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Lutto

Addio a Ghirardini, studioso del lavoro con Bosco nel cuore

Addio a Ghirardini, studioso del lavoro con Bosco nel cuore

di Lorenzo Sartorio

20 Ottobre 2024, 03:01

Era una cara e bella persona Pier Giacomo Ghirardini venuto a mancare nei giorni sorsi all’età di 66 anni. Era nato a Lugo di Romagna, ma era originario di Bosco di Corniglio, appartenente alla storica e conosciutissima famiglia Ghirardini che, per anni, gestì il leggendario omonimo albergo a Bosco di Corniglio, meta di tanti gourmet ed amanti della montagna.

Frequentò il liceo classico delle Orsoline dove conobbe il fraterno amico Vittorio Franciosi, apprezzato oncologo della nostra città, che ha seguito Pier Giacomo dal primo all’ultimo giorno della malattia.

Laureato in Economia e Commercio, persona coltissima, di un'intelligenza molto viva, studiò il mercato all’Agenzia regionale del lavoro ed è stato pure il direttore dell’Osservatorio del mercato del lavoro della Provincia.

Amava tantissimo la musica al punto di frequentare corsi al nostro Conservatorio che lo portarono a suonare con passione ma anche con tanta capacità artistica: l’organo, il pianoforte e la chitarra.

Persona dotata di un cuore d’oro, specie nei confronti dei più deboli, si distinse come volontario nel Friuli colpito dal sisma del 1976 tanto da rimanere legatissimo a quella terra che sentiva anche sua.

Come pure collaborava attivamente anche con la Caritas diocesana.

È stato autore di numerosi articoli e libri di successo, ma gli interessi culturali di Pier Giacomo erano tantissimi: dalla storia alle lingue antiche e contemporanee. Uomo di profonda e salda fede che lo ha sostenuto fino in fondo, era anche un appassionatissimo di montagna, la sua montagna, ossia la Val Parma, la terra dei suoi avi, tant’è che, non appena il lavoro glielo consentiva, trascorreva il tempo libero a Bosco di Corniglio facendo escursioni e camminate ammirando quelle cime amiche che lo affascinarono fin da quando era bambino ed aveva imparato ad indossare quegli sci che non ha mai smesso di usare per appassionate traversate sulla neve.

Era legatissimo alla moglie Paola, agli adorati figli Stella e Giorgio ed al fratello Roberto. Come pure era legato a tutta la comunità boscarina per la quale stravedeva e che ora lo piange con grande affetto.

«È stato - osserva l’ex assessore provinciale Manuela Amoretti - uno dei migliori analisti del mercato del lavoro che il nostro Paese ha avuto negli ultimi trent'anni. Per molto tempo, in Provincia, ha aiutato tutti, istituzioni e parti sociali, a vedere le luci, ed anche le ombre, di un mercato come quello di Parma. E, questo, ha permesso a noi decisori di orientare meglio le politiche. Cercava la verità in tutte le sue sfaccettature ,affinando continuamente i suoi metodi di ricerca per rispondere a domande nuove. Era coltissimo e pieno di ironia. È stato un dirigente pubblico di straordinaria integrità, lealtà e professionalità. Per me è stato un privilegio averlo avuto tra i miei più importanti collaboratori». Così invece Cecilia Scaffardi, direttrice della Caritas diocesana, ricorda l’amico Pier Giacomo: «I legami nascono e si rafforzano in esperienze di servizio. Così è accaduto – e qui il ricordo è personale – con l’amico Pier Giacomo, conosciuto – allora studenti liceali – durante il primo campo di lavoro che la Caritas diocesana organizzò in Friuli, a Montenars, paese distrutto dal sisma del 1976. Ed è stata ancora la Caritas il luogo di un nuovo incontro, dove lo slancio e la “manovalanza” di allora si sono tradotti in una feconda collaborazione, in cui Pier Giacomo ha messo in campo competenza, professionalità e passione, aiutandoci a dare vita all’Osservatorio delle povertà. Puntuali e lucidi nell’analisi i rapporti sulle povertà, capaci di sviscerare numeri, di indagare cause e di indicare prospettive, anche se scomode e controcorrente. Perché amante sempre delle salite (in montagna, come nel lavoro e nella vita), e mai pago delle vie piane e comode. Appassionato a tutto ciò che l’essere umano produce nella sua creatività e, nello stesso tempo, sempre attento a ricondurlo alla sua origine e meta: Dio, il cui volto ha incontrato nei poveri, nella natura, nell’arte, nella preghiera, e che ora vede faccia a faccia, entrato in quella pienezza cercata e desiderata».

«Pier Giacomo - così lo ricordano i redattori della rivista Tempi - è stato nostro amico e collaboratore tra i più originali ed eclettici. Sapeva argomentare con cognizione di causa di lavoro e povertà (era il suo mestiere), ma anche di cinema, di storia, di letteratura, di religione, di musica. Aveva un cuore angelico e una sensibilità non comune».

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