×
×
☰ MENU

Il ricordo

Tragedia di viale San Michele. La mamma di Gabriele Salvadori: «Eri un gigante buono. Lasci un vuoto incolmabile»

Tragedia di viale San Michele. La mamma di Gabriele Salvadori: «Eri un gigante buono. Lasci un vuoto incolmabile»

20 Luglio 2024, 03:01

«Grande» lo è sempre stato. Anzi, «grandissimo» come sussurra mamma Francesca. Perché Gabriele «c'era sempre». per la famiglia, per gli amici e per la sua Panocchia. Un ragazzo che sapeva fare squadra.

A 22 anni i sogni sono tanti, ma Gabriele Salvadori aveva in tasca un progetto di vita: voleva diventare stilista di moda e ci sarebbe riuscito. Ma quella passione coltivata nel tempo si è spenta in pochi minuti: giovedì alle ore 18 in viale San Michele il 22enne che era a bordo della sua moto Guzzi è stato travolto da una Fiat Punto guidata da un 30enne e per il violento impatto è stato sbalzato contro un'auto parcheggiata. Nonostante i tentativi del 118 per rianimarlo e la corsa all'ospedale Maggiore, Gabriele non ce l'ha fatta: troppo gravi i traumi riportati. Le indagini sono in corso e l'attività di ricostruzione del terribile scontro sono affidate al reparto Infortunistica della polizia locale.

La notizia del tragico incidente in pieno centro città ha portato incredulità e un fiume di lacrime: a Parma e nella frazione di Panocchia, dove Gabriele viveva con mamma Francesca, papà Alberto e l'adorata sorellina Viola. Il dolore è inimmaginabile e la ferita troppo profonda per chi ha avuto la fortuna di conoscere una persona di valore, dalle spalle robuste e capace d'amore.

Nato il 10 giugno del 2002, Gabriele Salvadori si era diplomato all'Itis Leonardo da Vinci perito meccanico. Studio e tanto sport: fino a quattro anni fa aveva giocato come pilone nella Rugby Parma e ancor prima aveva praticato judo e ultimamente si era dedicato al padel, con cui aveva vinto diversi tornei, anche quello dell'Acer, l'azienda in cui lavora la mamma. Un ragazzo impegnato, che aveva deciso di seguire il suo amore per la moda e così si era iscritto alla Nuova accademia di belle arti al campus di Milano, Naba, una delle migliori università al mondo per il settore Art & Design. Un impegno premiato dai risultati che Gabriele sapeva ottenere, tant'è che stava firmando una sua speciale collezione: abiti e accessori, secondo un suo disegno e che avrebbero girato il mondo. Così come avrebbe voluto: aveva già messo in conto di fare esperienze all'estero, anche se per ora i viaggi erano pochi, oltre a quelle vacanze d'infanzia a Pinarella di Cervia, insieme alla famiglia. Un ragazzo aperto al mondo, studente a Milano e che ogni settimana tornava al «paese», in quella piccola frazione di Panocchia, là nella casa all'ombra della chiesa: «Gabriele era un ragazzo super - ricorda commosso Davide Guatelli, vice presidente del circolo «Il Ciclone» -. Sempre positivo e amante della compagnia. Gabriele sapeva coinvolgere giovani di diverse età in momenti belli e di condivisione: era un gigante buono, benvoluto da tutti. Era parte della squadra di Panocchia per i Giochi delle sette frazioni e membro del consiglio direttivo del Ciclone. Gabriele aiutava tutti e nonostante gli impegni di studio a Milano si dava da fare per Panocchia». Un ragazzo già adulto e molto intelligente: ambizioso certo, con la voglia di vivere in una metropoli e di volare oltre confine, ma sempre radicato nella piccola storia di «paese». E per quel circolo dove era considerato una colonna, un «trasportatore»: bastava un torneo di freccette o di ping pong per renderlo felice. Un esempio, in questo senso: attento al futuro e a un mondo che cambia, senza mai dimenticare le origini e quei principi ormai d'altri tempi che fanno di un giovane di 22 anni un uomo grande. Gabriele rimarrà nella memoria di tanti per la sua anima bella, come belli sono quei fiori posati su viale San Michele dopo il tragico incidente.

E sottolineano gli ex compagni della 5ªB dell'Itis Leonardo da Vinci di tre anni fa: «Forte a scuola così come lo era sul campo da rugby. Gabriele era molto gentile, il primo a offrire il caffé o la merenda a chi per una mattina si era dimenticato la moneta: un vero altruista. I prof, infatti, lo elogiavano sempre. Anche perché a scuola era bravo senza essere secchione. Poi le indimenticabili gite: con lui si scherzava sempre. Gabriele metteva gli amici davanti a se stesso. Aveva un grande dono, quello di saper unire tutta la classe. E ora la notizia della sua morte ci addolora tanto: non doveva succedere».

Ancora non si conosce la data dell'ultimo saluto, ma i messaggi si rincorrono e si riempiono d'affetto per un ragazzo che rimarrà nei pensieri di tanti, con la sua allegria e la sua generosità: un amico, un fratello e un compagno di cui essere orgogliosi.

«Gabri, il mio primo grande amore, la mia persona, la mia metà, il mio tutto - scrive l'inseparabile cugina Alessia -. Quante risate e quante cazzate fatte insieme, tante da non saperle quantificare. I suoi abbracci e il suo sorriso erano casa. Era il gigante buono e coccoloso della famiglia ed il nostro capitano della squadra dei cugini. La persona più pura che io abbia mai conosciuto. Rimarrai per sempre il mio gemello e ovunque sarai nel mio cuore resterai».

Ed è mamma Francesca a ricordare l'amore infinito per il figlio: «Il tuo arrivo è stato inaspettato ma ancora più inaspettata è stata la tua dipartita. La tua grandezza d’animo è sempre stata direttamente proporzionale alla tua fisicità: il gigante buono, gentile, rispettoso e attento ai bisogni degli altri. Sempre sorridente, quasi mai arrabbiato tranne quando vedevi ingiustizie e prese di posizione sui più deboli. Ci facevi tanto ridere e portavi allegria ovunque. Ero sempre preoccupata per i tuoi viaggi avanti e indietro da Milano, ma quella maledetta sera ti stavamo semplicemente e tranquillamente aspettando ignari di quello che ti stava succedendo». E poi si ferma: «Lasci un vuoto incolmabile, aiutaci tu come hai sempre fatto! Ciao Tato».

Mara Varoli

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI