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IL CASO

Le vittime del Covid? Non hanno ancora il «Bosco della Memoria»

Le vittime del Covid? Non hanno ancora il «Bosco della Memoria»

di Michele Ceparano

26 Agosto 2024, 03:01

Bosco della Memoria: qualcosa inizia a muoversi dopo una lunga attesa. In alcune città italiane, come ad esempio Bergamo dov'è stato inaugurato il 18 marzo del 2023 (ma, ancora prima, un bosco dedicato alle vittime del Covid era stato inaugurato a Noceto), le vittime del Covid hanno già un loro luogo della memoria.

Parma, invece, dovrà attendere ancora, anche se gli ultimi passi lasciano ben sperare di poter avere presto questo luogo altamente evocativo anche nella nostra città.

La «macchina dei lavori» per realizzare il «Bosco della Memoria» a Parma, infatti, è partita ma si entrerà nel vivo, con la messa a dimora vera e propria degli alberi, solo in autunno.

Gli spazi

Lo spazio per il polmone verde è da tempo stato scelto. Si tratta dell'area ex Corsi, ossia quella di esondazione del torrente Parma che si trova sul prolungamento del Lungoparma, tra viale Du Tillot e il quartiere Pastrengo. Per finanziarlo la precedente Amministrazione comunale di Parma, guidata dall'allora sindaco Federico Pizzarotti, aveva partecipato e vinto un bando per la forestazione urbana del ministero per la Transizione ecologica, aggiudicandosi 766mila euro.

Tempi lunghi

Annunciato il progetto nel 2022, i lavori avrebbero dovuto iniziare nel corso del 2023, com'era stato proclamato dalla stessa amministrazione ai tempi, ma poi sono slittati, suscitando anche qualche attacco come quello dell'ex sindaco e ora consigliere comunale di opposizione Pietro Vignali. «Un bosco dedicato alle vittime - aveva detto polemicamente - che, però, dovranno aspettare per essere ricordate».

Nuovo annuncio

A inizio maggio il Comune ha ri-annunciato l'avvio del progetto finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica, ora Mase (Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica) che «prevede la piantumazione di circa 500 piante nell’area compresa tra il ponte Dattaro, il torrente Parma a margine di viale Du Tillot ed il centro abitato. Il nome del bosco urbano è in ricordo di tutti coloro che hanno perso la vita a causa del Covid negli anni di pandemia. Per la realizzazione dell’intero progetto si prevede un investimento di oltre 900mila euro».

I lavori sono stati affidati, con l'obiettivo, aveva sempre spiegato la nota del Comune, di «completare il progetto entro la primavera 2025. Il progetto è stato elaborato da un Rtp guidata dall’architetto Matteo Barbieri, coadiuvato da un pool di architetti e dall’agronoma Emanuela Torreggiani. Si è aggiudicata l’appalto l’azienda agricola Cattaneo di Bergamo».

Pronto a primavera

«L'iter per la realizzazione del Bosco della Memoria - risponde l'assessore al Verde pubblico Francesco De Vanna - procede senza intoppi. Sono stati, infatti, affidati i lavori di allaccio alla rete idrica esistente per avere un nuovo punto acqua per l'irrigazione. Precedentemente era stata anche predisposta una strada di “accesso” al cantiere ed erano stati eseguiti i rilievi sul terreno. A ottobre, con una temperatura più adatta di questa, metteremo a dimora le cinquecento piante».

Sull'inaugurazione l'assessore al Verde pubblico ha confermato che il periodo dovrebbe essere la «primavera del 2025, dopo un momento di “avvio” che dovrebbe avvenire tra ottobre e novembre». Sui ritardi - l'inizio dei lavori del «Bosco della Memoria» era stato originariamente annunciato per il 2023 - spiega che «alla luce delle temperature degli ultimi due mesi, il team del progetto ha consigliato di attendere l'autunno».

La genesi

Un progetto, quello del «Bosco della Memoria» di cui si parla da tempo, almeno da quando si è allentata la morsa del Covid. Nel 2022 l'annuncio lo aveva dato l'allora assessore ai Lavori pubblici, ora presidente del Consiglio comunale, Michele Alinovi in commissione Bilancio, spiegando che si era cominciato a ragionare del progetto nell'estate del 2020. Nel marzo 2023, invece, il progetto era stato anche l'argomento di un incontro, svoltosi nel Complesso di San Paolo, tra l'assessore De Vanna e le le associazioni ambientaliste della città. 

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