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PIAZZALE SAN FRANCESCO

Molti applausi per Massini e Jannacci

Molti applausi per Massini e Jannacci

di Emanuele Marazzini

18 Giugno 2024, 03:01

Il Festival della Parola si è riconfermato un crocevia culturale molto frequentato ed apprezzato anche domenica sera con «L’uomo nel lampo», lungamente applaudito spettacolo-concerto di Stefano Massini e Paolo Jannacci. Il palco all’ombra di San Francesco del Prato è stato dapprima scaldato dalla voce decisa di Benedetta Rocchetti di UdU Parma (Unione degli Universitari) che, cifre alla mano, ha rimarcato la necessità democratica della tutela dello studio, diritto costituzionale per nulla difeso dall’attuale governo. Un esordio potente a cui i monologhi del drammaturgo fiorentino sul tema delle morti bianche - intervallati da alcuni pezzi di Jannacci davvero ben eseguiti (lui al pianoforte, Daniele Moretto alla tromba) - si sono allineati per efficacia stilistica. Prima storia, risalente a questo febbraio: l’ex panificio militare di Firenze dev’essere riqualificato in un Esselunga: generando un fungo di polvere simile a quello dell’11 settembre, una trave portante di quindici metri crolla e dieci operai vengono travolti. Si scoprirà poi che le vittime (quattro) non dovevano essere lì perché avevano un contratto da metalmeccanici e non da edili. Motivo? Perché conveniva maggiormente al momento dell’assunzione. Tuttavia pure una semplice schedina del Totocalcio la dice lunga su come gli italiani abbiano sempre inteso l’imperativo del mestiere: a chi la giocava, infatti, è stato richiesto per anni di scrivere sul retro la propria professione perché non era concepibile l’idea che la si potesse lasciare, nel caso si fosse vinta la somma desiderata. No, i soldi dovevano essere investiti per fare carriera o migliorare il proprio status, come la cameriera che d’un tratto poteva comprare l’albergo dove serviva, senza sognarsi affatto di darsi alla bella vita ai Caraibi. Il culto tricolore della fatica e del fatturare, dunque. A cui però Massini ha opposto le efficaci parole della poesia-litania «Buona giornata!» (la frase quotidiana che auguriamo a chi esce di casa è diventata il pretesto per passare in rassegna ogni tipo di lavoro precario) e la lettera in versi di un giovane operaio al suo padrone che lo ha licenziato con un sms. Dalla perdita della dignità a quella della vita il passo è, purtroppo, sempre breve: basti pensare al caso di Isabella, 34 anni, di Ostia: per raggiungere il bar a Roma dove lavorava doveva prendere mezzi di ogni tipo. Se a ciò si aggiungevano gli straordinari e le tempistiche del ritorno, quasi sempre non riusciva a rincasare prima di mezzanotte. Pronta, poche ore dopo (alle 4!), a rimettersi sulle spalle il pesante zaino della propria routine. Nel 2012 si è accasciata sulla banchina della stazione metro di Termini, schiantata dallo sforzo... Prima di chiudere - intonando con Jannacci il bel brano portato a Sanremo 2024 «L’uomo nel lampo» -, Massini ha ricordato la figura di Andrea Raia, sindacalista siciliano assassinato dalla mafia ottant’anni fa e il poco noto incidente di Monongah (Virginia, 1907) che per numero di minatori italiani morti supera persino la tragedia di Marcinelle.

Emanuele Marazzini

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