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Anni Cinquanta: Angelo Cantarelli, industriale di Colorno, e il miracolo di Padre Pio

Anni Cinquanta: Angelo Cantarelli, industriale di Colorno, e il miracolo di Padre Pio

di Emanuele Marazzini

03 Agosto 2024, 03:01

Negli anni Cinquanta il commendator Angelo Cantarelli, noto industriale di Colorno e fervente cattolico, andava spesso in visita a San Giovanni Rotondo dialogando anche fraternamente con Padre Pio da Pietrelcina.

Una volta - era il marzo 1963 -, di ritorno da uno di questi viaggi, salì a Foggia sul treno diretto a Parma, ma appena si sedette cominciò ad avvertire uno strano malessere. Durante il viaggio le condizioni peggiorarono e i compagni di scompartimento, preoccupati, lo invitarono a scendere e a farsi visitare. Cantarelli dapprima si rifiutò poi però perse conoscenza; venne immediatamente soccorso e portato in una casa di cura di Civitanova Marche. «Trombosi cerebrale con conseguente stato comatoso» sentenziarono i medici e allertarono i parenti che a loro volta comunicarono l’accaduto a Padre Pio.

Il cappuccino, colpito dalla ferale notizia, si mise immediatamente a pregare e invitò tutti i fedeli del paese a partecipare ad un ciclo di liturgie che durò una settimana. L’ottavo giorno Cantarelli uscì dal coma e in poche ore poté anche scendere dal letto e fare qualche passo. Poco tempo dopo Pio, tramite un messo, riferì ai figli del commendatore che potevano tornare a casa e lasciare soltanto la madre al capezzale: non c’era più pericolo, l’infermo si sarebbe ristabilito a breve. Detto, fatto: in capo a quindici giorni Cantarelli era di nuovo a Colorno, vispo come un grillo, e nell’arco di tre mesi si rimise completamente. Il dottore di famiglia, Lino Calzolari, dichiarò sorpreso che il suo paziente era «clinicamente guarito e che la guarigione era sostanzialmente diversa da quella classica che la medicina insegna».

Per due anni Angelo Cantarelli non raccontò a nessuno il fatto poi però, compiuti settant’anni, sentì in coscienza che era doveroso divulgarlo e lo fece tramite la «Gazzetta». Esordendo con quella parola che a noi, oggi, suona parecchio scivolosa, ma che apre ad un Mistero che risulta sempre arduo giudicare. «È un miracolo» confessò al cronista «io ne sono convintissimo perché da allora son sempre stato bene».

Emanuele Marazzini

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