Lutto
L'insegna in quel periodo dell'anno si accendeva come una stella cometa in strada della Repubblica. I bambini scandivano quelle due sillabe illuminate e sognavano incantesimi. Sapevano bene che in quei giorni Santa Lucia e poi Babbo Natale prendevano casa lì sotto o in via Mazzini o in via D'Azeglio. Una volta, Cristina Roccon la fece conoscere di persona, Santa Lucia, arrivata con il suo asinello nel cortile sul retro del negozio. E chissà quanti bambini di allora conservano la foto dell'incontro. Chissà quanti nonni, genitori e adulti di oggi hanno impresso nella memoria il sorriso di Cristina: contagioso, pieno di calore al punto di fare dimenticare anche il gelo di dicembre appena oltre l'uscio. Cristina Roccon ha lasciato quel sorriso dietro di sé, andandosene per sempre. Aveva 71 anni, portati da eterna ragazza che per quanto possibile ama riempire la vita degli altri di giocattoli. Di gioia.
Così come di gioia e d'amore è stata piena la sua. Nata in via dei Farnese, Cristina aveva conosciuto il marito Carlo Sartorio, titolare dell’antica ditta di rappresentanza di vini e dolciumi «Michele Braida Bruno». Dal padre Giorgio, tra i più noti commercianti della città, aveva ereditato la verve e la simpatia parmigiane unite all’estro di chi sa fare del passante un possibile cliente. Un esempio tra tanti: il Subbuteo in vetrina durante i Mondiali dell'82, aggiornato con le squadre in campo, spesso anche con le azioni dei gol. Era un'esteta, Cristina Roccon. Lo è stata con i giocattoli, lo è stata con gli eleganti capi di abbigliamento per i più piccini che - dopo aver scelto di cambiare settore - sceglieva di persona a Firenze a Pitti Moda.
Orgogliosa di essere stata una parrocchiana dell’Annunziata e una devota di padre Lino, come ricordava con grande commozione padre Pietro Rossi, già parroco per anni dell’Annunziata, amico della famiglia Roccon sempre al fianco del francescano, specie nel mese mariano e per la processione della Vergine della Grazia venerata nell’oratorio di via Farnese. Da volontaria, Cristina collaborava con padre Filippo della comunità benedettina, illustrando ai turisti le bellezze della badia di Torrechiara e del monastero di San Giovanni. Amava essere utile al prossimo e viaggiare, credeva nell’amicizia e nella famiglia e, per lei, la Vigilia di Natale, era un momento ancor più sentito perché le permetteva di rivivere nella cena di magro e nella veglia le tradizioni dei suoi vecchi: dall’albero al presepe allestito con il marito Carlo agli addobbi natalizi con cui adornare ogni angolo dalla casa. Cristina Roccon ha affrontato la malattia con grande coraggio e dignità, testimoniando la propria umanità ai suoi cari, ai medici e agli infermieri. Adorava la famiglia: il marito Carlo al quale era legatissima, i figli Chiara, impiegata, e Carlo Alberto, avvocato, e i nipoti Cristina, Francesca e Caterina. Com’era pure molto legata al genero Marco, ai fratelli Massimo e Monica e ai cognati. Da Boston, per darle l'ultimo saluto, è partita anche Shannon, ospitata in casa Roccon, fino a diventare la «figlia americana», quando studiava a Parma. Il rosario sarà celebrato questa sera alle 19,30 alla badia della Madonna della neve di Torrechiara, i funerali domani alle 10, in San Giovanni Evangelista.
A Lorenzo Sartorio le sentite condoglianze della redazione della Gazzetta di Parma per la scomparsa della cognata Cristina.
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