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I NEONATI MORTI

Vignale, il mistero delle forbici per il parto e quelle fibre attorno alle ossa: il Ris a caccia di riscontri

Vignale, il mistero delle forbici per il parto e quelle fibre attorno alle ossa: il Ris a caccia di riscontri

di Georgia Azzali

25 Settembre 2024, 03:01

Traversetolo Chiara che scende nella taverna di casa e partorisce il suo secondo figlio. Sola, dà alla luce quel bimbo che avrà un soffio di vita e verrà ritrovato il 9 agosto nel giardino di casa. Morto dissanguato dall'emorragia causata dal taglio, senza chiusura, del cordone ombelicale. E' stata lei a indicare il paio di forbici, trovate nella cucina della taverna, con cui l'avrebbe reciso. E proprio su quelle cesoie, apparentemente pulite, stanno continuando le analisi del Ris. Sulle lame non sarebbero state riscontrate tracce ematiche, ma si provvederà a smontarle per analizzare ogni punto, anche il più nascosto. Non è escluso che la ragazza abbia indicato quel paio di forbici pur avendo invece utilizzato altre cesoie o un altro strumento. Tuttavia, nulla cambierebbe sul piano di quanto già accertato: il neonato - un maschio - era nato vivo ed è morto «per shock emorragico da recisione del cordone ombelicale in assenza di un'adeguata costrizione meccanica dei vasi».

La scienza ha già cristallizzato le verità essenziali. Il piccolo, partorito lo scorso mese, ha respirato ed era figlio di Chiara, la studentessa 21enne che abitava nella villetta di strada Baietta, e di Samuele, il ragazzo che conosceva fin dalle elementari. Ma di Chiara, ai domiciliari da venerdì scorso, è anche il bimbo - un altro maschietto - sepolto nell'aiuola sotto la sua finestra, i cui resti sono stati ritrovati il 7 settembre. Un piccolo scheletro che è stato in gran parte ricomposto: parti di ossa mancanti, dopo il primo scavo, sono state recuperate la settimana scorsa quando i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche sono entrati nel giardino andandosene poi con una serie di sacchi neri. E se dal femore sinistro del neonato è stato subito estrapolato il Dna, ora il Ris sta portando avanti una serie di analisi su alcune fibre che sono state trovate attorno alle ossa. Dettagli forse marginali, ma non è escluso che questi ulteriori approfondimenti possano fornire nuovi elementi per la ricostruzione del caso.

Resti rimasti sepolti per più di un anno. Il primo parto di Chiara, anche in quel caso in assoluta solitudine, è avvenuto il 12 maggio 2023, nelle ore in cui i genitori erano usciti per assistere al saggio di pianoforte del figlio minore: una data precisa, che i carabinieri sono riusciti a ricostruire incrociando una serie di elementi investigativi. Anche quel bambino, il primogenito di Chiara, era nato vivo? E se sì, come è morto? Sullo scheletro, la procura ha disposto una consulenza medico-legale e antropologica, affidata a Valentina Bugelli, responsabile dell'Istituto di medicina legale di Parma, e a Francesca Magli del Laboratorio di antropologia e odontoiatria forense di Milano. E soprattutto all'antropologa sarà chiesto di rispondere sulle cause della morte. Le analisi, tuttavia, possono individuare la presenza anche minima di lesività sullo scheletro, ma non altro. Insomma, se il bambino fosse morto dissanguato, come nel secondo caso, oppure per qualunque altra causa che non abbia provocato una lesione scheletrica, nulla potrebbe emergere.

Una strada in salita. Ma è altrettanto vero che, anche se non dovessero arrivare nuove risposte sul primo bambino nato, per Chiara resterebbero le accuse di oggi: omicidio premeditato e aggravato dal rapporto di ascendenza, occultamento di cadavere e soppressione di cadavere (per il secondo neonato ritrovato). Macigni che potrebbero portare all'ergastolo.

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