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Gazza ladra

Mauro Coruzzi: «Cinquant'anni di Radio Parma, il mio scrigno di ricordi»

Mauro Coruzzi: «Cinquant'anni di Radio Parma, il mio scrigno di ricordi»

di Mauro Coruzzi

06 Ottobre 2024, 03:01

È una predisposizione, quella di nutrirsi di ricordi e aver poca voglia di guardare avanti e la “colpa” è da attribuire ai ricordi stessi, che tanto più belli e ricchi sono, tanto ulteriormente tali guadagnano nell’essere reiterati e rivissuti.

Radio Parma e i suoi 50 anni (le trasmissioni sono iniziate il 1° gennaio 1975) sono uno scrigno-archivio zeppo di episodi tanto buffi quanto commoventi, pezzi di storie con protagonisti e le loro esistenze… Mi scorrono davanti agli occhi, in ordine sparso, le donne avute vicino per un bel pezzo di vita e che ora non ci sono più: Annamaria Bianchi, Claudia Magnani, Elisabetta Zanlari, una marea di giorni settimane ed anni tra risate, lavoro, complicità: Annamaria e Claudia che fumavano come ciminiere, anche in studio ed io a tirare accidenti perché dovevo pulire tra posacenere e apparecchiature, poi tutti alla macchinetta del caffè a spettegolare di “quella”, che forse c’aveva una storia con “quello”, ma entrambi erano sposati, ahi, la “Betty” Zanlari che vara un format radiofonico «S.O.S. Amici Animali» che, decisamente in grande anticipo sui tempi, si schiera dalla parte delle bestiole abbandonate, un annuncio dietro l’altro di quattro zampe spariti da casa, ma anche di pappagalli come Pepito che aveva imparato il dialetto (da «Co' vót?» a «Co' dit») e che, come diceva la padrona dal curioso nome Eufrasia, uno spasso ogni volta che interveniva a perorare la causa di Pepito, sollecitando gli ascoltatori ad intervenire, nel caso avessero visto Pepito, fornendo le coordinate per ritracciarlo… A proposito di animali, spinto da una “necessità” creatasi, dovendo fare pubblicità ad un circo che aveva piantato le tende in città, il mio amatissimo Direttore, Carlo Drapkind, mi manda a fare la diretta di una serata circense… Credo di aver riso (e d’aver fatto ridere…) come poche altre volte nella vita: «ed ecco che il magnifico leone apre la bocca, menomale che il domatore la evita» o «il piedone dell’elefante schiva la persona stesa sotto, che però non schiva l’imponente carico della elefantessa, che a quanto pare, ha mangiato molto e digerito altrettanto bene…». Felice da Parma che raccontava le sue barzellette e Lidia che (altro che Masterchef…) spiegava (sempre alla Radio tutto si sentiva e niente si vedeva, almeno allora…) come fare «la Vecchia col caval pist», roba che se t’azzardi anche solo ad accennarla oggi ti multano per body shaming verso l’equino malandato e prossimo all’exitus… Corrado Abbati, che tra un «Paese dei campanelli» e una «Vedova allegra» faceva la dieta a punti, e ogni giorno calcolava cosa poteva scegliere tra un pacchetto di cracker e un uovo sodo, gli ospiti musicali che passavano a far pubblicità, alcuni al debutto, Andrea Bocelli, Umberto Tozzi (con annesso un filarino con una ragazza delle nostre, nemmeno sotto tortura ne svelerò mai il nome…), i Matia Bazar, Fabio Concato, una allora giovanissima Anna Oxa con mamma body guard… Mi scuso per questa lista informe e informale di nomi e persone, tanti, troppi non citati, ma la memoria, a brandelli, fa un autonomo lavoro di selezione… In fondo a quei pochi neuroni rimasti nella mia sconquassata testa di radiofonico poi diventato altro, c’è e ci sarà sempre la messa in onda, avvenuta in una tiepida notte di maggio, di una chiacchierata/intervista, durata un paio d’ore abbondanti con l’immensa Mia Martini: anche Lei, come la radio d’allora, non c’è più. Buona Domenica.

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