IL CASO
La memoria storica del processo sulla strage di Viareggio. Il magistrato che conosce ogni dettaglio delle migliaia di pagine sull'incidente di quel treno merci carico di cisterne di gpl che il 29 giugno 2009 deragliò provocando un'esplosione in cui morirono 32 persone. Salvatore Giannino è il pm che ha sostenuto l'accusa fin dal primo grado, quando furono condannati i vertici delle aziende coinvolte, tra cui l'ex ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. Ma Giannino è anche il magistrato che, dopo aver coordinato le indagini, sta sostenendo l'accusa nel processo sulla morte di Sofia Bernkopf, annegata a 12 anni, il 13 luglio 2019, nella vasca del bagno Texas di Marina di Pietrasanta, dopo che i suoi lunghi capelli biondi rimasero incastrati nella bocchetta d'aspirazione dell'idromassaggio. Una memoria storica che se ne va altrove, però, perché, su richiesta della procura generale, Giannino sarà trasferito alla procura dei minori di Firenze: sei mesi di applicazione, che potrebbero essere rinnovati per altri sei.
Ed è bastato che la notizia, nei giorni scorsi, comparisse sul Tirreno per fare insorgere i familiari delle vittime della strage di Viareggio, ma anche i genitori di Sofia, difesi dall'avvocato Stefano Grolla, anche perché il processo per la morte della bambina, cominciato quattro anni dopo la tragedia, è ormai alle battute finali. E proprio nella prossima udienza, a settembre, è prevista la requisitoria del pubblico ministero. «Nell’apprendere la notizia eravamo comprensibilmente preoccupati, come lo sono le famiglie dei deceduti nel disastro ferroviario di Viareggio: anche quel processo rischia di perdere il dottor Giannino che lo ha seguito fin dall’inizio - sottolinea Edoardo Bernkopf, padre di Sofia -. Abbiamo quindi chiesto, mia moglie ed io, un incontro con il procuratore di Lucca, Domenico Manzione, che ci ha invece rassicurati, dicendoci che, in accordo con il procuratore di Firenze, al dottor Giannino sarà consentito di occuparsi personalmente del processo per la morte della nostra Sofia anche nelle prossime fasi conclusive».
Insomma, i timori sembrano superati. Sarà Giannino a chiudere il processo con le richieste per Elisabetta e Simonetta Cafissi, titolari dello stabilimento, per i rispettivi mariti e datori di lavoro, Giampiero Livi e Mario Assuero Marchi, per i bagnini Thomas Bianchi ed Emanuele Fulceri, oltre che per Enrico Lenzi, fornitore e installatore dell'idromassaggio: tutti accusati di omicidio colposo aggravato. Giannino sarà in aula, nonostante il trasferimento. Ciò che vorrebbero anche i familiari delle vittime della strage di Viareggio per l'appello ter a Firenze. Che dovrà rideterminare le condanne, già definitive, applicando però le attenuanti generiche concesse dalla Cassazione.
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