Il caso
Traversetolo Era piccolissimo, immobile, pareva che dormisse. Ma quello, purtroppo, non era un sonno da cui ci si può svegliare con un gemito e due lacrime.
«Quando lo abbiamo visto non volevamo credere ai nostri occhi, abbiamo chiamato subito il 118. Ma è stato inutile, era troppo tardi». A dirlo, con lunghe pause tra le frasi, quasi che sia impossibile riprendere fiato, è l'uomo che ieri, poco dopo le 12, in strada Baietta, a Vignale di Traversetolo, ha trovato nel giardinetto della sua villetta bifamiliare, il corpo di un neonato. «Era nudo, minuscolo come è normale che sia quando si nasce». Ma era morto.
Una scoperta raggelante che ha spinto l'uomo è i suoi familiari a chiedere aiuto. E nel giro di pochi minuti la strada si è riempita di lampeggianti, di divise. E di dolore. Secondo le prime ricostruzioni si tratterebbe di un neonato di carnagione chiara che non mostrerebbe segni evidenti di violenza. E la domanda che tutti si pongono è se sia stato abbandonato prima o dopo la morte.
«Lo abbiamo visto in una parte di giardino che si trova tra la nostra e la casa del vicino – prosegue il padrone. - Loro sono in ferie e noi siamo passati di li nella serata di giovedì e poi nessuno ha più percorso quel vialetto». Quindi il piccolo potrebbe essere stato abbandonato già nella serata o nella notte e fino a mattino inoltrato sarebbe stato esposto al sole e al caldo che non perdona. Ovviamente per saperne di più serviranno gli esami autoptici mentre le indagini sono affidate ai carabinieri che ieri, per lunghe ore, hanno ispezionato la zona, sentito i residenti, frugato in giro cercando un indizio, una ipotesi per spiegare una vicenda che, in ogni caso, non ha nessun senso.
«Non riesco a darmi pace, è assurdo – prosegue l'uomo che riflette ad alta voce. - Se non lo volevano sarebbe bastato rivolgersi a qualcuno, persino suonare al nostro campanello e avvisarci. Lo avremmo portato in salvo». Ma non è andata così e chissà quale sofferenza, quale disagio può esserci dietro questa tragedia che stride più che mai in quel quartiere di villette e fiori, di case accoglienti dove un bimbo avrebbe avuto tanto spazio per giocare e crescere. Per vivere.
Da parte degli investigatori ci si trincera dietro il riserbo più assoluto ma qualche stranezza salta all'occhio. La prima è che per arrivare al punto dove il corpicino è stato trovato occorre superare almeno una cancellata, infilarsi tra abitazioni che in questo periodo forse sono in parte chiuse: ma non si tratta di certo di una zona isolata. L'altra riguarda la madre: chiedendo in giro nessuno tra i vicini sconvolti dice di avere saputo di una donna in stato interessante che abiti li intorno. E che forse fuori di se possa aver vagato intorno con il piccolo in braccio.
«Questa è una zona tranquilla, non c'è certo un grande viavai – aggiunge un altro residente che si sporge dal giardino della sua palazzina. - Qui in tanti anni non è mai successo nulla di brutto».
Fino a ieri, almeno, quando qualcuno ha deposto quel corpicino sull'erba.
Era minuscolo, pareva dormisse. Ma adesso tutti ci siamo svegliati in un incubo.
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