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Allarme

Dopo la rapina l'ennesima rissa. E al parco Falcone e Borsellino cresce la paura

Dopo la rapina l'ennesima rissa. E al parco Falcone e Borsellino cresce la paura

di Michele Ceparano

15 Giugno 2024, 03:01

Parco Falcone e Borsellino, cresce la paura tra frequentatori e residenti della zona. «Non mi faccio scoraggiare e continuerò a venire qui con mio nipote. Certo, l'ambiente non è sempre dei migliori. Anzi. Anche alla mattina c'è da stare in campana». Chi parla è un nonno, frequentatore del parco Falcone e Borsellino. Quello che uno dei più grandi polmoni verdi della città negli ultimi giorni è salito alla ribalta della cronaca non come «casa» delle famiglie e di chi pratica sport, ma come teatro di episodi di cronaca nera.

A quello del sedicenne, picchiato e rapinato dei capi d'abbigliamento appena acquistati e perfino delle scarpe che indossava da una baby gang alcuni pomeriggi fa - episodio raccontato sulla Gazzetta di ieri da Anna Pinazzi - si è aggiunto un altro fatto preoccupante, avvenuto giovedì poco dopo le 23, sempre in zona parco.

In largo Emanuele Muzio Donnino, a ridosso del parcheggio tra via Mantova e, appunto, il Falcone e Borsellino, è scoppiata una rissa in cui due persone, un 47enne e un 33enne italiani, sono rimasti feriti. Nel parapiglia, in cui è rimasto lievemente ferito anche un diciottenne nordafricano, sono sicuramente volati calci e pugni ma c'è chi racconta che siano spuntati anche dei coltelli. L'episodio è ora al vaglio della Squadra Volanti della questura, intervenuta sul luogo della rissa insieme alle ambulanze del 118.

Sia il 47enne e il 33enne sono stati poi rapidamente dimessi dal pronto soccorso con prognosi minime. Ma, al di là dei numeri, questo episodio sta mettendo ulteriormente in allarme i frequentatori abituali dell'area verde.

«Qui c'è proprio di tutto - prosegue il combattivo nonno e mentre parla indica con il dito le panchine non lontane dall'area giochi per i bambini -. Io abito qui in zona e porto mio nipote solo al mattino, ma vedo sempre degli stranieri seduti che spacciano». Parla chiaro l'anziano. «E a chi spacciano? Agli italiani. C'è l'offerta, che è certamente straniera, ma la domanda è nostrana. Se non ci fosse nessuno che compra, lo spaccio non esisterebbe. Non trova?». Difficile obiettare.

«Questo è un bel parco - prosegue -. Bisogna, però, tenere gli occhi aperti. Ad esempio, è importante fare gruppo con altri genitori e nonni». Sorride: «A dire il vero, di questi tempi, più nonni che genitori». Racconta che un giorno ha anche affrontato un gruppo di stranieri chiedendogli ragione del loro comportamento. «Uno mi ha risposto - conclude -: “Hai tu un lavoro da darmi?”. Gli ho spiegato che, comunque, in mancanza d'altro, il “lavoro” che si è scelto non va bene».

Tra gli habituée del parco c'è un uomo che fa jogging. «Vengo da trent'anni e quando ho cominciato questa zona era un paradiso - spiega -. Adesso, invece, qui spacciano anche al mattino (sono le 11 e si comincia già a notare un certo “movimento”, ndr)».

Le sue parole «ricalcano» quelle del nonno di prima: «Si vedono spesso degli stranieri che lasciano qualcosa tra la vegetazione che poi viene raccolto da gente che mi sembra italiana. Io di solito corro un'ora e mezza e in questi “scambi” mi sono imbattuto più volte. Noto anche transitare le forze dell'ordine, ma le notano anche questi gruppetti di stranieri e spesso se la danno a gambe».

Si allena al parco Falcone e Borsellino anche uno studente tedesco, in Italia con il progetto Erasmus. «Ubriachi e spacciatori qui non mancano mai - commenta - ma io tiro dritto senza guardarli troppo e concentrandomi sul jogging. Meglio, comunque, venire qui di giorno perché quando scende la sera è il momento peggiore». In una mattina di sole come quella di ieri non poteva mancare una mamma con le sue bambine. «Ci mettiamo sempre qui nell'area bimbi - spiega mentre prepara il picnic - perché è frequentata da altre famiglie ed è un po' defilata rispetto ad altre zone del parco in cui a dire la verità è meglio non addentrarsi troppo».

Michele Ceparano

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