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Battaglia legale

Contratto disdetto e maxi risarcimento a Erreà: il Tribunale condanna il Parma

Contratto disdetto e maxi risarcimento a Erreà: il Tribunale condanna il Parma

06 Luglio 2024, 03:01

È arrivato dal Tribunale di Parma il triplice fischio sulla storica partnership tra il Parma calcio 1913 ed Erreà Sport, l’azienda di San Polo di Torrile fondata da Angelo Gandolfi oltre 35 anni fa.

E la sentenza è stata pesante per il club gialloblù, condannato a riconoscere ad Errerà un maxi indennizzo, oltre ad interessi e spese legali, per avere interrotto anticipatamente, e in modo incoerente rispetto al contratto, l’accordo di sponsorizzazione tecnica che legava il club all’azienda di San Polo di Torrile. La somma quantificata dal giudice civile Marco Vittoria è di circa un milione e mezzo di euro.

La partnership, che intercorreva tra Parma ed Erreà da oltre quindici anni, è finita nelle aule di giustizia in ragione della decisione del club, nel corso del campionato di Serie B 2022/2023, di cambiare lo sponsor tecnico, firmando un contratto con Puma e risolvendo anticipatamente quello con Erreà, senza riconoscere all’azienda di abbigliamento sportivo la penale prevista in caso di scioglimento anticipato del contratto. Una decisione, che ora, sulla base della sentenza di primo grado, costerà cara alla società di Krause, che si era per prima rivolta al Tribunale di Parma per ottenere una riduzione della penale dovuta in caso di recesso anticipato.

«È importante fare chiarezza – dichiara alla “Gazzetta” l’avvocato Mattia Grassani, difensore della società di San Polo di Torrile, commentando l’esito della causa – mi preme sottolineare che a rivolgersi al Tribunale è stato il Parma calcio e non la mia assistita. Il Tribunale ha respinto integralmente le argomentazioni e le richieste del club, accogliendo, invece, la domanda riconvenzionale di Erreà Sport per ottenere il pagamento della penale contrattualmente prestabilita, in modo analitico e dettagliato, in caso di risoluzione anticipata unilaterale del contratto. Una somma che il Parma non intendeva corrispondere, così da costringere Erreà, a tutela delle proprie aspettative di proseguire la collaborazione sino alla sua naturale scadenza, a presentare domanda riconvenzionale tesa al riconoscimento del proprio diritto al pagamento della penale».

«Erreà, quindi, si è vista accogliere integralmente la richiesta formulata in sede di giudizio, in risposta all’iniziativa del Parma – prosegue l’avvocato Grassani– a ristoro del pregiudizio subito dall’iniziativa del club di terminare in anticipo la sponsorizzazione, con condanna della società calcistica al pagamento, oltre che dell’indennizzo, degli interessi e delle spese legali».

«Non è tanto importante il risarcimento ottenuto. Molto più importante, per Erreà e per la famiglia Gandolfi, è stato vedersi riconosciuta la storia quasi ventennale di una partnership onorata sempre con grande professionalità, ma interrotta senza alcun preavviso, con una mera comunicazione via mail».

E da quanto filtra da persone vicine alla famiglia Gandolfi, sarebbe stata proprio la modalità utilizzata dal Parma calcio nell’interruzione del rapporto di partnership, senza nemmeno un confronto o una telefonata da parte del presidente, a deludere maggiormente l’azienda del nostro territorio, dopo 17 anni e mezzo di lavoro dedicato al Parma calcio.

Come i tifosi ricordano bene, Erreà non è stata infatti “solo” lo storico sponsor tecnico del Parma calcio (dal 2006, con il ritorno della maglia crociata), ma anche protagonista e artefice della rinascita della squadra nel 2015. Angelo Gandolfi, tifosissimo crociato, era stato infatti tra i primi imprenditori della nostra città a rispondere positivamente all’iniziativa di Nuovo Inizio, che in soli tre anni riportò il club crociato dalla Serie D alla Serie A. Molti ricorderanno come il 17 luglio 2015, giorno della presentazione del nuovo Parma calcio, furono proprio i ragazzi e le ragazze di Erreà a tappezzare le porte di casa di migliaia di parmigiani con i fiocchi gialloblù e il bigliettino «È nato il Parma Calcio 1913». Con questi presupposti, era davvero difficile immaginare che il rapporto tra l’azienda e il Parma calcio potesse chiudersi in questo modo. Più che legittima, per carità, la voglia del nuovo Parma americano di legarsi a un grande brand internazionale. Sulle modalità utilizzate, come suggerisce la sentenza del Tribunale di Parma, rimane invece la sensazione che qualche inciampo ci sia stato.

Red. Sport

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