Nuovo regolamento
Il nuovo regolamento sulla partecipazione, in gestazione da quasi due anni, sarà il grande assente del consiglio comunale di oggi. Inizialmente previsto nell'ordine del giorno, alla fine è stato tolto perché le varie modifiche proposte dall'assessorato alla Partecipazione, guidato da Daria Jacopozzi, non convincevano il segretario generale dell'ente, Pasquale Criscuolo.
La scorsa settimana, dopo la commissione convocata per esaminare la bozza del nuovo Regolamento - commissione di cui non è mai arrivata la convocazione alla stampa - Criscuolo ha deciso di rivedere la bozza e di correggere, pardon, modificare, alcuni punti. Quali?
Non convincerebbe la parte in cui si obbligano gli uffici comunali a dare risposta entro 90 giorni ai quesiti posti dai quartieri. Questa tempistica, avrebbe fatto capire il segretario, rischierebbe di mettere in affanno gli uffici dell'ente.
A dir la verità, i dubbi di Criscuolo erano antecedenti alla commissione di mercoledì scorso. E così la votazione del Regolamento dovrà ancora aspettare. Quanto? Probabilmente fino a lunedì 6 maggio e il perché è legato ai numeri.
Ma facciamo un passo indietro. Il nuovo Regolamento prevede il superamento dei Ccv istituiti durante l'amministrazione Pizzarotti: al loro posto ci saranno i Laboratori di quartiere che però, a differenza dei primi, non saranno più elettivi (per farne parte basterà l'iscrizione a un Albo, previa raccolta di 25 firme). Il funzionamento dei Laboratori è stato però definito «nebuloso», «vago, complesso». «Ci sono troppi vulnus in questo Regolamento. Ho la certezza che andrà incontro a un grandissimo fallimento», aveva detto Priamo Bocchi, capogruppo di FdI, in commissione.
Di sicuro le modifiche al Regolamento innescano un meccanismo complesso, in quanto comportano la revisione di alcuni articoli dello Statuto comunale (a causa di una serie di rimandi fra i due documenti), ma è qui che per la maggioranza in consiglio comunale la situazione diventa complicata. Già, perché per modificare lo Statuto non basta la maggioranza semplice: servono i due terzi dei voti del consiglio, che ha 33 votanti (di cui 20 fra i banchi della maggioranza formata da Pd, Effetto Parma, Prospettiva e Sinistra coraggiosa), sindaco compreso. Tradotto, per approvare le modifiche allo Statuto in prima battuta servirebbero 22 voti favorevoli. Un miraggio per il centrosinistra, perché è molto probabile che Effetto Parma esprime due dissidenti: Ines Seletti e Cristian Salzano, sempre più critico con la sua maggioranza.
In soccorso potrebbero arrivare il «verde» Enrico Ottolini - a cui la maggioranza ha promesso di votare una mozione in difesa della biodiversità - e il civico Dario Costi, che già in occasione del bilancio di previsione 2024 si espresse con un'astensione molto benevola verso l'amministrazione Guerra. Ma anche in questo caso il centrosinistra arriverebbe a 21 voti. Mancherebbe ancora un «sì».
Per superare l'impasse c'è una strada: fare una prima votazione (magari lunedì 6 maggio), non raggiungere i due terzi dei voti favorevoli e poi procedere con un'altra votazione. O meglio, con altre due votazioni che richiedono entrambi una maggioranza più «leggera» di 17 voti ciascuna.
In maggioranza sono alle prese con il pallottoliere e con il calendario, per capire se a maggio – salvo imprevisti nella revisione del Regolamento – ci saranno i voti necessari fra le fila del centrosinistra. Nel frattempo c'è chi spera di attirare nell'orbita dei pro amministrazione anche la consigliera comunale di Azione, Serena Brandini, alla luce dell'accordo elettorale in vista delle europee fra l'ex sindaco Federico Pizzarotti (ancora un punto di riferimento per Effetto Parma) e Carlo Calenda, leader proprio di Azione. Chissà però se da qua al voto in consiglio la maggioranza perderà pezzi: gli occhi sono puntati su Salzano. Un dato è certo: il Regolamento sulla partecipazione, quello che dovrebbe mandare in pensione i Ccv, deve ancora vedere la luce. E dopo quasi due anni di gestazione, anche parlare di percorso travagliato pare un eufemismo.
Pierluigi Dallapina
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