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IL CASO

Tragedia di Vignale, indagata la mamma del neonato. La Procura: «Ha fatto tutto da sola»

Tragedia di Vignale, indagata la mamma del neonato. La Procura: «Ha fatto tutto da sola»

di Roberto Longoni

17 Settembre 2024, 03:01

 Come se un atto non fosse già troppo. Invece, ora è certo: questa tragedia priva di adeguati aggettivi di atti ne ha due, forse in fotocopia. Siamo obbligati ad assistere a un maledetto bis. Lo scheletro di un neonato, questa volta sepolto, è stato ritrovato nel giardino di strada Baietta a Vignale: ieri si è avuta la conferma ufficiale. Saranno due gli infanticidi dei quali la ventiduenne potrebbe essere chiamata a rispondere? Il dubbio è d'obbligo, mentre si sospetta, per quanto riguarda il corpicino scoperto il 9 agosto, che la ragazza abbia anticipato il parto, abbia soffocato il piccolo appena dato alla luce (o lo abbia abbandonato a sé stesso nel giardino della bifamiliare dei genitori) per partire due giorni dopo con i suoi per una vacanza in America. La famiglia era a bordo di un aereo in volo sull'Atlantico, mentre il cane di casa scopriva quei poveri resti, richiamando l'attenzione della nonna della ragazza, che si era trasferita in strada Baietta per badare all’animale in assenza dei padroni. La ventiduenne sarebbe poi rientrata con i genitori a vacanza finita, dopo una decina di giorni.

Secondo la Procura la giovane avrebbe agito da sola. «Allo stato degli atti - si legge in un comunicato diffuso ieri mattina - può ritenersi accertata l'estraneità dei genitori della madre del neonato». Uguale discorso per il papà del piccolo e per eventuali terze figure. «Nessuno - prosegue il procuratore Alfonso D'Avino - all'infuori della ragazza era a conoscenza della gravidanza». La gestazione non sarebbe nemmeno stata «seguita da alcuna figura professionale (ginecologo, medico di famiglia, ecc.)». Anche sul luogo gli inquirenti sono giunti a una certezza: «il parto è avvenuto nella casa familiare, al di fuori di contesti ospedalieri o sanitari in generale». Infine, le modalità: nessuno ha aiutato la ragazza, nessuno le è nemmeno stato accanto. Tutto, insomma, sarebbe avvenuto in una solitudine difficile da immaginare più assoluta e raggelante.

A giudicare dalla terra smossa lungo l'aiuola e al suo interno, viene da pensare che i miseri resti del secondo neonato (primo però, in ordine di morte) siano stati trovati lì, ai piedi di una siepe delimitata dal nastro bianco e rosso dei fatti di cronaca, davanti a un divanetto grigio e a un paio di poltrone da esterno. Alle loro spalle, una vecchia botte e un paio di damigiane vuote; appena oltre, un lettino da sole. Sospesa a un paio di metri d'altezza, a tagliare in due la scena, una fila di lampadine destinate a illuminare le serate estive, ma insufficienti a contrastare l'oscurità dilagata dopo il 9 agosto. La Procura ha confermato il «secondo rinvenimento», sottolineando però la necessità di svolgere «tutti gli accertamenti del caso (soprattutto di natura tecnica medico-legale) per delineare gli esatti contorni della vicenda stessa, anche di carattere temporale». Innanzitutto, si tratterà di stabilire se anche questo neonato sia stato partorito dalla stessa madre (un anno fa, secondo voci non confermate in via ufficiale, e a sua volta alla 40esima settimana di gestazione) del piccolo rinvenuto nello stesso giardino. Madre il cui nome - e anche qui mancano conferme sia da parte degli inquirenti che del difensore nominato dalla famiglia nelle scorse settimane - sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio.

Intanto, a proposito della diffusione della notizia del «secondo rinvenimento» la Procura ha annunciato l'apertura di un fascicolo parallelo, per possibile violazione del segreto di indagine, «attesa la delicatezza estrema di questo nuovo episodio». Secondo vicolo San Marcellino, «la propalazione della relativa notizia rischia di incidere sulle acquisizioni investigative in corso».

Ogni luogo sarebbe troppo piccolo per una tragedia di queste dimensioni, ma Vignale lo è ancora di più, con i suoi seicento abitanti che bene o male si conoscono tutti tra loro. Presto la notizia della seconda macabra scoperta si è diffusa in paese e poi a Traversetolo con il passaparola. Uno choc che si è aggiunto a quello del rinvenimento del corpicino il 9 agosto e poi dell'identificazione della madre, grazie alla comparazione del Dna, un paio di settimane dopo.

Una ragazza insospettabile, a dir poco, con una solida famiglia alle spalle: studentessa universitaria, baby sitter, con numerosi amici in paese, impegnata in parrocchia. Solo lei sa come possa essere avvenuto tutto questo. Una volta? Due? E perché soprattutto?

Tv e inviati all'assalto per il «giallo del momento»

Traversetolo Telecamere e microfoni che si accendono per le dirette, persone che vanno da un lato all’altro della strada, mentre le auto passano lungo via Baietta e accennano a rallentare con malcelata curiosità.

Inviati provenienti da ogni parte d'Italia, della carta stampata e delle televisioni nazionali, che si confrontano sulle informazioni acquisite, fanno ipotesi sull’accaduto, cercano di buttare lo sguardo oltre la cancellata con i sigilli, inseguono voci da intervistare.

Ieri a Vignale si sono accesi ancora una volta i riflettori su quello che è stato etichettato «il cimitero dei bambini», la vicenda del ritrovamento dei due corpicini nel giardino della villetta.

La notizia anticipata venerdì sera da Quarto Grado ha nuovamente proiettato il caso negli interessi nazionali, con le testate e le trasmissioni davanti alla bifamigliare gialla e in giro per Traversetolo alla ricerca di volti e testimoni.

Lo chiamano il «circo mediatico», quello citato in mattinata nel comunicato dal procuratore capo di Parma Alfonso D’Avino, quel via vai di telecamere e giornalisti che gli inquirenti volevano evitare per «garantire a tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti nel caso, quella tranquillità necessaria ad affrontare i vari step che un’indagine così delicata ha richiesto, e continua a richiedere».

Inevitabile che accadesse. Telecamere e microfoni erano alla ricerca di ulteriori notizie, di nuovi dettagli. Tutti descrivono il quartiere come un luogo tranquillo, la villetta come la casa di una famiglia per bene, la ragazza come una giovane attiva e benvoluta dalla comunità.

La madre del giovane padre, intervistata da più testate, all’ennesima richiesta ammette di non poterne più. Dietro il bancone del bar dove lavora e dove l’hanno intercettata i cronisti, cammina avanti e indietro. «Capisco che è il vostro lavoro, ma oggi basta», dice con le mani sul viso.

Anche il padre del giovane si è trovato, all'uscita del lavoro, i giornalisti davanti all’azienda in cui lavora. E poi le dirette, dei telegiornali e delle trasmissioni di approfondimento pomeridiane.

Davanti alla bifamigliare l’inviato di Pomeriggio Cinque Claudio Giambene, tornato a Vignale dopo gli ultimi sviluppi. Con lui anche il sindaco Simone Dall’Orto. Secondo il giornalista la scoperta dei resti di un secondo corpicino sarebbe dovuta alle «tracce» lasciate in rete delle ricerche fatte dalla giovane.

«Di certo c’è che gli inquirenti hanno trovato a colpo sicuro il secondo corpicino. Sembrerebbe, secondo quello che siamo riusciti a riscostruire, che siano arrivati non attraverso una confessione della ragazza, ma attraverso delle ricerche che la giovane aveva fatto: aveva ricercato ''come partorire'', per questo è scattato l’allarme negli inquirenti la scorsa settimana».

«È una storia spaventosa» ha evidenziato la giornalista Myrta Merlino. Tra le voci in trasmissione anche il giornalista del Fatto Quotidiano, il parmigiano Luca Sommi. «È una comunità tranquilla, una provincia opulenta e serena. Si vive bene a Parma e una notizia del genere ha sconcertato tutta la comunità, i giornali e le televisioni locali non fanno altro che parlare di questo dramma. È un film horror, una cosa mostruosa. Come hanno fatto tutti a non accorgersi di nulla? È un giallo anche questo».

Roberto Longoni

Maria Chiara Pezzani

© Riproduzione riservata

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