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MALTRATTAMENTI

Dall'idillio alle botte in pochi mesi: 34enne condannato

Dall'idillio alle botte in pochi mesi: 34enne condannato

di Georgia Azzali

06 Settembre 2024, 03:01

Aveva avuto mille perplessità, all'inizio. E si era fatta una marea di domande. Quei tredici anni di differenza la inquietavano un po'. Ma poi aveva deciso di scommettere su quella storia con quel ragazzo più giovane. Sull'amore di quel 34enne, origini pugliesi, ma da tempo residente nella nostra provincia. Così pronta a rimettersi in gioco che le era sembrato fantastico affittare un appartamento per andarci a vivere insieme. Ma i primi segnali preoccupanti erano arrivati presto. Troppo presto. Gli insulti, sempre più pesanti, poi le aggressioni. Fino a far scattare un primo divieto di avvicinamento. Ma nemmeno quello era bastato per far sì che lui si eclissasse: aveva continuato a ossessionarla con telefonate e messaggi, finché il giudice aveva aggravato la misura, disponendo gli arresti domiciliari con tanto di braccialetto elettronico. E, ieri, è stato condannato a 3 anni per maltrattamenti dal giudice Giuseppe Saponiero (pm Lino Vicini). Assolto, invece, dalle accuse di lesioni personali aggravate e minaccia.

La conoscenza, la vita insieme, la disillusione e l'addio: si era consumato tutto nel giro di pochi mesi. Un idillio brevissimo, dopo l'inizio della convivenza, nel maggio dello scorso anno. Era Anna (la chiameremo così) a doversi spaccare la schiena, a fare turni su turni al supermercato in cui lavorava, per pagare l'affitto e mandare avanti la casa. Lui? Tante (false) promesse. E nelle prime settimane Anna gli aveva dato fiducia, si era fatta impietosire dai suoi frequenti malesseri e aveva creduto alle sue rassicurazioni: «Sto cercando lavoro, abbi fiducia».

Ma le sue giornate scorrevano sul divano o al bar. Dove spesso alzava il gomito. E al rientro a casa era insofferente, minaccioso. «Ti ammazzo, non potrai mai liberarti di me», le urlava quando lei lo metteva alle strette dicendogli che se ne sarebbe andata.

La umiliava. La faceva sentire sempre inadeguata. Eppure, era sempre Anna che provvedeva a tutto. Anche a quei pochi svaghi che potevano concedersi. Lei che pagava anche il conto in pizzeria. Come quella sera di settembre del 2023, quando erano andati in un locale nel Piacentino. Una serata serena, almeno finché erano rimasti seduti a tavola, ma dopo un breve tratto in auto, mentre lei era alla guida, lui si era trasformato: le aveva messo le mani in faccia e poi aveva cominciato a sbatterle la testa contro il finestrino e il volante. Era stata costretta a fermarsi e aveva chiesto aiuto entrando in un bar, fino all'arrivo dei carabinieri.

Non ce l'aveva fatta ad andarsene. L'aveva fatto risalire in auto e aveva guidato fino a casa. Ma poi nulla era cambiato. E una decina di giorni dopo Anna se ne era andata. Una nuova svolta. Per se stessa, finalmente.

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