Lutto
Tanto era ferrato e profondo nei segreti e nella conoscenza della propria materia, quanto era umile e schivo a qualsiasi tipo di ribalta. Uno scienziato vero, una bella mente aperta che spaziava dalla fisica a tante altre discipline scientifiche che studiò ed indagò una vita consultando migliaia di volumi e tomi che impreziosivano la biblioteca del suo studio.
Massimo Pauri, nota e stimatissima figura di scienziato e di docente nel nostro Ateneo, è scomparso nei giorni scorsi all’età di 90 anni. Milanese di nascita, laureatosi in Fisica all’Università di Milano alla fine degli anni Cinquanta, negli anni Sessanta divenne assistente di Fisica teorica all’Università di Parma per poi salire in cattedra nel 1976 come professore ordinario docente di Metodi matematici per la fisica e di Relatività e quanti. Professore emerito nel 2000, fu insignito della civica onorificenza del Premio Sant’Ilario nel 1997.
«Pauri è stato - come ricorda il professor Enrico Onofri - uno scienziato di fama internazionale, membro dell’Academie Internationale de Philosophie des Sciences. Fisico teorico, ha dedicato la sua attività prevalentemente allo studio dello spazio-tempo nel contesto della teoria di Einstein (relatività generale), approfondendone anche gli aspetti filosofici. Ha fornito contributi importanti a relatività, meccanica quantistica e alle basi matematiche della meccanica classica. Nell’ultimo periodo si è dedicato prevalentemente ai suoi studi di filosofia della scienza. Autore di numerosi lavori su riviste è stato maestro di tantissimi giovani fisici, uno dei quali è attualmente leader di un gruppo del Jet Prop. Lab. in California e conduce esperimenti sulle onde gravitazionali che hanno rivelato per la prima volta un segnale gravitazionale originato dalla coalescenza di due buchi neri». Era una persona molto buona, il «prof», fu un padre molto presente, un nonno premuroso anche se possedeva un carattere non facile, tipico degli uomini di scienza, in quanto era sempre e costantemente dedito ai suoi studi, alla ricerca ed alla conoscenza.
Ed era talmente scrupoloso nella sua professione che, da persona intelligente ed illuminata, non ostentava mai facili certezze testimoniando un’etica professionale davvero straordinaria e riconosciutagli da tutti i colleghi. Amava fare passeggiate con gli amici in Cittadella come pure amava la nostra città.
Tenne corrispondenza con i più noti fisici mondiali come il Nobel Rubbia ed altri studiosi di fama internazionale che lo rispettavano e lo stimavano. Rimasto vedovo della moglie Marta lo scorso anno, era molto legato ai figli Matteo ed Elisabetta come pure fu una guida saggia e lungimirante per gli adorati nipoti Anna, Bianca, Giovanni e Giorgio.
Lorenzo Sartorio
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