PROTESTA
Continua la polemica sulle nuove regole sulla sosta in città. Dopo l'acceso dibattito in consiglio comunale (che ha visto dure critiche, oltre che dalla minoranza, da Stefano Cantoni del Pd), ora a farsi sentire sono i medici di famiglia, che puntano il dito contro l'abolizione dei permessi «multitarghe», che consentivano ai medici di utilizzare due auto (e fino a tre) per andare a visitare i pazienti nelle zone a traffico limitato.
«La convenzione in vigore da una decina di anni permetteva di usare due auto, ovviamente sempre guidate dal titolare del permesso - dice Antonio Slawitz, segretario provinciale dello Snami, il Sindacato nazionale autonomo medici italiani - Il nuovo piano sosta rischia di creare problemi non solo a noi medici, ma anche ai pazienti se dovesse avere un guasto, o per vari motivi non fosse utilizzabile, la prima auto. Già siamo in una situazione di carenza di medici di base: il nuovo piano sosta limita ulteriormente l'assistenza domiciliare. L'alternativa ad oggi resta rassegnarsi ad una multa e poi contestarla, o chiedere permessi ad hoc. Tutto diventa più complicato».
Le stesse critiche erano arrivate nei giorni scorsi da Cantoni, che ha parlato di «limiti anacronistici ai medici convenzionati Ausl che hanno tempi prestabiliti in caso di visite o interventi domiciliari in Ztl e divieto assoluto nelle zone “sensibili”. Una misura che va contro lo sviluppo auspicato del sistema assistenziale verso una maggior domiciliarità degli interventi. La sola concessione dei permessi gratuiti ai medici non risolverà i problemi che si verranno a creare».
Sulla questione interviene anche Fabrizio Pallini del gruppo consigliare «Vignali sindaco», e anche lui medico.
«Il piano sosta voluto da Infomobility e deliberato dalla Giunta, che sta creando notevoli polemiche in città, va purtroppo a toccare anche i medici di famiglia - scrive Pallini - Oltre l'aumento dei prezzi, l'abolizione dei permessi multi targa, la soppressione delle due ore gratuite, l'accesso al centro storico con un solo permesso, l'estensione indiscriminata delle righe bianche e blu, ora anche l'abolizione del secondo permesso (tra l'altro a pagamento) ai medici di famiglia. Permesso per le visite domiciliari da utilizzare in caso di rottura, riparazioni e altre necessità: un ulteriore restringimento ad un servizio fondamentale per la salute dei cittadini pazienti. Cosi come pure il divieto di parcheggio nelle cosiddette zone sensibili (cosa c'è di più sensibile di portare aiuto alla sofferenza umana?) anche in caso di chiamata urgente, obbligando il medico a trovare parcheggi lontani con gravi rischi per la salute dei pazienti».
Pallini critica inoltre «l'impossibilità di utilizzo delle corsie preferenziali, per un servizio, quello della salute, che ci pare, pur nel rispetto di ogni altra attività, importante, se non più, di chi la sta già utilizzando. Inoltre - continua Pallini - un limite di tempo (anche nelle zone concesse) per le visite a domicilio comprese anche quelle in Adi (Assistenza domiciliare integrata, che coinvolge anche gli infermieri). Servizi importantissimi per i malati anziani e fragili in particolare. È davvero difficile concepire un piano sosta che non tenga conto delle esigenze di chi si fa carico della salute dei cittadini come i medici di medicina generale, guardia medica compresa. Confidiamo che chi dovere tenga conto di queste necessità, che prima o poi in ambito sanitario toccano tutti, e si correggano queste distonie».
Monica Tiezzi
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