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TRIBUNALE

Doni sospetti, assolta badante 50enne

Doni sospetti, assolta badante 50enne

20 Settembre 2024, 03:01

In casa entrò come badante della moglie malata, ma presto anche al novantenne marito dell'assistita dedicò attenzioni (di troppo e interessate, secondo i figli della coppia, invece a suo dire «amichevoli»). Lei, moldava allora nemmeno cinquantenne, fu contraccambiata, ricevendo denaro e un appartamento in dono. Regalie sospette per gli eredi dell'anziano, che denunciarono la donna per circonvenzione di incapace. Finita in tribunale, la vicenda si è conclusa ieri con l'assoluzione dell'imputata (per insufficienza di prove) da parte del giudice Francesca Merli, dopo che il pm Marirosa Parlangeli aveva chiesto una condanna a due anni e quattro mesi e al pagamento di 500 euro di multa.

La badante aveva cominciato a lavorare per la coppia nel 2014, per poi essere licenziata quando le condizioni della donna, deceduta nel 2018, peggiorarono, richiedendo un'assistenza costante. Nel frattempo, però, pare che si fosse instaurato un rapporto particolare tra il padrone di casa e la cinquantenne. Se ne sarebbe accorta anche la badante subentrata al posto di quest'ultima. La donna ha infatti riferito di ammiccamenti e di scambi di tenerezze tra i due, dei vestiti poco coprenti che sarebbero stati indossati dalla «collega» che non disdegnava abbronzarsi in bikini sul terrazzo.

Nel frattempo, per caso gli eredi notarono su una pagina della Gazzetta dedicata alle vendite giudiziarie un annuncio evidenziato. Era relativo a una casa di Trecasali, che si scoprì essere stata donata (con tanto di ristrutturazione) dal 90enne alla badante. Gli eredi scoprirono una serie di prelievi sospetti dal conto del padre a loro cointestato. Messo alle strette, lui imbarazzato parlò di prestiti, in parte rientrati (anche se non c'è traccia di alcuna restituzione).

«Si deve prescindere dai concetti di incapacità giuridica - ha sottolineato il pm nella requisitoria -. Perché si possa parlare di circonvenzione basta che sia riconosciuta una condizione minorata e il signore non era più nel pieno possesso delle proprie facoltà».

Alle richieste di Marirosa Parlangeli si è associato Francesco Loise, avvocato degli eredi costituiti parti civili, chiedendo un risarcimento di 80mila euro. «Prelevava, telefonava, soldi spariti» ha detto il legale.

«Ma di che cosa stiamo parlando? - ha ribattuto Dario Ugolini, difensore della badante -. Il signore era un uomo tutto d'un pezzo, autosufficiente, al quale era difficile sottrarre qualcosa contro la sua volontà». I parenti lo sapevano bene: l'oculatezza del patriarca era nota a tutti. Facile immaginare che chi forse gli diede l'illusione di un'ultima giovinezza (l'uomo sopravvisse pochi mesi alla morte della propria moglie) avesse argomenti più convincenti per ispirare generosità. «I desideri non invecchiano quasi mai con l'età» chioserebbe Battiato.

rob.lon.

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