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Cassio, il paese parla francese: il ritorno alle origini

Cassio, il paese parla francese: il ritorno alle origini

16 Settembre 2024, 03:01

Cassio Cassio, terra di emigrazione. Come altri paesi della montagna parmense, Cassio non è stato risparmiato dall’imponente fenomeno dell’emigrazione interna nel dopoguerra, con meta a Genova o Milano, e all’estero, in Francia. L’estate ormai alle spalle ha visto la pacifica invasione di emigrati francesi. In particolare, forse per la prima volta, si sono trovati a trascorrere contemporaneamente le vacanze a Cassio ben 26 componenti della famiglia Ablondi. E, per alcuni di loro era la prima volta.

Probabilmente, commenta un amico, si sono frequentati di più in questo periodo trascorso a Cassio di quando accada nelle loro residenze di Parigi e dintorni. All’incontro della famiglia Ablondi ha partecipato anche Jean Botti, Ceo, Cto e co-fondatore di VoltAero, pioniere dell’aviazione ibrida con i modelli «Cassio», ispirati al suo paese di origine. I ventisei parenti, sono i discendenti di Tonino, il capostipite.

Della laboriosa famiglia Ablondi facevano parte: Luigi (Gigio) titolare con l’Iride del bar trattoria Croce Rossa, Piero (l’inventore), Maria, la moglie di Bonora che ha costruito l’albergo del paese, Rosetta, la madre di Jean e moglie di Botti, che avevano il forno di Cassio. Emigrati in Francia, come tanti cassiesi nel dopoguerra, gli Ablondi sono sempre rimasti molto legati al paese di origine ma, essendo diventati una famiglia numerosa, venivano a Cassio scaglionati in modo da poter stare tutti nella casa degli avi. Quest’anno, invece, sono stati ospitati anche da parenti e amici, consentendo loro una storica riunione di famiglia. Ogni anno, uno dei due figli di Tonino, Jacques detto Jakie, è sempre tornato in vacanza a Cassio. Jakie ha sposato una francese ed hanno avuto sei figli, ai quali si sono aggiunti le nuore, i generi i nipoti e pronipoti, superando la trentina di persone e, visto il pancione, altri sono in arrivo. La presenza gioiosa degli Ablondi ha ravvivato l’estate del paese, anche se in pochi ormai conoscono l’italiano hanno interagito e si sono integrati perfettamente con la popolazione e gli altri «villeggianti».

V.Stra.

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