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Quando a Vignale di Traversetolo «batteva il tempo» degli orologi di lusso

Quando a Vignale di Traversetolo «batteva il tempo» degli orologi di lusso

di Lorenzo Sartorio

21 Ottobre 2024, 03:01

Purtroppo, di Vignale di Traversetolo in questi ultimi tempi si è parlato a causa della tragica vicenda dei due neonati sepolti nel giardino di casa. Oggi intendiamo invece raccontare una storia gloriosa della bella frazione di Traversetolo e della sua Cronovilla, la leggendaria fabbrica di orologi. Il singolare toponimo, Cronovilla, prende il nome da una fabbrica di orologi, la prima ed unica in Italia, costruita sul canale che cinge l’omonima e bellissima oasi naturalistica e che utilizzava esclusivamente meccanismi azionati ad acqua per far funzionare i suoi macchinari. Un storia, quella di Cronovilla, che pare una fiaba.

Il 29 aprile 1877 aprì i battenti una fabbrica di orologi in borgo Santo Spirito: fu una delle prime in Italia. La fondò Luigi Beccarelli, un autentico genio della meccanica delle pendole e degli orologi da tavolo. Appresa l’arte a Parma, probabilmente, da Antonio Allodi, orologiaio capo della corte ducale, Beccarelli, si trasferì a Parigi, dove ampliò le sue conoscenze, frequentò vari laboratori di orologiai e orafi e poi ne aprì uno suo. Ma durante il periodo francese, non interruppe mai i rapporti con Parma dove voleva trasferire l’attività. Trovato un non facile accordo con le autorità locali, il sogno di Beccarelli si avverò. Il Comune di Parma concesse locali e energia: l’opificio fu così in grado di occupare gli spazi già sede del filatoio Perinetti, in borgo Santo Spirito, per di più, il canale che scorreva sotto il laboratorio, fu in grado di muovere le macchine. La Cassa di Risparmio di Parma concesse un prestito a tasso agevolato, quindi, Beccarelli, riuscì nella sua impresa. Ma le cose non andarono per il verso giusto.

Il maestro orologiaio si aspettava operai a buon mercato, cosa che invece non avvenne, inoltre gli Ospizi Civili rifiutarono di mandare a lavorare nella nuova fabbrica le donne ricoverate come richiesto dall’imprenditore. Anche la mano d’opera minorile scarseggiava ed inoltre il canale non aveva abbastanza forza per muovere tutti i macchinari. Il laboratorio degli orologi de «dla da l’acua» ebbe , quindi, breve durata.

Beccarelli decise, allora, di abbassare la saracinesca il 1° aprile 1881 per riaprire l’anno successivo a Vignale di Traversetolo dove l’azienda acquisì linfa vitale che le consentì di ottenere successi in tutto il mondo con creazioni davvero uniche e molto raffinate. La stagione traversetolese della nuova realtà imprenditoriale iniziò con l’acquisto, da parte di Beccarelli, di una villa a Vignale di Traversetolo nel 1872. Con straordinaria lungimiranza, ideò un ecologico sistema ante litteram costruendo il Mulino Beccarelli sul canale Spelta con l’ annessa fabbrica di orologi che sfruttava l’acqua per il funzionamento delle sue macchine.

Nel 1875 cambiò il nome della sua residenza che, da villa Vignale, diventò Cronovilla. Dal 1876 al 1911 produsse orologi per quasi tutte le stazioni ferroviarie italiane, la Regia Marina, per numerose sedi delle Poste Italiane, diverse chiese che li installarono sui campanili come, ad esempio, quello di Reno di Tizzano. Vinse due premi all’Expo di Parigi nel 1878 e nel 1900 e numerosissimi altri premi ad altrettante esposizioni nazionali.

Una bella storia, quella di Beccarelli, raccontata dalla scrittrice Marisa Addomine su «Il Giornale degli Orologi» di cui riportiamo alcuni tratti: «Siamo in Emilia, in provincia di Parma, l’epoca è la fine del XIX secolo. La vicenda è degna di un film: un sogno, quello di creare in Italia una vera industria orologiera, in grado di reggere il confronto con le aziende straniere. Il sogno di Luigi Beccarelli e la sua Cronovilla, com’era stata da lui ribattezzata l’area produttiva in zona Vignale, vicino a Traversetolo. Qui Beccarelli fondò l’azienda che aveva sempre desiderato e che avrebbe rilanciato il nome dell’Italia nel mondo della produzione orologiera. Storia affascinante, ma dolorosa: bravura, iniziativa, tenacia non bastarono a contrastare una sorte che fu tutt’altro che benigna. Nato a Borgotaro nel 1837 da famiglia modesta, Luigi Beccarelli, dimostrò fin da piccolo ingegno brillante e grande creatività. Il padre, fabbro, comprese il valore del figlio e lo avviò agli studi classici. Il ragazzo però era affascinato dal mondo della meccanica. Fu così che entrò a bottega a Parma, come operaio presso un orologiaio del posto. Frequentò le scuole serali, studiò il francese, volle imparare a suonare il flauto. Dopo l’esperienza parmense, intorno al 1859 decise di allargare i propri orizzonti e andò in Francia. Sua meta fu Besançon: non una scelta casuale, perché lì era stata creata un’importante scuola di orologeria, che Beccarelli frequentò con profitto. Dopo Besançon, ormai consapevole del proprio valore, si trasferì a Parigi. Nel frattempo, il conflitto franco-prussiano aveva debilitato l’economia nazionale. Beccarelli, che si sentiva sicuro di sé e delle proprie capacità, pensò di tornare in patria, per portarvi benessere e notorietà, certo di quanto appreso fino ad allora. All’estero aveva visto e studiato le fabbriche di orologeria, aveva aperto una piccola attività a Parigi. Si era anche sposato e aveva avuto dei figli».

Intanto, nella nuova fabbrica di Cronovilla, la produzione di orologi si espanse con la realizzazione di orologi domestici: pendolette da viaggio, le cosiddette «officier», nonché pendole da camino e da appoggio. In seguito, Beccarelli, arricchì il proprio catalogo, arrivando a produrre anche orologi da tasca e orologi da torre. Proprio per le belle decorazioni sugli esemplari prodotti dalla Cronovilla , Beccarelli, decise di assumere ragazze orfane talentuose che, sotto la guida di validi maestri, diventarono pittrici su smalto. Inoltre aprì una mensa aziendale, nel contesto di una struttura abitativa comune chiamata falansterio, per i suoi dipendenti che arrivarono ad essere un centinaio Per Luigi, in seguito, si susseguirono problemi e disavventure che pesarono molto sulla sua vita e su quella della sua «creatura.

Dopo la morte improvvisa di Beccarelli, avvenuta nel 1908, la fabbrica passò nelle mani della figlia Melania per poi chiudere i battenti con l’avvento della seconda guerra mondiale.

Alle creazioni di Beccarelli, nel settembre 2018, nel Museo Glauco Lombardi, fu dedicata una bellissima mostra impreziosita da un altrettanto splendido catalogo realizzato dalla direttrice del museo Francesca Sandrini e con saggi di Francesca Anedda, Anna Mavilla, Sonia Moroni e della stessa Francesca Sandrini per i caratteri delle Grafiche Step. Nel catalogo si approfondiscono le svariate tipologie di orologi usciti da Cronovilla fino a seguire le sorti dell’azienda dopo la morte di Luigi e la presa in carico da parte dei parenti Giovanni e Ottavio Ferrari; pur senza il geniale slancio iniziale del suo fondatore, ancora per decenni continuò dunque il sogno di Beccarelli, signore degli orologi, che riuscì, contando unicamente sulla propria intraprendenza e sulle proprie capacità, ad allineare Parma e l’Italia, una nazione sino ad allora del tutto dipendente dall’estero in questo settore, alla più avanzata produzione europea.

Lorenzo Sartorio

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