Sicurezza
Dal 2019 la legge salva-bebè impone in auto i seggiolini anti-abbandono. Ma sono diversi i bambini che, ogni anno, vengono dimenticati in auto dai genitori. Spesso le conseguenze sono tragiche, di quelle che non si vorrebbero mai sentire, o leggere, o scrivere. Come è successo qualche giorno fa in provincia di Venezia, dove un papà ha lasciato sua figlia in macchina, al caldo, legata al seggiolino per un'intera mattinata. La fine di questa vicenda la conosciamo tutti (o possiamo immaginarla): un dramma.
Parla la psicologa
Ma cosa accade in quei momenti? Perchè ci si può dimenticare un bambino in auto? «Non c'è ancora molta letteratura che spieghi questi eventi, anche se, negli ultimi anni, si sono formati diversi gruppi di ricerca, sia negli Stati Uniti, che in Italia - spiega Sabrina Ferrari, psicologa dell'Ausl di Parma -. Ma, se circoscriviamo i casi a un abbandono involontario, la spiegazione potrebbe essere che, in quei momenti, ci sia una sorta di “black-out” della memoria di lavoro». Per intenderci: nella quotidianità, può accadere a tutti di avere degli episodi di distacco dalla nostra capacità di essere presenti, come un vuoto di memoria passeggero. «Nella nostra quotidianità usiamo spesso la memoria di routine - afferma la psicologa -, quando la routine cambia, dobbiamo riattivare la nostra attenzione: è lì che può decadere la performance della nostra memoria di lavoro e quello che accade è una sorta di dissociazione: il fatto che no ci siano stimoli esterni che attraggono la nostra attenzione può facilitare questo deficit transitorio». Tra i fattori scatenanti ci sono sicuramente «lo stress, l'ansia, i ritmi di vita e di lavoro che sono frenetici e spesso massacranti - aggiunge Ferrari -. Bisogna lavorare sulla prevenzione, dedicarsi a se stessi, allentare le aspettative». Durante questi «black out» spesso, dunque, è fondamentale che i dispositivi anti-abbandono «risveglino» la persona attraverso la luce e uno stimolo sonoro.
Cosa dice la legge
I dispositivi anti-abbandono per auto sono obbligatori dal 7 novembre 2019, ma solo dal 6 marzo 2020 sono previste le sanzioni per chi non ha ancora provveduto a far viaggiare in sicurezza i bambini con meno di 4 anni: per chi non rispetta questa normativa, le multe possono andare dagli 83 fino ai 332 euro, con una decurtazione di 5 punti dalla patente che viene sospesa per 15 giorni in caso di recidiva.
Baby bip, di cosa si tratta
Come spiegano da Scia Srl, un rivenditore parmigiano di accessori per auto, «i dispositivi sono obbligatori e ce ne possono essere di vari tipi». Il più utilizzato è il «Baby bip» o «Baby alarm», utile per chi ha un seggiolino senza sensore integrato. Ecco come funziona: «Adesso i seggiolini per auto vengono già dotati, in produzione, di un sensore - fanno sapere da Scia -, ma per chi ha un seggiolino meno recente, è possibile comprare i baby bip, dei dispositivi fatti a forma di disco, che vengono posizionati sotto alla seduta del piccolo e collegati al cellulare: il costo si aggira attorno ai 50 euro». Questo dispositivo è costituito da un allarme visivo e sonoro, utilizza la connessione wirless e può essere collegato al cellulare tramite un'applicazione: in caso di abbandono, il display, che viene attaccato alla presa accendisigari, si illumina quando si spegne l'auto, segnalando la presenza di un bambino ancora sul seggiolino. Se questo non dovesse bastare, l'applicazione invierà un allarme sonoro ripetuto ai dispositivi collegati.
La comunità accogliente
Questi tragici eventi ci dicono molto di più di quanto possiamo immaginare: «La prima reazione è quella di indignazione e di rabbia - dice la psicologa -, ma non bisogna fermarsi lì: questi eventi drammatici ci rivelano qualcosa in più, ci fanno riflettere sui nostri stili di vita, sempre così frenetici». Ci svelano che «non siamo onnipotenti e che il nostro cervello non è sempre così performante - conclude -: non giudichiamo».
Anna Pinazzi
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