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Provincia: intervista al neopresidente

Fadda: «Le priorità? I ponti, il turismo e l'aiuto ai Comuni»

Fadda: «Le priorità? I ponti, il turismo e l'aiuto ai Comuni»

di Chiara Cacciani

01 Ottobre 2024, 03:01

Per Alessandro Fadda la prima giornata da presidente della Provincia ha avuto i colori di due fasce e una sciarpa. Mattina col debutto in blu all’inaugurazione del nuovo Biotech Center of Excellence di Chiesi, pomeriggio “classico” e tricolore da sindaco di Torrile, la sera a tifare i crociati al Tardini.

Ha saputo di essere stato eletto intorno alle 21 di domenica sera, intorno a mezzanotte è arrivato il disegno definitivo del prossimo Consiglio provinciale. «E poi ho dormito bene; poco come sempre ma ho dormito».

Quali sono stati primi pensieri da presidente della Provincia?

Il primo la soddisfazione per il risultato: per la prima volta c’è stata una grande affluenza da parte degli amministratori, erano presenti più liste e se c'è partecipazione significa che il valore della Provincia in questi anni è aumentato.

In realtà su 588 aventi diritto, 79 – ossia il 13% - non sono venuti alle urne. Al di là di possibili seri motivi, non è un brutto esempio per persone elette proprio grazie al voto?

Quel 79 sarà il gap di miglioramento della partecipazione a cui punterò. Cercheremo di trasmettere a chi non è venuto per scelta, il valore che la Provincia ha e che forse qualcuno non ha ancora visto.

Lei come intende la Provincia?

Un’occasione per i territori. Una legge che ritengo sbagliata ha tolto diverse competenze ma ora c'è di nuovo una riconoscibilità esterna, quella che anch’io da sindaco le ho attribuito. È l’ente che interviene dove il Comune fatica a arrivare, soprattutto se è piccolo: tantissimi adempimenti burocratici, la fatica a sostituire il personale, gli stessi problemi dei grandi ma con minori risorse. La rete può fare la differenza.

Il candidato sconfitto, Nicola Cesari, dice di sperare che si possa dare un segnale al 45% che non l’ha votata.

È una richiesta corretta, va nella direzione che ho seguito negli ultimi 20 giorni: ho parlato con amministratori di qualsiasi colore. A prescindere dal loro modo di votare, ho assicurato che sarei stato punto di appoggio. La partita di domenica sera è finita con domenica sera. È semplice capire chi mi ha votato o no ma è anche una perdita di tempo: il vantaggio delle elezioni provinciali è che non perde nessuno e nessuno è al di fuori della possibilità di dire la propria. Siamo tutti amministratori e quando si amministra lo si fa per il bene comune, non di una sola parte.

Immagino che Cesari si riferisse più concretamente alla composizione della Giunta provinciale... Accoglierà questa richiesta?

Potrebbe essere. Ma è un tema che non ho ancora affrontato: lo farò nelle prossime due settimane con la maggioranza di chi mi ha sostenuto. Non ho voluto ripartire possibili deleghe prima dei risultati perché non sarebbe stato corretto mettere qualcuno in posizione diversa rispetto alla competizione elettorale. Resta che se hai soluzioni migliori degli altri, con o senza delega, io non ho problemi. Sono convinto che non li accontenterò tutti ma il mio stile è fare sempre ciò che ho detto, anche se a volte sono dei “no”.

Su cosa direbbe “no”?

Da sindaco non ho utilizzato un metro quadrato di aree libere per nuovi progetti e voglio continuare su questa strada. Oggi è necessario valutare l’impatto ambientale che ogni singola opera ha: non è più una questione di costi e benefici economici, ma di costi e benefici economico-ambientali. Non sono un ambientalista spinto ma nemmeno uno che pensa che qualsiasi opera sia buona per forza. Per quelle che sono le nostre competenze, faremo una valutazione attenta, insomma.

In tema di infrastrutture, l'esperienza da amministratore da dove la fa partire?

Dal ponte di Roccabianca: il sindaco Dattara è molto ottimista e ci incontreremo a breve. Probabilmente sarà il primo degli incontri coi singoli sindaci che lo desidereranno. Vorrei sapere le loro priorità: da lontano è più difficile capire le urgenze reali. Di sicuro poi mi occuperò velocemente del ponte di Casalmaggiore, non legato solo a Colorno ma importante per Lombardia e Emilia Romagna. Ma prima ancora, mercoledì (domani, ndr.) incontrerò i dirigenti della Provincia per cercare di capire dall’interno le problematiche e prendere in mano i progetti già iniziati.

Qual è il fronte su cui secondo lei la Provincia può incidere molto?

Il turismo. C’è una grandissima potenzialità per creare rete tra i Comuni, anche usufruendo di bandi. È un settore che porta un movimento economico molto forte e che non deve vivere solo di eventi straordinari come le fiere. Puntiamo a legare la città, che ha già un vero respiro europeo, alla provincia con tutte le sue attrattive. E anche in questo caso c'è bisogno di mettersi in testa che le buone pratiche e le soluzioni non hanno colore politico.

Chiara Cacciani

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