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Volo mai arrivato

Madeira, il sogno infranto di due traversetolesi

Madeira, il sogno infranto di due traversetolesi

di Maria Chiara Pezzani

20 Agosto 2024, 03:01

Traversetolo C’è chi è rimasto bloccato a Madeira e chi nell’isola portoghese non è proprio arrivato. «Siamo stati abbandonati all’aeroporto di Faro (Portogallo) senza conoscere il motivo» denunciano i traversetolesi Chiara Carburi e Carlo Ferrari, raggiunti telefonicamente a Lisbona, dove trascorreranno qualche giorno in attesa del ritorno, per salvare quello che resta della vacanza.

Se la disavventura raccontata ieri di Francesco Marchiani e Silvia Bellingeri, tra gli oltre 200 italiani rimasti bloccati a Madeira, si è conclusa con il rientro in Italia con il volo organizzato dalla compagnia Wizz Air su richiesta della Farnesina, quella di altri due parmensi invece ha avuto un esito diverso. La compagnia low cost è la medesima. Le date diverse, ma si incrociano il giorno di Ferragosto quando Wizz Air ha lasciato nella città di Faro circa 200 passeggeri senza spiegazioni: partiti da Fiumicino, Carburi e Ferrari sarebbero dovuti arrivare a Madeira con il volo che poi avrebbe riportato Marchiani e Bellingeri in Italia.

«La nostra vicenda e la loro sono parimenti imputabili al comportamento negligente di questa compagnia aerea» spiegano i due trentenni traversetolesi che da qualche tempo abitano a Reggio per questioni lavorative. Partiti alle 15.30, verso le 18 l’aereo inizia a sorvolare l’isola. «Senza alcun tentavo di approccio a terra il comandante, dopo circa 45 minuti di sorvolo, ci avvisa che le condizioni meteo non consentivano di atterrare per il troppo vento e il volo è così dirottato all’aeroporto di Faro. Lì ci hanno rassicurato che avremmo avuto assistenza e una sistemazione per la notte, con l’intento di ritentare l’atterraggio la mattina successiva, ma una volta sbarcati nessuno è venuto a prenderci. Dopo mezz’ora, girando per l’aeroporto con i bagagli, una persona ci ha detto che la compagnia non aveva trovato una sistemazione, ma che, se volevamo trovarla in autonomia, ci avrebbero rimborsato 80 euro, una cifra irrisoria rispetto ai prezzi in questo periodo. Oppure sarebbero stati forniti dei letti di emergenza, che però in gran parte sono arrivati intorno all’1 di notte. Sono stati distribuiti panini e acqua, ed è così trascorsa, non senza qualche disagio, la prima notte in aeroporto a Faro».

La mattina dopo alle 9.30 era fissato il nuovo volo per Madeira. «Mentre facevamo il check-in controllavamo il tabellone per monitorare la situazione e vedevamo che tutti gli aerei riuscivano ad atterrare e quindi eravamo fiduciosi – prosegue la coppia -. In ritardo di due ore, il volo parte ma dopo un’ora e mezza di volo, tentiamo di atterrare a Madeira senza successo per la seconda volta e si ritorna ancora a Faro. Appena atterrati ci rendiamo conto che il nostro è stato apparentemente l’unico aereo a non riuscire a raggiungere l’isola quella mattina. Eravamo davvero agitati per la situazione. Il comandante a questo punto ha preso parola e ci ha messo di fronte a due possibilità: rientrare con lo stesso aereo e l’equipaggio di bordo, dopo il rifornimento, a Roma oppure rimanere a Faro, evidenziando che in questo caso «non sarebbe più stato un loro problema». Frustrati e stanchi, quasi tutti scelgono di fare rientro a Roma. I due gruppi vengono quindi fatti scendere in momenti differenti, con l’intenzione di sbarcare i bagagli di coloro che sarebbero rimasti in aeroporto».

La fine della lunga odissea però è ancora lontana e c’è un ultimo, sconcertante, colpo di scena. «Con un tagliando in mano con scritto Transit aspettavamo al gate di essere imbarcati, ma improvvisamente il volo sul tabellone «Fiumicino h17» apparso mezz’ora prima sparisce, tutti i bagagli vengono sbarcati e giunge la beffarda comunicazione che l’aereo abbia lasciato l’aeroporto e sia rientrato a Roma, apparentemente privo di passeggeri. E nessuno sapeva darci una spiegazione. C’erano persone disperate. Come noi molti dei passeggeri si sono quindi recati presso la polizia aeroportuale per denunciare l’accaduto e poi ognuno si è organizzato come poteva per dormire, alcuni sono rimasti per una seconda notte in aeroporto aspettando un volo, acquistando un altro biglietto con un’altra compagnia a carissimo prezzo. Altri hanno dormito in qualche hotel a prezzi altissimi. Noi abbiamo speso 400 euro per una notte. Non volevamo farci rovinare del tutto la vacanza e così con un Flixbus siamo andati a Lisbona. Il volo di rientro è in programma venerdì su Bergamo. L’assistenza ci ha «bombardato» di chiamate per il rimborso del biglietto, ma noi vogliamo quello completo perché abbiamo buttato via dei soldi. Per questo ci siamo anche rivolti al Codacons – concludono -. Se il problema fosse stato legato al maltempo, come sembrava la prima sera, pazienza, lo avevamo messo in conto, ma la questione è il dopo. Ci hanno abbandonato in aeroporto senza darci una spiegazione».

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