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Intervista

Il parmigiano Marco Spotti: «Torno alla Scala ... ma mi vedrete anche in un film con grandi nomi di Hollywood»

Il parmigiano Marco Spotti: «Torno alla Scala ... ma mi vedrete anche in un film con grandi nomi di Hollywood»

di Giulio A. Bocchi

07 Agosto 2024, 03:01

Con la sua voce imponente e con la sua figura elegante il basso parmigiano Marco Spotti si è esibito sui palcoscenici più prestigiosi del panorama lirico internazionale, anche se nella calura di questo momento è a Parma. Sta studiando per importanti ruoli che lo attenderanno in autunno, a partire dal Teatro alla Scala. Con una novità: nella prossima stagione lo vedremo anche al cinema, in una produzione internazionale importante al fianco di grandi nomi.

Marco Spotti, come gestisce il caldo con il suo lavoro? Le dà problemi l'aria condizionata?

«Ho sempre sofferto il caldo perché tendo ad avere la pressione bassa. L'aria condizionata cerco di evitarla, perché in alcune occasioni mi ha dato dei problemi, ma adesso è impossibile farne a meno. Tendo a disidratarmi molto: lo sento subito nel parlare perché la voce diventa più sabbiosa. In questo momento che sto solo studiando e non sto avendo delle recite bevo molto e cerco di godermi un po' di fresco dell'aria condizionata ma quando ho degli spettacoli è una situazione più impegnativa e mi dà qualche preoccupazione e mi idrato il più possibile».

Cosa l'aspetta, finita l'estate?

«Innanzitutto sono molto contento di tornare alla Scala nel "Falstaff", diretto dal maestro Daniele Gatti con la regia di Giorgio Strehler ripresa da Marina Bianchi. Le prove saranno in dicembre, poi debutteremo il 16 gennaio. Erano un po' di anni che mancavo dalla Scala ma si era instaurata una collaborazione duratura: questo mi ha dato una bella carica. Sarò impegnato anche in un “Barbiere di Siviglia” a Cagliari: è un'occasione anche perché la mia vocalità non mi dà la possibilità di cimentarmi in tanti ruoli brillanti e qui posso affrontare il ruolo con uno spirito più allegro e spensierato. Un altro impegno che mi fa molto piacere mi è stato dato dal Petruzzelli di Bari con "The rape of Lucretia” di Britten: un repertorio nuovo, non facile e interessante perché non legato soltanto al canto».

Come si è avvicinato, invece, al canto?

«Tutto è nato per caso al Teatro Due che stavo frequentando un po' per la scuola di teatro e un po' perché partecipavo come comparsa allo spettacolo "Marat-Sade". La colonna sonora era suonata dal vivo da quella che poi è diventata l'Europa Galante. I membri dell'ensemble mi consigliarono di farmi sentire. Prima mi feci ascoltare dal maestro Veneri che mi incoraggiò. Cominciai così a studiare in Conservatorio con la maestra Wilma Colla. Mi appassionai molto e la voce cominciò a maturare. Da lì ho continuato gli studi con la maestra Isako Tanaka che veniva dalla stessa scuola e anche Carlo Bergonzi mi ha dato una bellissima possibilità di debuttare in "Un ballo in maschera" a Parma nel '98 e da cosa è nata cosa. Ho scoperto, purtroppo tardi, di essere vicino a Verdi perché il mio bisnonno lavorava come mezzadro per lui e la bisnonna andava a casa sua a cucinare. Quanti aneddoti avrei potuto conoscere!».

Quali sono i ruoli a cui è più legato?

«Un ruolo che, purtroppo, ho cavalcato poco, ma che mi è rimasto nel cuore, è Fiesco in “Simon Boccanegra”: è l'opera in assoluto che ho cercato e desiderato di più. Mi piacerebbe tanto ricantarlo con una maturità differente, anche se quando lo avevo fatto era andato molto bene. Lo stesso si può dire per “Attila”: un ruolo che mi ha dato grandi soddisfazioni e che mi piacerebbe riprendere. Zaccaria, da "Nabucco", invece, mi ha sempre intimorito anche se me lo hanno proposto molto spesso. Vorrei cantare, invece, il Padre Guardiano e spero che questo ruolo mi venga proposto perché lo sento nelle mie corde. Ci sono anche tante cose che amo nel repertorio francese e russo».

Se dovesse fare un bilancio generale?

«Sono molto soddisfatto di aver ottenuto tutto senza compromessi. Chi mi ha chiamato non lo ha fatto perché ero amico di qualcuno, ma perché credeva in me. Sto attraversando un periodo della vita molto sereno e tranquillo, possiamo dire felice, anche se c'è sempre un po' di paura a dirlo. In più ho preso parte anche a un film, che si vedrà nella prossima stagione, del quale non posso ancora dire molto per ragioni contrattuali di riservatezza ma si tratta di una produzione internazionale importante. Questa esperienza mi ha dato una grande forza, permettendomi di lavorare a fianco di grandi nomi di Hollywood. Ma di più non posso dire per ora».

Giulio A. Bocchi

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