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Fondazione Banco Alimentare

Maggiori: «L'eccedenza? Facciamola diventare una risorsa preziosa»

Maggiori: «L'eccedenza? Facciamola diventare una risorsa preziosa»

di Giovanna Pavesi

09 Maggio 2024, 03:01

Evitare gli sprechi, sensibilizzare e recuperare l’eccedenza a favore di chi si trova in difficoltà o in condizioni di povertà alimentare. Questo è ciò che, da sempre, fa Fondazione Banco Alimentare Onlus e la sua presenza, a Cibus, lo conferma.

Ieri mattina, in occasione di una tavola rotonda dedicata al tema, aperta dal professore Franco Mosconi, presidente delle Fiere di Parma, sono stati presentati i risultati dell’indagine sulle eccedenze e sullo spreco alimentare dell’industria della trasformazione, promossa da Banco Alimentare e realizzata dal Food Sustainability Lab della School of Management del Politecnico di Milano, con un’integrazione a cura di Fondazione per la Sussidiarietà. «Abbiamo visto che le aziende più strutturate sono più propense a donare, perché controllano meglio i cicli, le medie un po’ meno e sulle piccole bisogna lavorare - ha detto Salvatore Maggiori, direttore generale Fondazione Banco Alimentare Onlus -. Il tema è far capire che l’eccedenza può essere una risorsa». Il concetto lo ha chiarito Paola Garrone, professoressa di Business and Industrial Economics e responsabile scientifico del Food Sustainability Lab (Politecnico di Milano School of Management), presentando i dati: «Chi dona? Le imprese attive nel misurare, monitorare e gestire, cioè quelle che più presidiano i processi e, quindi, anche quelle meglio disposte verso la prevenzione, pianificando la produzione in maniera accurata». Per la docente «la donazione si trascina anche i processi dell’economia circolare»: «La donazione per scopi sociali e il riciclo per scopi ambientali si tengono insieme e questo porta a una riduzione complessiva dello spreco». «Il processo di dono è qualcosa che ha a che fare con l’efficienza aziendale - ha aggiunto Giorgio Vittadini, presidente Fondazione per la Sussidiarietà -. Abbiamo poi osservato come l’ente che fa aumentare le donazioni a Banco Alimentare deve avere due caratteristiche, cioè una struttura centrale, come interlocutore, ma anche una ramificazione sul territorio». Nel panel di approfondimento, Andrea Belli (Relazioni esterne del Gruppo Barilla), Andrea Benini (Consigliere delegato alla sostenibilità, Gran Terre spa) e Giuseppe Tammaro (direttore vendite Italia del Gruppo La Doria) hanno esaminato i numeri e le tendenze evidenziate dalla ricerca. «Metà della popolazione mondiale soffre il problema dell’accesso al cibo e l’altra metà l’eccesso di cibo - ha spiegato Belli, ricordando come Barilla siano i primi contributori per volumi donati in Italia a Banco Alimentare -. Sull’accesso di cibo la devoluzione alimentare è un’iniziativa progettuale rilevante e farla con una struttura capace e competente come Banco Alimentare è garanzia d’affidabilità e serietà. Il workshop ha dimostrato come l’integrazione tra azienda ed enti del Terzo Settore possa portare valore e beneficio alla comunità locale». Per Mosconi, l’iniziativa del Banco Alimentare «si regge sulle collaborazioni con le imprese, a cominciare dalle più grandi» e poi a seguire con le medie e le piccole: «Fare questa iniziativa all’interno del nostro salone internazionale, in cui ci sono tutti i marchi che contano del Made in Italy facilita questo contatto». «Non è una questione di una buona azione che si fa, è proprio una logica con cui si concepisce il lavoro, l’organizzazione e i processi aziendali - ha concluso il presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus, Giovanni Bruno -. Considerare nei processi aziendali anche l’eventualità che si creino delle eccedenze, che queste non vadano sprecate e come utilizzarle è fondamentale».

Giovanna Pavesi

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