MUSICA
Proprio il 20 luglio di quarant'anni fa in Italia, nei negozi di dischi, apparve un album.
Dalla sua copertina tenebrosa emergevano due oggetti: lo schermo di una tv dall'ipnotica luce glaciale e un cappello di paglia che non sarebbe spiaciuto ad un turista elegante («Lo custodisco ancora in una teca»). Poi il titolo in rosso - scritto col gesso? Per convinzione o per dispetto? - in alto a sinistra: una parola sola, enorme, umanissima, forse pure un po' scolastica, il cui battito detta da sempre il tempo della poesia di ogni credo, cultura e latitudine.
In «Cuore» trovarono
posto otto sanguigne tracce che consacrarono l'allora trentacinquenne Antonel-
lo Venditti; prima fra tutte, neanche a dirlo, «Notte prima degli esami», la hit che ogni vero maturando ascolta, anzi deve ascoltare, in pio silenzio a metà giu-
gno.
In occasione dello storico anniversario il disco - vero e proprio gioiellino nell'uso di sintetizzatori e strumenti elettrici - è stato ristampato con l'aggiunta di «Di' una parola», singolo inedito a quasi dieci anni di distanza dall'ultimo CD »Tortuga». Anche Parma ieri sera, con le sue quasi 5000 poltrone occupate al Parco Ducale per il primo evento musicale di «Summertime» 2024, ha omaggiato Venditti. Palpabile l'entusiasmo del pubblico: «Lo conosco da trent'anni, rappresenta la mia adolescenza»; «Ci siamo immedesimati in “Compagno di scuola” perché ha cantato le nostre gioie e paure adolescenziali»; «È semplicemente storico»; «La colonna sonora della mia giovinezza» sono solo alcuni dei commenti espressi a voce alta o soltanto mormorati in fila all'ingresso, sorseggiando una birra o stando in platea. Poi le luci cadono, la sera scoppia e lui si palesa semidivino sulle note di «Così parlò Zarathustra».
«Parma è sempre Parma. Puó farmi tutto, anche non cantare» ha esordito Venditti ricordando generoso anche la strage di via D'Amelio.
Ouverture con «Bomba o non bomba»: Venditti siede al pianoforte e l'affetto del pubblico vola sulla tastiera. Si mettono via i ventagli, le gambe iniziano a seguire il ritmo, le voci fanno il resto. Introducendo «Giulia», Venditti parla di un testo che ai tempi non è stato capito perché tratta di un amore lesbico, prima di «Lacrime di pioggia» cita i genitori.
La scaletta scorre rapida, gli applausi scandiscono ruggenti gli stacchi. Tre ragazze si fanno felici un video mentre «Sotto il segno dei pesci» rimbalza ovunque.
Insomma, nessuno lo dice, ma tutti lo pensano: «Questa notte» almeno questa «è ancora nostra!».
Emanuele Marazzini
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