Dopo Napoli-Parma
Comunque la si guardi, il signor Paride Tremolada da Monza, arbitro di Napoli-Parma, fa discutere. Si lamentano i tifosi del Parma e, con quel pizzico di coraggio che non guasta, si lamentano anche alcuni tifosi del Napoli. E a rivedere la partita il giorno dopo, con più serenità e distacco (si fa per dire), ecco che balzano agli occhi queste discrepanze.
Ma prima di parlare di episodi, quello che effettivamente ha lasciato il segno sabato sera nella cornice del «Maradona», è stata la «doppia personalità» del direttore di gara. Che nel primo tempo, «complice» (si fa per dire) la condotta lineare della partita e dei protagonisti, ha diretto senza affanni, decretando un sacrosanto rigore per i crociati e mostrando anche un paio di cartellini gialli ai padroni di casa, chiaramente in difficoltà. Uno di questi «gialli» era finito, tra l'altro, sul groppone di Anguissa che, in pieno recupero poi avrebbe segnato il gol vittoria dei padroni di casa.
Particolare non riportato a caso visto che, dopo un paio di minuti del secondo tempo, proprio Anguissa ha bloccato una ripartenza di Sohm: un intervento scolastico che chiama il cartellino giallo. Che sarebbe stato il secondo per il giocatore azzurro. Dicevamo casistica chiara che Tremolada non ha applicato per Anguissa ma ha applicato poco dopo su Lobotka reo di aver bloccato Mihaila in ripartenza. Giallo il secondo, non l'intervento di Anguissa su Sohm: sarebbe stato il secondo e il Napoli avrebbe giocato in dieci. Vabbè, non esageriamo.
Poco dopo primo giallo a Suzuki, al di la dei 9 secondi che passano da quando mette a terra la palla per calciare e il cartellino giallo, colpisce il minuto, ovvero intorno al quarto d'ora. Bene, non ci sono regole «a tempo» per questo tipo di sanzioni ma l'episodio ha ricordato molto il giallo a Chichizola in Cagliari-Parma dei play off di due stagioni fa, arrivato dopo soli due minuti nella ripresa (tra l'altro il portiere argentino aveva giocato solo quei due minuti essendo subentrato a Buffon) mentre nel ritorno Orsato ammonì il portiere del Cagliari all'inizio del recupero nella ripresa (oltre a non dare un rigore su Sohm nel primo tempo).
A questo punto bisogna ricordare come Tremolada abbia consegnato un rigore al Napoli poi tolto dopo la revisione al Var e come abbia accettato le reiterate proteste di un Conte già ammonito e impegnato sino alla fine del tempo regolamentare a fare vedere l'orologio al direttore di gara. Che alla fine consegnerà un recupero «monstre» di 11 minuti alla partita. Recupero in cui è maturata la vittoria dei padroni di casa.
Poi l'episodio «clou», la seconda ammonizione a Suzuki. Uscito ben oltre la sua area di competenza per anticipare Neres colpendo prima il pallone e poi il giocatore. Alcuni esperti parlano di un intervento inevitabile e corretto, da non sanzionare anche perché Suzuki ritira poi la gamba mentre altri parlano di un intervento negligente, imprudente con vigoria sproporzionata, quindi il giallo sarebbe corretto. Teorie rispettabili, perlomeno motivate. Tutto questo, conferma come il giovane portiere debba essere «istruito» sul calcio di casa nostra.
Sospendendo il giudizio, resta che nella ripresa Tremolada ha cambiato modo di arbitrare e in fondo questo è il vero dato inaccettabile, al di la di eventuali errori di valutazione. Per lui, alla quinta direzione in A in poco meno di un anno, un esame non superato.
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