Degrado nella zona di via Trieste
Perché sia scoppiata la lite, perché gli animi si siano accesi fino ad arrivare alla furia è impossibile saperlo. Ma, d'altra parte, quelle persone avevano in corpo troppo alcol e chissà cos'altro per ragionare. E la rabbia, in quegli spazi pieni di immondizia e disperazione, impiega poco a diventare violenza. Quello però che colpisce è che in questo caso l'ira non si è esaurita con una esplosione momentanea. Ma si è trascinata per giorni.
Protagonisti di questa storia un paio di tunisini tra i 30 e i 40 anni, disperati senza documenti e con una vita più che raminga, senza una fissa dimora e ben noti alle forze dell'ordine, che qualche giorno fa si sono affrontati nelle stanze luride dove hanno trovato il loro riparo di fortuna. Parliamo di capannoni che in passato hanno ospitato attività artigianali tra via Trieste e viale Fratti, a due passi dalle strade piene di gente, ma abbastanza isolate da essere quasi invisibili. Quindi perfette per chi vive nell'ombra.
Qualche sera fa tra i due è nata una discussione che ben presto è degenerata. E una terza persona, che per ora è rimasta sconosciuta, per aiutare l'amico, ha pensato bene di prendere un bastone e darlo in testa all'avversario. La vittima, ferita gravemente, è poi finita all'ospedale dove ha rimediato una prognosi di una ventina di giorni, in cui però non ha avuto tempo di smaltire il dolore. Una volta tornata al solito antro con materassi a terra e bottiglie vuote, il confronto con l'altro tunisino è ripreso: la vittima, questa volta, ha rimediato una frattura del naso.
Sarebbe potuta finire qui: ma tra quei due ci deve essere qualcosa di irrisolto. E molto pericoloso: il feritore, infatti, poche ore fa ha contattato la vittima chiedendo di vederlo. Per chiedere scusa e scrivere la parola fine alla loro faida. La vittima, evidentemente più ingenua, ha accettato e si è presentata all'appuntamento in un locale della prima periferia: ma anche stavolta è andata male. L'altro, dopo pochi secondi, ha estratto un coltello, lo ha minacciato e poi gli ha strappato la catenina che portava al collo. A questo punto il rapinato si è rivolto ai carabinieri che hanno iniziato una veloce ma attenta indagine, che ha permesso di risalire al responsabile che è stato denunciato per rapina. Mentre sono ancora in corso accertamenti da parte dei militari per arrivare alla identità di chi aveva picchiato col bastone qualche sera prima.
Ma anche se l'indagine porterà ad un processo, resta aperta la situazione dei luoghi scenario di queste violenze: chi abita e lavora intorno a quegli ex spazi industriali abbandonati parla di un contesto di degrado e abbandono che preoccupa. E basta allungare lo sguardo all'interno per vedere giacigli di fortuna, resti di cibo. Persino uno stenditoio con panni stesi.
«Sono senzatetto, disperati che vediamo passare e infrattarsi la dentro», racconta la gente della zona, con preoccupazione, indicando finestre semi murate e cancelli chiusi con lucchetti arrugginiti. «Spesso sono ubriachi o fatti - aggiungono parlando di frequenti zuffe. - Abbiamo chiesto aiuto molte volte. Ma per ora non è servito a nulla».
Luca Pelagatti
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