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Carabinieri

Vignale, identificata la madre del bimbo. Il parto prima di un viaggio con la famiglia

28 Agosto 2024, 03:01

Ha un'identità la mamma del neonato trovato senza vita all’interno del giardino di una villetta a Vignale di Traversetolo il 9 agosto.
È stato l’esame del Dna a dare una risposta a quel che più di tutto non tornava: perché lasciare quel bimbo, un maschietto, proprio lì, in un luogo così difficile da raggiungere e poi da abbandonare, tra accesso tortuoso e cancelletti da superare.
Da subito i sopralluoghi dei Ris dei carabinieri si sono concentrati in un'area ristretta alla ricerca di tracce utili alle indagini e a ricostruire i passi di chi ha provato a dargli una invisibile tomba. E il perché è banale e drammatico insieme: è in quella zona che graviterebbe la vita di quella ragazza la cui gravidanza sarebbe rimasta nascosta a tutti, o a quasi tutti, e che oggi sembra chiusa in un mutismo invalicabile.
Il parto sarebbe avvenuto prima della partenza per un viaggio con la famiglia: erano lontani chilometri quando nel giardino della casa è stato scoperto quel corpicino sotterrato e ritrovato dal fiuto dei cani e dal loro scavare. Uno scavare con la delicatezza istintiva di non fare alcun male.
«Si sta lavorando a ritmo serrato cercando di vagliare tutte le notizie che vengono acquisite – ha risposto, interpellato dalla Gazzetta, il procuratore capo Alfonso D’Avino -. Al momento non vi sono spunti investigativi da comunicare». Le indagini sono svolte dai carabinieri di Traversetolo con il supporto dei colleghi del comando provinciale.
Sarà infatti l’esito dell’autopsia, già annunciata e poi rimandata, a stabilire qualcosa che dal punto di vista penale è ben separato per nome e per conseguenze: se il feto fosse già morto – e perché - al momento del parto o se il decesso sia stato contemporaneo o successivo e causato da chi e da che cosa. È la soglia tra infanticidio, feticidio e occultamento di cadavere: emotivamente, e comunque, un macigno, dal punto di vista del codice reati con ben diversi esiti di pena.
L'autopsia è stata affidata dalla pm Francesca Arienti a Valentina Bugelli, responsabile dell'Istituto di medicina legale di Parma, con la presenza di uno specialista in fetologia. Una volta chiarito questo punto ci saranno altre risposte da cercare, anche queste discriminanti e fondamentali: se la ragazza sia stata aiutata (o costretta) da qualcuno. Come, dove e quando sia avvenuto il parto.
Se fosse in grado e nella consapevolezza di prendere da sola una decisione da cui non si torna più indietro o se avesse altre persone al suo fianco. Anche un'auto sarebbe stata accuratamente passata sotto la lente, la scienza e la tecnologia a disposizione dei Ris. Così come si stanno ascoltando e riascoltando testimonianze, confrontando versioni. In un clima di sgomento.

r.c.

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