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GIUSTIZIA

Abolito l'abuso d'ufficio. I sindaci concordi: «Bene, reato troppo vago»

Abolito l'abuso d'ufficio. I sindaci concordi: «Bene, reato troppo vago»

di Luca Molinari

06 Luglio 2024, 03:01

La Camera giovedì ha approvato - in seconda lettura - l'abolizione del reato di abuso d'ufficio.

La notizia è stata accolta con favore dai sindaci del nostro territorio, seppur con qualche distinguo. C'è chi si limita a sottolineare la bontà del provvedimento e chi, invece, pur commentando positivamente l'abolizione del reato, ribadisce la necessità di fare maggiore chiarezza e mettere mano all'insieme delle norme sulle responsabilità dei sindaci.

Al centro del dibattito anche l'introduzione di un nuovo reato: il «peculato per distrazione». Secondo alcuni è un modo per far riapparire l'abuso d'ufficio sotto false vesti. Critica anche l'Associazione nazionale magistrati. Il Guardasigilli però ha spiegato che il nuovo reato «non ha niente a che vedere con l'abuso di atti di ufficio».

Il sindaco di Parma, Michele Guerra, afferma: «È dall’inizio del dibattito sull’abuso d’ufficio che ho sostenuto che occorreva un intervento importante, che desse risposta ai dati numerici, che ci dicono che oltre il 93 per cento dei casi si chiude con la piena assoluzione, pur mettendo intere amministrazioni e singoli amministratori a lungo al centro delle cronache».

Anci «si è schierata con nettezza su questo tema e pertanto oggi- prosegue lo stesso Guerra - va riconosciuta la rilevanza di un intervento che auspico faciliti il lavoro della pubbliche amministrazioni, che è ciò che tutti noi come cittadini ci auguriamo ogni giorno. Questo provvedimento non cambia e non indebolisce l’importanza e la centralità dei controlli sugli enti pubblici, che devono garantirci dal pericolo che i sistemi decisionali vengano infiltrati da azioni contrarie alla giusta gestione della responsabilità pubblica».

Più critico Davide Malvisi, neo sindaco di Fidenza. «Quello sull'abuso d'ufficio rischia di essere un pasticcio di cui non si sentiva davvero il bisogno - dichiara -. C'era invece l'esigenza reale di fare chiarezza, sottraendo i sindaci a una responsabilità priva di confini precisi e perciò pericolosa per la certezza del diritto e, mi permetto di aggiungere, per la serenità di chi amministra una comunità. Sono un neo sindaco e in questi anni ho visto troppi colleghi messi sotto accusa, per poi essere clamorosamente scagionati, in moltissimi casi solo per aver fatto il proprio lavoro. Questa soluzione rischia di peggiorare le cose: da una parte il Ddl Nordio cancella l'idea stessa di abuso d'ufficio, dall'altra, si è reinserito il reato attribuendogli un nuovo nome».

Simone Dall'Orto, sindaco di Traversetolo, non nasconde la soddisfazione per l'abolizione dell'abuso d'ufficio. «I casi di sussistenza del reato di abuso d’ufficio sono davvero rari e la stragrande maggioranza dei processi si chiude con delle assoluzioni - spiega -. Ciò significa che questo reato non riesce a colpire eventuali pratiche illecite, degli amministratori o dei dipendenti pubblici, che è doveroso invece vengano perseguite con la massima tempestività in caso di corruzione, peculato, turbativa, insomma per tutte quelle condotte tipiche che già sono doverosamente punite dal nostro ordinamento. Il rischio, con l'abuso d'ufficio, era solo quello di esporre inutilmente persone alla gogna mediatica».

Per Nicola Cesari, sindaco di Sorbolo Mezzani, «l’eliminazione semplifica e modifica in modo capillare l’aspetto normativo, tecnico e processuale, soprattutto in virtù del fatto che fino ad oggi molti episodi finivano in nulla». «Auspico però che per qualcuno, durante l’esercizio delle proprie funzioni amministrative o istituzionali - aggiunge - ciò non si trasformi nell’occasione per operare alla leggera».

«Giusta l'abolizione di questo reato - commenta Fabio Fecci, sindaco di Noceto - perché i sindaci sono gravati da tantissime responsabilità. Questo non significa non dover più rispettare le leggi, perché chi sbaglia deve pagare. Bisogna però mettere i sindaci in condizione di poter lavorare serenamente, alleggerendo la burocrazie e senza campagne diffamatorie che in tantissimi casi finiscono con assoluzioni».

Gianpaolo Serpagli, sindaco di Bedonia, approva l'abolizione dell'abuso d'ufficio, ma «la norma andava rivista in modo diverso». «Sicuramente la situazione attuale è migliore della precedente - premette - ma bisognava riprendere in mano la legge Bassanini e ripensarla dialogando con gli enti locali. Prima di scrivere o cambiare leggi sulle materie che riguardano gli enti locali, bisognerebbe contattare almeno un sindaco di un grande e uno di un piccolo comune, oltre che un funzionario degli enti locali, altrimenti si rischia di fare interventi a spot poco efficaci».

Luca Molinari

© Riproduzione riservata

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