante: un bambino delle classi presenti ha letto ad alta voce i nomi dei sei piccoli ebrei uccisi nel 1944. Ad accendere però gli animi, come detto, un diverbio fra Moretti e Bertoletti. Risentito da alcune parti dell’intervento del rappresentante delle associazioni partigiane, il presidente della comunità ebraica di Parma lo ha attaccato verbalmente. Al centro della discussione le considerazione di Bertoletti sugli scontri nella striscia di Gaza di questi mesi e sugli eventi del sette ottobre. Per fortuna, dopo pochi attimi, gli animi si sono calmati.
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