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Piazzale Inzani

«Multati per la musica, potremmo chiudere il ristorante»

«Multati per la musica, potremmo chiudere il ristorante»

di Roberto Longoni

26 Agosto 2024, 03:01

Amara e fredda al punto di sembrare indigeribile la multa riapparsa con l'ingiunzione di pagamento al titolare del ristorante Opera viva di piazzale Inzani. Quasi cinque anni sono trascorsi dalla sera in cui i vigili urbani lo sanzionarono per la mancata presentazione della dichiarazione di impatto acustico per lo spettacolo tenuto sul plateatico del suo locale. A esibirsi tre membri della band reggiana Bassapadana Social Club: se fossero o meno amplificati (come risulterebbe dal verbale) il titolare non lo ricorda nemmeno. «Quel che so per certo è che con il cantante c'erano una fisarmonica e un violino: figuriamoci il baccano... Senza contare che accompagnavano la tipicità della cena dedicata alla cucina del Po: quando i decibel sono troppi, anziché allietarli, i clienti li fai scappare». Emilio Restori è medico, ma la passione per la cucina nove anni fa lo portò ad aprire con la moglie l'Opera viva, dove un tempo si trovava «Aldo il matto». Anche per la sera del 27 settembre 2019 a ispirarlo fu la passione, unita alla volontà di offrire ai clienti un'esperienza ancora più coinvolgente. Sinestetica: a far risaltare i profumi e i sapori della nostra storia sarebbero state sonorità tradizionali.

Non avevano fatto i conti, i titolari del locale, con un'altra tradizione del Belpaese: quella della quotidianità condita con timbri e marche da bollo. «La Polizia municipale ci contestò la “mancata presentazione di adeguata documentazione di impatto acustico”». Dichiarazione che in realtà esisteva, come dimostrò Restori anche nella sua memoria difensiva, aggiornata l'anno seguente. Peccato che, come si legge nell'ordinanza, «la valutazione di impatto acustico vada depositata presso gli Uffici comunali al fine di predisporre i controlli/accertamenti del caso». Essere in possesso di una dichiarazione di impatto acustico non depositata in Comune non ha posto al riparo i ristoratori dal verbale, ma ha almeno permesso loro di «usufruire» della sanzione minima: 500 euro (523,50 con le spese di notifica), quando avrebbe potuto toccare quota ventimila.

«Mi amareggia e mi delude questo accanirsi contro i piccoli. I nostri amministratori e tecnici si rendono conto della situazione di grave sofferenza che provocano nei bilanci di piccole attività a conduzione familiare queste continue sanzioni? Oltre a continui stress personali» commenta Restori, aggiungendo di «non essere stato informato della facoltà di pagamento in misura ridotta, né con mail né con pec». L'esortazione del titolare di Opera viva a «semplificare questa giungla di permessi in cui noi cittadini dobbiamo muoverci» si accompagna alla decisione di non organizzare «mai più intrattenimenti musicali di nessun tipo, perché è impossibile star dietro a tutti gli adempimenti burocratici, con le spese e i rischi di sanzioni che comportano».

E pensare, come ricorda lo stesso Restori, che il ristorante è in una zona di Parma «profondamente degradata, l'Oltretorrente: noi contribuiamo a combattere questa situazione stimolando eventi culturali di aggregazione, tra i quali l'intrattenimento musicale di qualità». Di altro intrattenimento parla poi Restori, ricordando «le scelte deliranti del Comune di concedere la piazza a concerti di musica metal (nessuna critica ai gruppi, ma al contesto sbagliato). Tutto bene con l'impatto acustico allora, vero?». In quell'occasione, i clienti nel plateatico chiesero di entrare per proteggersi dal frastuono. Mentre a volte sono gli stessi titolari a tenerli dentro. «Nei giorni in cui all'esterno si accumulano i sacchi gialli dell'immondizia è un'oscenità. E pensare che paghiamo tremila euro all'anno per i rifiuti e 1500 per il suolo pubblico. Sto anche valutando seriamente di chiudere l'attività... I residenti ci esortano a resistere, a non mollare per evitare che il piazzale torni a essere terra di nessuno come in passato, ma sono davvero stanco e scoraggiato». A proposito di sanzioni, Restori teme ne arrivi un'altra. «La scorsa estate siamo stati multati per non aver esposto il cartello di chiuso per ferie. In realtà, l'avevamo fatto, ma fu strappato. Dovrebbero essere altri 200 euro». Esistesse solo l'impatto acustico.

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