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Cyber crimini

La «truffa dei like» testata da noi: ecco come funziona

La «truffa dei like» testata da noi: ecco come funziona

di Chiara De Carli

25 Agosto 2024, 03:01

Neanche il tempo di pubblicare sulla Gazzetta di ieri il comunicato diramato dalla Polizia Postale e relativo alla truffa del «metti like e guadagna», che il messaggio di invito a partecipare per ottenere soldi facilmente è arrivato anche sui telefonini di diversi parmigiani.

Non potevamo quindi non provare a cercare di testare, e svelare, la strategia che usano i truffatori e come rispondono ad alcune semplici domande che chi inizia una collaborazione di solito fa.

Il primo contatto

Il primo contatto è su whatsapp da un numero di uno Stato estero. Nel nostro caso, l’utenza era indiana (ma ad un’amica è arrivato un identico messaggio dall’Indonesia) e già lo «scusate il disagio» iniziale - anziché un più appropriato «scusate il disturbo» - rivelava l’uso del traduttore automatico.

Fa lo stesso: «abbocchiamo». La risposta arriva in una frazione di secondo e il contatto ci spiega che potremo essere pagati fino a 500 euro al giorno per mettere «like» ai video su Youtube che verranno indicati e inviare lo screenshot come prova. Ok. Ma c’è un contratto?

La promessa

«Il tuo stipendio sarà pagato e liquidato dal direttore dell’azienda e la nostra azienda pagherà le tasse per tuo conto» è la risposta. Già ci immaginiamo il direttore dell’azienda che suona al campanello con in mano i 5 euro del pagamento, ma in compenso c’è la possibilità di avere un avanzamento di carriera. «Quando diventerai un dipendente regolare, potrai richiedere di vedere i certificati fiscali», assicura il contatto. Ma quale sarà l’azienda da cui potremmo alla fine essere assunti? Domandiamo, e in due minuti arriva il link al sito della Warner Bros, il colosso dell’entertainment. A questo punto la «bufala» è ormai evidentissima, ma il contatto non molla e propone di iniziare il test. Invia un’immagine con l’indicazione di dove mettere il like, naturalmente il link al video e promette 5 euro per lo screenshot. Ma per pagare gli serve il numero di conto? «No». Alla domanda «E come fai a pagare?» il testo del primo «copia e incolla» viene riproposto. Il video non lo guardiamo - anche se di solito virus o trojan vengono installati cliccando su link camuffati - e lasciamo perdere l’occasione di «guadagnare facilmente», ma il contatto non molla e in soli 13 minuti invia il link e le istruzioni altre 12 volte prima di essere bloccato.

Dove inizia la truffa?

Per sapere come funziona la truffa, alla fine, basta cercare in rete: per essere pagati si verrà indirizzati al gruppo Telegram della «segreteria» che si occuperà dei pagamenti. Gruppo che ha diverse migliaia di iscritti «entusiasti di ricevere soldi per un lavoro banale e veloce». E a quel gruppo viene proposto di passare al «programma Vip» che, a fronte di un piccolo investimento, consentirà guadagni ancora maggiori.

La vera truffa avviene in questo momento. Contattando migliaia di persone al minuto, i cybertruffatori riescono sempre a trovare qualcuno che, accecato dalla promessa di ottenere soldi senza sforzo, accetta di fare il versamento richiesto. Ma gli unici che guadagnano senza sforzo sono loro, gli altri restano, nella migliore delle ipotesi, con un palmo di naso e il portafogli più vuoto di prima.

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