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Angelo Manfredini resta alla guida del Centro di coordinamento dei Parma Clubs: «Portare ancora più tifosi allo stadio»

Angelo Manfredini resta alla guida del Centro di coordinamento dei Parma Clubs: «Portare ancora più tifosi allo stadio»

di Vittorio Rotolo

04 Luglio 2024, 03:01

Quindici anni da presidente del Centro di coordinamento dei Parma Clubs, un amore viscerale per i colori crociati e un proposito costantemente presente nella sua azione quotidiana. Che è poi un principio indissolubile di questa associazione. «Portare gente allo stadio» ripete come un mantra Angelo Manfredini, che martedì sera è stato confermato anche per il prossimo triennio alla guida della «grande e bella famiglia» di un sodalizio che raccoglie una cinquantina di club, nel nostro territorio ma anche sparsi per il mondo («Persino ad Hong Kong e in Australia» fa notare Manfredini). Club che esprimono un «patrimonio» di oltre 4.000 tesserati. «Quello di presidente è un ruolo che mi onora e che cercherò di ricoprire con immutata passione e senso di responsabilità» dice. Con Manfredini ci sarà un gruppo rodato e affidabile che comprende tanti volti noti del tifo crociato, a cominciare da Bruno Bia e Giorgio Iotti nelle vesti di vice presidenti. «Sono accanto a me fin dal mio primo mandato – ricorda Manfredini -: tra noi c'è grande sintonia e comunanza di vedute. Ci facciamo interpreti – aggiunge – della necessità di far avvicinare quante più persone possibili al Parma Calcio, di rinnovare e tramandare il valore di una fede autentica, di ribadire un sostegno incondizionato alla causa. Con il ritorno in serie A, dopo la d strepitosa cavalcata della passata stagione, vogliamo stringerci ancora più vicino ai nostri calciatori affinché non si sentano mai soli e possano sempre onorare la maglia».

Il futuro del Centro di coordinamento dei Parma Clubs è roseo. «La nostra associazione – spiega il suo leader – dovrà continuare ad essere inclusiva, aperta al dialogo e alla comunità. Mi preme sottolineare, al di là delle iniziative legate al Parma Calcio e che in tutti questi anni abbiamo portato avanti a beneficio dei tifosi, la valenza delle numerose azioni di solidarietà che ci hanno visti protagonisti: le donazioni alle associazioni, all'Ospedale dei bambini, alla Croce Rossa, ai più bisognosi. La generosità, la sincera partecipazione emotiva, la voglia di non lasciare indietro nessuno costituiscono il cuore pulsante del Centro di coordinamento. E sarà ancora così».

Un pensiero speciale, Manfredini, lo rivolge a chi lo ha preceduto. «Mario Venturi, che del nostro Centro di coordinamento è stato il fondatore nel lontano 1971, anche se il riconoscimento della nostra associazione da parte del Parma Calcio avverrà soltanto dieci anni dopo. E poi gli altri storici presidenti, Franco Grossi e Paolo Medioli da cui ho raccolto il testimone. Sono tutte persone che hanno lasciato un'impronta indelebile in questa realtà di tifo organizzato. E da loro ho avuto la possibilità di imparare moltissimo: il coordinamento è parte della mia vita dal 1985, lo stesso anno in cui fondai il Parma Club Farnese, inaugurato da Sacchi, Carmignani e da Zannoni, all'epoca uno dei giocatori più rappresentativi dei gialloblu».

Per Manfredini il momento più bello della sua presidenza resta «la rinascita del Parma dopo il fallimento». Era il 2015, nove anni fa. Ma il ricordo di quei giorni lo emoziona ancora. «Ripartire dalla serie D voleva dire che la nostra squadra del cuore non era morta, che esistevamo ancora» scandisce.

Vittorio Rotolo

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