Sulle «gazzelle» dell'Arma
E' una questione di secondi. La gazzella scivola lungo via Emilia Est, il tempo scorre lento, senza scosse. Poi di colpo i due carabinieri si guardano, si scambiano una frase al volo: e tutto diventa frenetico. Il motore romba, la luce blu spara i suoi raggi e in un lampo una vecchia Bmw viene bloccata. Dopo pochi minuti, dopo che i nominativi delle persone a bordo dell'auto sono stati verificati, i militari risalgono in macchina e la gazzella ricomincia a macinare la strada: il turno di servizio riprende. «Il tipo di vettura e certi atteggiamenti ci hanno insospettito - spiega il capo pattuglia. - Quando ci hanno visto hanno messo la freccia a destra e poi hanno voltato dalla parte opposta come se stessero cercando di allontanarsi da noi. Ma in realtà era tutto in regola».
Trascorrere una giornata su una delle auto dei carabinieri della compagnia di Parma vuole dire questo: passare, all'improvviso, dalla routine rallentata alla frenesia dell'azione. Ogni giorno, per le nostre strade, le macchine dell'Arma percorrono decine e decine di chilometri. E a volte basta un dettaglio per scatenare l'adrenalina.
Lo si capisce benissimo pedinando anche le pattuglie quando, ogni tanto, spengono i motori e creano un posto di blocco: i militari indossano i giubbotti antiproiettile e imbracciano l'arma. Poi si iniziano a scrutare le macchine che passano.
«Ci sono indicatori precisi, dettagli che ci spingono a fermare un mezzo piuttosto che un altro, monitorare il conducente – spiega il maggiore Marco Di Caprio che coordina il servizio. - E infatti questi controlli hanno un ruolo importante, permettono di alzare il livello di sicurezza». Ogni giorno oltre un centinaio di persone, solo in città, vengono identificate in questo modo. E la prevenzione dei reati spesso si basa proprio su questo.
Intanto le auto davanti a cui si alza la paletta si susseguono e quasi per tutti il controllo si conclude velocemente: ma qualche inghippo talvolta c'è. «Abbiamo riscontrato dei problemi per una macchina – prosegue l'ufficiale. - Serviranno altri accertamenti». Così una pattuglia si ferma per stilare il verbale mentre le altre riprendono il giro nelle strade. La destinazione sono le zone più calde della città: e certi interventi vanno concordati con cura.
Le gazzelle quindi rientrano in via delle Fonderie, i militari si dividono i compiti e coordinano gli spostamenti: l'obiettivo è il parco Ducale. E occorre essere precisi per bloccare le possibili vie di fuga. Le strade di accesso al Giardino vengono quindi bloccate mentre alcune pattuglie puntano al cuore del parco. Alla vista dei lampeggianti qualcuno dei soliti sfaccendati sparsi tra le panchine di colpo avverte una gran fretta di andarsene ma trova le pattuglie e gli uomini in divisa che li fermano, chiedono documenti e controllano borse e tasche. Mentre c'è anche chi abbandona biciclette e capi d'abbigliamento per essere più veloce. Un gruppetto di ragazzi alla vista dei carabinieri protesta, si lamenta per il controllo, alza la voce. Ma è evidente dall'inequivocabile afrore che su quelle panchine si stava fumando hashish e infatti, quasi subito, addosso a uno di loro saltano fuori delle canne. Il ragazzo con il «fumo» e un altro senza documenti vengono caricati in auto e portati in caserma mentre altre persone vengono identificate. Tra poco comincerà a calare il buio e le pattuglie si rimettono in moto. I servizi continueranno sino a notte. Prima di potersi rilassare c'è ancora molto lavoro da fare.
Luca Pelagatti
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